“La disuguaglianza nuoce gravemente alla salute”
o Stato, le istituzioni locali e la società civile, ma anche le grandi industrie devono essere coinvolte in una rivoluzione della nostra società”. Questa è la ricetta per combattere le disuguaglianze nelle condizioni di salute prescritta da Michael Marmot, professore di Epidemiologia all’University College di Londra, presidente della World Medical Association e autore de La salute disuguale: la sfida di un mondo ingiusto , pubblicato in Italia da il Pensiero Scientifico, il libro che ha ispirato il Festival dell’Economia di Trento 2017 di cui sarà ospite dall’1 al 4 giugno. Professor Marmot perché un festival di economia ha scelto come tema le disuguaglianze in salute?
Il modo in cui la società è organizzata si ripercuote sulla salute della popolazione e genera disuguaglianze nelle condizioni di salute. Gli economisti quando parlano di disuguaglianze di solito partono dall’assunto che è la scarsa salute a condurre l’individuo a una condizione economica più bassa: le persone malate, non potendo lavorare o studiare, diventano povere. La mia tesi è opposta: sono la povertà e le condizioni sociali svantaggiate che ne derivano a condurre alla malattia.
Quindi i poveri si ammalano più dei ricchi?
Negli Stati Uniti, nella città di Bal- timora, la parte più povera della popolazione ha un’aspettativa di vita di 63 anni, quella più ricca di 83. Il reddito pro-capite della popolazione più povera è di 17 mila dollari all’anno, quello della zona più ricca di 90 mila: una differenza enorme. Ma se prendiamo la Costa Rica, il cui reddito pro-capite è di 13 mila dollari, minore di quello dei poveri a Baltimora, vediamo che lì l’aspettativa media di vita è di 77 anni. La povertà quindi da sola non spiega questo fenomeno, ma si deve considerare il contesto, le disuguaglianze relative, legate al modello sociale in cui si generano.
In che modo si possono contrastare queste disuguaglianze? Ci sono sei ambiti in cui è possibile intervenire: prima di tutto nell’assistenza alle donne in gravidanza e ai bambini nei primi anni di vita; poi nel sistema scolastico garantendo l’accesso al maggior numero possibile di persone; ancora nel lavoro, migliorandone la regolamentazione e le condizioni, creando occupazione e offrendo supporto alle persone senza lavoro; introducendo un reddito minimo; nella tutela dell’ambiente e
Non possiamo contare solo sui comportamenti spontanei, servono regole chiare per condizionare le scelte delle imprese Michael Marmot È professore di Epidemiologia presso l’University College London e Presidente della World Medical Association. Il 2 giugno alle 18 presso il teatro sociale di Trento parlerà di “Vita e morte nella scala sociale”: la salute non dipendente solo dall’accesso alle cure quanto dalla natura della società