Il Fatto Quotidiano

Juncker non ci faccia lezioni sulle tasse

- » STEFANO FELTRI

▶LA GERMANIA

vorrebbe congelare l’accesso ai fondi europei di coesione per i Paesi che non rispettano “i principi fondamenta­li dello Stato di diritto”, secondo un paper di Berlino rivelato da Politico.eu . Il bersaglio sarebbero Paesi come la Polonia, che deve ricevere 86 miliardi di euro entro il 2020.

Il problema è sempre quello dei due pesi e due misure. Mentre uscivano le indiscrezi­oni sulla proposta tedesca, il presidente della Commission­e europea Jean Claude Juncker, che di quella fermezza dovrebbe essere il garante, parlava dello scandalo Panama Papers al Parlamento Ue. Juncker ha ricordato dell’impegno della Commission­e contro l’evasione fiscale e ha definito inaccettab­ile che certe aziende paghino 30 volte meno tasse dei loro dipendenti.

Nei giorni scorsi, però, i Verdi hanno diffuso un report di 27 pagine: “Come il Lussemburg­o ha resistito alla cooperazio­ne fiscale europea e ha fatto soldi aggirandol­a”. Juncker è stato ministro delle Finanze del Lussemburg­o dal 1989 al 2009 e primo ministro dal 1993 al 2013: per tutti questi anni, ricostruis­cono i Verdi (che sono all’opposizion­e dei Popolari di Juncker), il Lussemburg­o si è battuto per arginare gli effetti delle regole Eustd, cioè lo scambio automatico di informazio­ni tra Paesi membri dell’Ue a fini fiscali previsto addirittur­a dal 2003. Ha sempre chiesto un sistema di ritenute alla fonte leggere invece della trasparenz­a sui redditi da tassare poi in uno dei Paesi Ue. Juncker ha sempre negato ogni responsabi­lità diretta nei cosiddetti Tax Ruling, gli accordi preferenzi­ali con alcune multinazio­nali che usavano il Lussemburg­o per non pagare tasse. Ma come dimostrano i documenti nel dossier dei Verdi, per tutto questo tempo Juncker guidava un Paese che a livello europeo si batteva per lasciare zone d’ombra in cui prospera l’evasione. Ogni promessa di Juncker sul tema ottiene un unico risultato: ricordare agli europei che hanno eletto (più o meno) il presidente sbagliato per la Commission­e.

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