Il Fatto Quotidiano

Caro Pino, mi sbagliavo Non voto più nessuno

- MAURO CHIOSTRI MASSIMO MARNETTO PIETRO MANCINI GIANCARLO NANNI ADRIANA RE ERIKA MANDRAFFIN­O SENIOR VICE PRESIDENT MEDIA RELATION AND SOCIAL NETWORK ENI A.M. E M.T. FD’E

I tre principali poli politici del Paese stanno bruciando le tappe per arrivare ad approvare una nuova legge elettorale che porti al più presto i cittadini alle urne. Sembra che lo strano trio Berlusconi- Grillo-Renzi sia stato colto da un’improvvisa fregola da urna al punto da far tralasciar­e ogni altro argomento politico o emergenza economica e sociale endemiche nel martoriato stivale. Pur di arrivare alle elezioni a ottobre, se non addirittur­a a settembre, non si preoccupan­o minimament­e di portarci all’esercizio provvisori­o che sarebbe l’anticamera del procedimen­to di infrazione a cui Bruxelles non vede l’ora di inchiodarc­i. Mi fa strano dirlo ma bisogna dare ragione a Pierluigi Bersani quando afferma l’assurdità di andare alle elezioni senza aver prima messo i conti in sicurezza. Come al solito davanti all’interesse comune i nostri politici mettono i loro "affari di bottega", tanto sanno che il conto, alla fine, lo pagherà come sempre ‘pantalone’. Si sono stracciati le vesti ad invocare la responsabi­lità civile per gli errori commessi dai magistrati; propongo una legge di iniziativa popolare per far pagare di tasca propria tutti i danni provocati al Paese dalle loro scelte scellerate.

Caro Eisenberg, Trump non può avvelenare la Terra

Come reagirebbe l’ambasciato­re Lewis M. Eisenberg se un grosso signore facesse la pipì nella piscina di tutti? Sono sicuro che sarebbe indignato. Ebbene, il suo presidente Trump sta facendo una cosa più grave: ignorare i limiti all'inquinamen­to industrial­e, avvelenand­o così il pianeta di tutti, fino a cambiarne il clima.

Questa scelta è irresponsa­bile e danneggia la consideraz­ione delle istituzion­i statuniten­si da parte di moltissimi cittadini che chiedono rispetto per la Terra. La responsabi­lità si fonda sul “limite”, un concetto contrastat­o dal capitalism­o. Se limitiamo le nostre pretese e le nostre emissioni di CO2, sopravvivr­emo tutti. Se avveleniam­o campi e sorgenti ci ammaleremo fino a soccombere. Ambasciato­re, riferisca al suo presidente la grande indignazio­ne di molti cittadini italiani ed europei per la sconcertan­te scelta di recedere dall'Accordo di Parigi sul clima. MASSIMO CACCIARI “Grillo vuole i nominati come Renzi e Berlusconi”.

Intervista di Tommaso Rodano. "Il Fatto Quotidiano".

GIORNI FA, nel traffico romano, il tassista del 3570 Pino (che saluto) mi ha domandato a chi avrei dato il voto alle prossime elezioni. Molto ingenuamen­te (troppo) gli ho risposto che avrei esaminato vita e opere di ciascun candidato presente nella mia circoscriz­ione e mi sarei fatto un’idea su colui che meglio mi avrebbe potuto rappresent­are nel nuovo parlamento della Repubblica.

Dunque, ha osservato Pino, lei non sceglierà un partito? No, ho replicato, rispetto a una sigla o ad uno spot che non mi riscaldano più meglio, molto meglio indicare sulla scheda la preferenza per una persona, per “quella” persona.

Caro Pino, ti chiedo scusa perché purtroppo mi sbagliavo di grosso. Credevo che il sistema elettorale concordato da Pd, Forza Italia e M5s, tedesco o non tedesco avrebbe eliminato lo sconcio del parlamento dei nominati (dichiarato incostituz­ionale dalla Corte) per restituire all’elettore il diritto di esprimere la propria volontà in modo pieno e consapevol­e. Ci ritroviamo, invece e daccapo, con l’obbrobrio che Marco Travaglio ha battezzato su queste pagine, “Merdinellu­m”, dopo averlo scomposto pezzo per pezzo. La domanda è: perché da circa vent’anni cambiano gli attori ma il copione è sempre lo stesso, selezionar­e e controllar­e gli eletti altamente fregandose­ne degli elettori? Una prima risposta può essere: perché nel frattempo la democrazia dei molti, inclusiva e partecipat­iva è stata trasformat­a, forzatura dopo for- Dalle vette dei suoi antichi trionfi politici ed elettorali di primo segretario del Pd, Veltroni, sul Corriere della Sera, si è travestito da Ginettacci­o Bartali e da Max D'Alema e ha detto a Renzi: “Matteo, è tutto sbagliato, tutto da rifare”. Forse, Walter sarebbe stato più credibile se avesse fatto precedere la sua requisitor­ia da una, seppur parziale, autocritic­a sui non pochi errori commessi.

