“Leggiamo solo di sughi e oroscopi: per questo il nostro Pil è così basso”
L’INTERVISTA ROBERTO VACCA Il matematico: “I politici pensino al deserto dei saperi che genera impoverimento”
Si sta con due piedi in una scarpa davanti a Roberto Vacca, tanto il suo sapere mette in soggezione. Matematico e ingegnere, firma di Nova, l’inserto scientifico delSole 24 Ore, ma anche della rivista L’Orologio, Vacca è l’unico scrittore di fantascienza – ha fatto anche questo, oltre a mettersi in tasca lo smagliante traguardo dei novant’anni, giusto oggi – ad avere padronanza assoluta della materia.
In un romanzo sul crollo della Russia sovietica, La Suprema Pokazuka, già nel 1978 Vacca – noto alle folle come “fut urologo” – aveva infatti previsto Internet. Ed è pozzo di scienza e tante altre cose Vacca, è anche fine compositore di sonetti romaneschi “faccio le sedute spiritiche per farmi dettare i versi da Giuseppe Gioachino Belli”, dice…
Fa le sedute spiritiche? Sorride l’ingegner Vacca e l’interlocutore, ahimè, annaspa davanti a questa quercia dannatamente affascinante che ai Lincei ha incrociato un Karl Popper, l’epistemologo di Congetture e confutazioni, una Rita Levi Montalcini e poi anche un Abdus Salam, il premio Nobel per la Fisica, “un pachistano Ahmadija”, racconta oggi Vacca, “matto come un cavallo ma capace di intrattenere tre distinte conversazioni contemporaneamente; io me ne stavo zitto a osservarlo per capire come riuscisse a fare ciò”.
Osservare e capire, dunque, e sempre. E Vacca, nell’assolata stanza da lavoro, prosegue nel suo proposito di imparare ogni giorno una cosa nuova e così aggiungere lume alla lumiera della ragione.
Il suo grande merito, infatti, è nell’imparare, e nell’aiutare gli altri ad apprendere. Mi ascolti: alla gente non importa nulla del sapere. Ed è la causa prima per cui il nostro Pil arranca. Matteo Renzi – o chi per lui, Paolo Gentiloni – invece di far propaganda sugli irrilevanti decimali, dovrebbe interrogarsi sul deserto dei saperi che genera l’impoverimento. Il Prodotto interno lordo sappiamo misurarlo solo in modo approssimativo: i valori pubblicati dall’Istat sono affetti da erro- ri di parecchi percento. Certo il Pil cresce se le aziende investono di più in ricerca e sviluppo. Cultura e scienza generano prosperità economica: i cinesi mirano a portare cento delle loro università al più alto livello mondiale. Non vuole saperne di sapere, la gente? Diciamocelo: di cosa si parla nell’informazione, oggi? Di cucina, di gite, di tempo libero, di reality show. Apriamo il giornale e, con buona pace di Al Gore, si dà per sicuro che sia antropico il riscaldamento climatico. Si ignorano il ciclo di 100.000 anni scoperto da Milankovitch e quello di 1000 anni studiato da Svensmark. Si annuncia che i ghiacci si sciolgono e andiamo tutti sott’acqua. Non c’è rischio a breve scadenza: certo è vitale continuare a osservare e misurare – soprattutto a studiare per capire questi processi molto complicati e per divisare misure protettive.
L’allarme del riscaldamento è un refrain ormai eterno. L’opinione pubblica teme ciò che è meno rischioso e non si spaventa di ciò che è veramente pericoloso. Ho scritto al Papa….
Al Papa, Francesco Bergoglio?
Gli ho scritto questo: bello e giusto invocare la Pace, ammazzare un uomo non è giusto…
Giusto, non è giusto.
E lui lo dice, non è giusto uccidere un essere umano. Giusto. E ammazzarne diecimila neppure.
Neppure, giusto. Non è giusto.
E lui lo dice: togliere di mezzo diecimila persone non si fa. Perfetto, siamo d’a ccor do. Ma un miliardo di essere umani, invece, sì, è forse giusto? Gli ho scritto questo: non dice niente del rischio di uccidere un miliardo di esseri umani?. Che cosa non ha detto il Pontefice?
Non lo dice lui, e non lo dicono i leader del mondo, non ne parlano i grandi filosofi, la stessa gente non si preoccupa di un rischio molto più tremendo dello scioglimento dei ghiacciai: le bombe nucleari. In tutto il mondo ce ne sono 22.000. Alcune di queste si sono perse. Davanti alla costa americana, per esempio, da vent’anni, al largo di Atlanta ce n’è una a 1.500 metri di pro- fondità. Se la sono persa con l’aereo che è caduto proprio lì. Sarebbe rischioso anche recuperarla. Una guerra nucleare potrebbe scoppiare anche per sbaglio. Gli arsenali atomici contengono un potenziale distruttivo equivalente a 700 kg di alto esplosivo per ognuno di noi quando sappiamo che per fare secco un uomo bastano solo pochi watt, un decimo d’ampere e si tirano le cuoia. Nessuno si spaventa di un rischio così pressante, ma… .
Nessuno si spaventa perché nessuno sa.
Il progresso è fatto di idee nuove. Dal punto di vista di crescita e innovazione in Italia siamo indietro. Invece di aumentare gli investimenti nello studio facciamo i tagli. Se non diventiamo più bravi, insomma, non sapremo gestire la tecnologia che diventa sempre più complessa. Non abbiamo un politecnico gestito dall’industria, poche aziende investono nella formazione; per non dire dell’informazione, della tivù, dei giornali…
Per non dire?
Opera meritoria in tivù la fanno Piero Angela e il figlio Alberto, moltissimo fa Piergiorgio Odifreddi, tranne quando perde tempo a parlare col Papa...
Come, una perdita di tempo, ma se…
…ma gli va a confutare le illo-
gicità! Dico io: se non le ha il Pontefice, le illogicità…. E però, insomma…
Alle corte: le cose davvero interessanti, non interessano. Tutti i quotidiani fanno a gara a ridurre le pagine dedicate alla scienza. Sfogli Repubbli
ca: è il quotidiano che pur dovrebbe avere nella carne il dna de Il Mondo di Mario Pannunzio, e invece ci sono pagine, pagine e pagine di gastronomia, di sughetti e arrosto e anche di astrologia. A proposito del M ond o. Vacca aveva su quelle pagine una rubrica, Pe r e ng ana…
Cronache di un’isola grande il doppio della Sicilia, messa al
I miei primi 90 anni Basta aspettare e arrivano; occorre fare ginnastica, individuare i muscoli; e imparare, imparare…