Il Fatto Quotidiano

Ucciso dal coetaneo per un “mi piace” sul social network

Calabria, il quindicenn­e figlio del boss ha “regolato i conti” sparando a sangue freddo contro l’amico

- » LUCIO MUSOLINO Mileto (Vibo Valentia)

Una

ragazza contesa. Un “mi piace” di troppo su Facebook. Un ragazzo morto a 16 anni e uno di 15 in carcere con l’accusa di omicidio e con la prospettiv­a di trascorrer­e i prossimi 20 anni dietro le sbarre. Si muore anche per questo in Calabria, a Mileto in provincia di Vibo Valentia, dove un ragazzo, poco più che bambino, è in grado di procurarsi una pistola, organizzar­e un incontro con un compagno di scuola, e sparare a sangue freddo per risolvere una vicenda sentimenta­le.

NIPOTE di un ergastolan­o da tempo paralizzat­o, l’assassino è il figlio del boss della zona finito in carcere nei mesi scorsi nell’ambito d el l ’ operazione antidroga “Stammer”, in cui furono arrestati anche un altro figlio e l’amante. La vittima è Francesco Prestia Lamberti, giocava nelle giovanili del Mileto, la squadra di calcio del paese. Sembrerebb­e che i due, che frequentan­o l’Itis “Enrico Fermi”, si siano dati appuntamen­to lunedì sera dopo cena per chiarire la questione di quel “mi piace” sulla foto in un post di una ragazza. La discussion­e degenera e il quindicenn­e tira fuori la pistola che il nonno teneva legalmente a casa. La punta contro Francesco, l’ex amico diventato rivale in amore con cui tante volte è uscito assieme ad altri coetanei. E spara per poi costituirs­i nella caserma dei carabinier­i. Il baby boss confessa l’omicidio e indica il posto dove ritrovare il cadavere, un uliveto alle porte di Calabrò, una frazione di Mileto. Gli inquirenti stanno cercando di ricostruir­e la dinamica per capire se Francesco è stato ucciso realmente in quel posto o se il corpo è stato trasportat­o lì in secondo momento grazie a un complice. Sulla pagina Fa

cebook di Francesco c’è scritto: “Viviamo in un mondo fatto di cattivi”.

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