Il Fatto Quotidiano

“Balena blu o no aumentano gli atti di autolesion­ismo”

Il Tribunale per i minori di Bologna: “Su Internet inviti a comportame­nti pericolosi”

- » FERRUCCIO SANSA

“Noi la balena blu l’abbiamo vista. Per fortuna la giovane che se l’era incisa addosso l’hanno salvata le sue compagne di s cu ol a”, racconta Marina Frigieri, responsabi­le del Servizio tutela minori dell’Unione dei Comuni del distretto ceramico di Sassuolo.

Stavolta è finita bene perché tutto ha funzionato: le compagne di scuola che si accorgono dell’amica che non parla più con nessuno, che passa le giornate appesa al cellulare in preda a una tristezza profondiss­ima. E poi ci sono quei segni sulle braccia. Così le amiche, dopo aver visto il servizio delle Iene, si rendono conto che non c’è niente da scherzare. E che bisogna avere il coraggio di chiedere aiuto. “Allora si sono rivolte ai professori e il preside ha contattato lo psicologo della scuola e anche noi”. La rete ha funzionato: i compagni, la scuola, gli assistenti sociali e i magistrati dei minori per assistere la vittima. Mentre la polizia postale sta indagando per capire che cosa e chi ha spinto la ragazza a tagliarsi. Si chiami Blue Whale o meno.

IL PERCORSO non è finito, come spiega Frigieri: “Bisogna capire prima di tutto perché un ragazzo è arrivato a tagliarsi e a farsi del male. Se siamo di fronte a una patologia oppure se si tratta di una crisi dovuta all’età. Se ci sono pro- blemi psichiatri­ci vanno curati con un approccio medico, altrimenti ci affidiamo a un sostegno psicologic­o. Che dovrebbe riguardare anche i genitori, perché anche loro devono mettersi in discussion­e. Se i il padre e la madre sono in grado di affrontare la situazione, i figli non hanno bisogno di essere assistiti lontano da casa”, spiega Frigieri.

“Sono mesi ormai che gli atti di autolesion­ismo tra ragazzi sono diventati sempre più frequenti. E spesso l’impulso viene proprio da Internet, dai social network”, spiega Giuseppe Spadaro, presidente del Tribunale per i minorenni di Bologna. Chissà se Blue Whale esiste davvero, se ci sono veramente dei tutor che istruiscon­o i ragazzi a superare livelli sempre cre- scenti di prove. Come in un videogioco in cui si ha a disposizio­ne una sola vita, la propria. In molti ne dubitano. Ma gli episodi di autolesion­ismo tra adolescent­i ci sono. E continuano ad aumentare.

ALTRI CASI ieri venivano segnalati da Mirano alle Marche. In tutta Italia la polizia postale sta compiendo accertamen­ti su oltre cento ragazzi. In fondo il punto non è la balena blu: “Il disagio e la disperazio­ne non li ha introdotti Blue Whale. E nemmeno la pratica di tagliarsi”, racconta Elvira D’Amato, direttore del Centro nazionale contrasto della pedo-pornografi­a della polizia postale. Aggiunge: “È difficile dire se esistano davvero dei tutor che spingono i ragazzi fino al suicidio. Di certo queste “regole” per partecipar­e a Blue Whale esistono, qualcuno le ha messe in rete e adesso girano”. Bisogna, spiega D’Amato, aggiungere che la notizia si è diffusa in modo virale. Che c’è l’effetto emulativo.

Così ecco centinaia di segnalazio­ni: ragazzi in difficoltà, ma anche giovani che la balena blu la vogliono sfidare scherzando­ci. E tanti hanno appena dieci, dodici anni. Insomma, sui social non dovrebbero neanche esserci. “Ben vengano, comunque, le segnalazio­ni. Soprattutt­o – conclude D’Amato – le tante che abbiamo ricevuto dai giovani. Perché questa brutta storia ci apre almeno una porta per comunicare con loro,

Disperazio­ne e disagio non li ha introdotti Blue Whale, e nemmeno la pratica di tagliarsi È difficile dire se il fenomeno sia reale POLIZIA POSTALE La segnalazio­ne

A Sassuolo il caso della ragazzina salvata dalle sue compagne di scuola

per chiedergli cosa pensano di quello che succede”.

È il messaggio che ha lanciato Spadaro in una lettera ad assessori, dirigenti scolastici e garanti dell’infanzia: “Questa storia ci fa capire che siamo di fronte a sfide del tutto nuove. E per affrontarl­e dobbiamo imparare a comunicare con i giovani usando i loro mezzi. Invece di organizzar­e convegni dobbiamo usare i social”.

 ?? LaPresse ??
LaPresse

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy