Caro Pino, mi sbagliavo Non voto più nessuno
I tre principali poli politici del Paese stanno bruciando le tappe per arrivare ad approvare una nuova legge elettorale che porti al più presto i cittadini alle urne. Sembra che lo strano trio Berlusconi- Grillo-Renzi sia stato colto da un’improvvisa fregola da urna al punto da far tralasciare ogni altro argomento politico o emergenza economica e sociale endemiche nel martoriato stivale. Pur di arrivare alle elezioni a ottobre, se non addirittura a settembre, non si preoccupano minimamente di portarci all’esercizio provvisorio che sarebbe l’anticamera del procedimento di infrazione a cui Bruxelles non vede l’ora di inchiodarci. Mi fa strano dirlo ma bisogna dare ragione a Pierluigi Bersani quando afferma l’assurdità di andare alle elezioni senza aver prima messo i conti in sicurezza. Come al solito davanti all’interesse comune i nostri politici mettono i loro "affari di bottega", tanto sanno che il conto, alla fine, lo pagherà come sempre ‘pantalone’. Si sono stracciati le vesti ad invocare la responsabilità civile per gli errori commessi dai magistrati; propongo una legge di iniziativa popolare per far pagare di tasca propria tutti i danni provocati al Paese dalle loro scelte scellerate.
Caro Eisenberg, Trump non può avvelenare la Terra
Come reagirebbe l’ambasciatore Lewis M. Eisenberg se un grosso signore facesse la pipì nella piscina di tutti? Sono sicuro che sarebbe indignato. Ebbene, il suo presidente Trump sta facendo una cosa più grave: ignorare i limiti all'inquinamento industriale, avvelenando così il pianeta di tutti, fino a cambiarne il clima.
Questa scelta è irresponsabile e danneggia la considerazione delle istituzioni statunitensi da parte di moltissimi cittadini che chiedono rispetto per la Terra. La responsabilità si fonda sul “limite”, un concetto contrastato dal capitalismo. Se limitiamo le nostre pretese e le nostre emissioni di CO2, sopravvivremo tutti. Se avveleniamo campi e sorgenti ci ammaleremo fino a soccombere. Ambasciatore, riferisca al suo presidente la grande indignazione di molti cittadini italiani ed europei per la sconcertante scelta di recedere dall'Accordo di Parigi sul clima. MASSIMO CACCIARI “Grillo vuole i nominati come Renzi e Berlusconi”.
Intervista di Tommaso Rodano. "Il Fatto Quotidiano".
GIORNI FA, nel traffico romano, il tassista del 3570 Pino (che saluto) mi ha domandato a chi avrei dato il voto alle prossime elezioni. Molto ingenuamente (troppo) gli ho risposto che avrei esaminato vita e opere di ciascun candidato presente nella mia circoscrizione e mi sarei fatto un’idea su colui che meglio mi avrebbe potuto rappresentare nel nuovo parlamento della Repubblica.
Dunque, ha osservato Pino, lei non sceglierà un partito? No, ho replicato, rispetto a una sigla o ad uno spot che non mi riscaldano più meglio, molto meglio indicare sulla scheda la preferenza per una persona, per “quella” persona.
Caro Pino, ti chiedo scusa perché purtroppo mi sbagliavo di grosso. Credevo che il sistema elettorale concordato da Pd, Forza Italia e M5s, tedesco o non tedesco avrebbe eliminato lo sconcio del parlamento dei nominati (dichiarato incostituzionale dalla Corte) per restituire all’elettore il diritto di esprimere la propria volontà in modo pieno e consapevole. Ci ritroviamo, invece e daccapo, con l’obbrobrio che Marco Travaglio ha battezzato su queste pagine, “Merdinellum”, dopo averlo scomposto pezzo per pezzo. La domanda è: perché da circa vent’anni cambiano gli attori ma il copione è sempre lo stesso, selezionare e controllare gli eletti altamente fregandosene degli elettori? Una prima risposta può essere: perché nel frattempo la democrazia dei molti, inclusiva e partecipativa è stata trasformata, forzatura dopo for- Dalle vette dei suoi antichi trionfi politici ed elettorali di primo segretario del Pd, Veltroni, sul Corriere della Sera, si è travestito da Ginettaccio Bartali e da Max D'Alema e ha detto a Renzi: “Matteo, è tutto sbagliato, tutto da rifare”. Forse, Walter sarebbe stato più credibile se avesse fatto precedere la sua requisitoria da una, seppur parziale, autocritica sui non pochi errori commessi.
