Baby boss: “Feroci come jihadisti e trendy come divi”
Viaggio tra i “muccusielli”
UN ROMANZOnon romanzo. Un reportage giornalistico che tale non è. Questo è Gotham City. Viaggio segreto nella camorra dei bambini, scritto da Simone Di Meo (Piemme, pagg. 383, euro 18,50). Un lungo viaggio nell’inferno napoletano scritto con la penna di chi conosce la città e i suoi angoli più violenti. Di Meo è un cronista (scrive per Il Giornale e Panorama ) che ha seguito le ultimissime evoluzioni della camorra, quella dei baby-camorristi “feroci come jihadisti e trendy come divi”. Una volta, ai tempi dei grandi boss padroni della droga e di tutti gli affari illeciti, erano i “muccusielli”, ragazzini col moccolo al naso, buoni solo per fare i “pali” in una piazza di spaccio, poi decisero di fare da soli. E diventarono i baby-boss, i capi delle “paranze dei bambini”. Scorrendo le pagine del libro si capisce subito che Di Meo ha divorato migliaia di fogli di inchieste poliziesche e giudiziarie, che è arrivato di corsa col suo taccuino nei vicoli per raccontare l’ennesima vittima di una “stesa”, che si è introdotto in quel mondo oscuro per carpire segreti e confessioni dei camorristi bambini. Ma c’è un di più, ed è la penna dello scrittore che tiene insieme nomi e storie diverse trasformando la realtà in romanzo. Ecco perché Gotham City… è un “libro bastardo”.