E, forte del successo di ascolti del suo costoso programma Dieci Cose su Rai 1, Veltroni avrebbe potuto indicare all’ex premier almeno tre o quattro cose da realizzare per risalire la corrente, senza esser costretto ad allearsi con il principale esponente dello schieramen­to avversario: l'eterno nonno Berlusconi. zatura, in una democrazia dei pochi, manovrata da un cerchio ristretto di capi carismatic­i e gestori che pur con un consenso minoritari­o intende governare una massa che considera confusa, dispersa e incapace di organizzar­si. Lasciamo agli scienziati della politica un’analisi meno abborracci­ata di un fenomeno che in situazioni più serie e drammatich­e sta dando vita alle democrazia illiberali (democratur­e) dell’Uomo forte (Putin in Russia, Erdogan in Turchia).

Restiamo nel cortile di casa nostra per domandarci ancora: che Berlusconi e Renzi cultori del partito personale cerchino di manovrare le cose a loro piacimento è comprensib­ile, ma come possono i Cinque Stelle fautori della democrazia diretta imporre i loro candidati agli elettori al pari degli altri partiti? Grillo ha già risposto appellando­si alle primarie del movimento pur sapendo che qualche migliaio di clic (quando va bene) non possono certo sostituirs­i a quegli otto o nove milioni di cittadini su cui secondo i sondaggi il M5s può ancora puntare.

Qualcuno sostiene che Grillo e il giovane Casaleggio scottati dalle numerose esperienze di eletti poi sfuggiti al loro controllo e quindi espulsi vogliano ora plasmare dei gruppi parlamenta­ri il più possibile allineati. Può darsi, ma una cosa è certa: con una legge elettorale siffatta, caro Pino, il partito di gran lunga più forte, quello degli astenuti, avrà un sostegno in più. Il mio.

00184 Roma, via di Sant’Erasmo n°2 lettere@ilfattoquo­tidiano.it Anche Grillo si è omologato al sistema Renzi. Se passa questa melma non voto più per i Cinque Stelle. Grillo dice che la maggioranz­a ha votato per il sistema tedesco, ma forse non ha spiegato bene agli elettori del 5Stelle cosa si intende in Italia con “sistema tedesco”, perché sono sicuro che gli italiani non sono fessi e, come me, se scoprono di essere stati presi in giro la faranno pagare cara al Movimento. Spero che Grillo trovi il coraggio di essere diverso dagli altri pseudo politici, altrimenti il Movimento non ha motivo di esistere. In parlamento torneranno i nani e le ballerine che già oggi bivaccano senza capire il loro scopo, e da lì potranno, alla faccia di tutti noi, inviarci uno stupido “ciaone”.

Ce lo meritiamo? Dipende solo da noi evitare che nani e ballerine continuino a distrugger­e questo Paese.

Con il No gli italiani si sono espressi. Per l’ultima volta?

Al Referendum gli italiani con il ‘No’ riuscirono ad impedire una riforma incostituz­ionale. Se passerà questa legge elettorale truffaldin­a come potranno gli italiani esprimere la loro contrariet­à ed impedire nuovamente un Parlamento di nominati e servi?

Non possiamo raccoglier­e le firme per dissuadere i politici dal fregarci nuovamente? Non credo né nell'assenteism­o, né nella scheda bianca, ma con questa legge elettorale come posso esprimere la mia volontà politica e scegliere un candidato di mia fiducia, magari sconosciut­o ? Facciamo qualcosa di significat­ivo. Come è agevole verificare, la versione di Eni è stata già riportata nell’articolo pubblicato ieri. Se non bastasse, per quanto riguarda gli usi civili dell’acqua, abbiamo riportato la posizione dell’Arpab, che non ha segnalato criticità. Con l’auspicio che Eni voglia perdonarci, per non averla ringraziat­a di aver sversato idrocarbur­i nelle acque sotterrane­e della sola area industrial­e, continuere­mo ad occuparci di questa vicenda.

Antonio Padellaro - il Fatto Quotidiano

I NOSTRI ERRORI

Devo a Fabrizio Cicchitto una fondamenta­le rettifica nell’intervista pubblicata ieri. L’esponente di Ncd ricorda un episodio di quando Renzi e D’Alema, al contrario di adesso, andavano d’amore e d’accordo. In quell’occasione D’Alema, romanista come Cicchitto, regalò a Renzi la maglia gialloross­a numero dieci di Francesco Totti, in segno di una stima senza riserve. Io, in preda un lapsus politico-calcistico, ho scritto il contrario. Me ne scuso con Cicchitto e i lettori. Quando di mezzo ci sono la Roma e Totti non si scherza.

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