E, forte del successo di ascolti del suo costoso programma Dieci Cose su Rai 1, Veltroni avrebbe potuto indicare all’ex premier almeno tre o quattro cose da realizzare per risalire la corrente, senza esser costretto ad allearsi con il principale esponente dello schieramento avversario: l'eterno nonno Berlusconi. zatura, in una democrazia dei pochi, manovrata da un cerchio ristretto di capi carismatici e gestori che pur con un consenso minoritario intende governare una massa che considera confusa, dispersa e incapace di organizzarsi. Lasciamo agli scienziati della politica un’analisi meno abborracciata di un fenomeno che in situazioni più serie e drammatiche sta dando vita alle democrazia illiberali (democrature) dell’Uomo forte (Putin in Russia, Erdogan in Turchia).
Restiamo nel cortile di casa nostra per domandarci ancora: che Berlusconi e Renzi cultori del partito personale cerchino di manovrare le cose a loro piacimento è comprensibile, ma come possono i Cinque Stelle fautori della democrazia diretta imporre i loro candidati agli elettori al pari degli altri partiti? Grillo ha già risposto appellandosi alle primarie del movimento pur sapendo che qualche migliaio di clic (quando va bene) non possono certo sostituirsi a quegli otto o nove milioni di cittadini su cui secondo i sondaggi il M5s può ancora puntare.
Qualcuno sostiene che Grillo e il giovane Casaleggio scottati dalle numerose esperienze di eletti poi sfuggiti al loro controllo e quindi espulsi vogliano ora plasmare dei gruppi parlamentari il più possibile allineati. Può darsi, ma una cosa è certa: con una legge elettorale siffatta, caro Pino, il partito di gran lunga più forte, quello degli astenuti, avrà un sostegno in più. Il mio.
00184 Roma, via di Sant’Erasmo n°2 lettere@ilfattoquotidiano.it Anche Grillo si è omologato al sistema Renzi. Se passa questa melma non voto più per i Cinque Stelle. Grillo dice che la maggioranza ha votato per il sistema tedesco, ma forse non ha spiegato bene agli elettori del 5Stelle cosa si intende in Italia con “sistema tedesco”, perché sono sicuro che gli italiani non sono fessi e, come me, se scoprono di essere stati presi in giro la faranno pagare cara al Movimento. Spero che Grillo trovi il coraggio di essere diverso dagli altri pseudo politici, altrimenti il Movimento non ha motivo di esistere. In parlamento torneranno i nani e le ballerine che già oggi bivaccano senza capire il loro scopo, e da lì potranno, alla faccia di tutti noi, inviarci uno stupido “ciaone”.
Ce lo meritiamo? Dipende solo da noi evitare che nani e ballerine continuino a distruggere questo Paese.
Con il No gli italiani si sono espressi. Per l’ultima volta?
Al Referendum gli italiani con il ‘No’ riuscirono ad impedire una riforma incostituzionale. Se passerà questa legge elettorale truffaldina come potranno gli italiani esprimere la loro contrarietà ed impedire nuovamente un Parlamento di nominati e servi?
Non possiamo raccogliere le firme per dissuadere i politici dal fregarci nuovamente? Non credo né nell'assenteismo, né nella scheda bianca, ma con questa legge elettorale come posso esprimere la mia volontà politica e scegliere un candidato di mia fiducia, magari sconosciuto ? Facciamo qualcosa di significativo. Come è agevole verificare, la versione di Eni è stata già riportata nell’articolo pubblicato ieri. Se non bastasse, per quanto riguarda gli usi civili dell’acqua, abbiamo riportato la posizione dell’Arpab, che non ha segnalato criticità. Con l’auspicio che Eni voglia perdonarci, per non averla ringraziata di aver sversato idrocarburi nelle acque sotterranee della sola area industriale, continueremo ad occuparci di questa vicenda.
Antonio Padellaro - il Fatto Quotidiano
I NOSTRI ERRORI
Devo a Fabrizio Cicchitto una fondamentale rettifica nell’intervista pubblicata ieri. L’esponente di Ncd ricorda un episodio di quando Renzi e D’Alema, al contrario di adesso, andavano d’amore e d’accordo. In quell’occasione D’Alema, romanista come Cicchitto, regalò a Renzi la maglia giallorossa numero dieci di Francesco Totti, in segno di una stima senza riserve. Io, in preda un lapsus politico-calcistico, ho scritto il contrario. Me ne scuso con Cicchitto e i lettori. Quando di mezzo ci sono la Roma e Totti non si scherza.