Le contorsioni di Grillo: critica e poi approva il finto tedesco
Prima dice: “Questa legge non si capisce”. Ma si corregge: “Stiamo lavorando bene”
Metti Beppe Grillo tra la gente, a parlare, e lui dirà come la pensa davvero. “Stiamo facendo una legge elettorale che non capisce più nessuno, neanche voi riuscite a capire quando dovete mettere otto croci su cinque sei cose che non capite”, ammette il fondatore dei 5Stelle a Taranto, mentre chiacchiera con alcuni operai dell’Ilva.
È UNA CONFESSIONE: questa legge non piace neanche a Grillo, che venerdì dal blog aveva ricordato di essere innanzitutto il capo, intimando ordine e disciplina ai parlamentari critici: “I portavoce devono rispettare il mandato degli iscritti sul modello tedesco”. Però questo non è il davvero il tedesco, perché manca il voto disgiunto. E non ci sono neppure le preferenze, assenti nella legge germanica, ma che nel dna del Movimento ci sono. E allora Grillo geme: “Ci sono parole che non hanno più senso: democrazia, voto… che cos’è io non lo so più”. Sincero, ma anche un po’ politico, perché in quelle sillabe c’è un avviso al Pd: su preferenze e voto disgiunto bisogna ancora discutere.
Poi, però, è ovvio chiedersi: il fondatore che (si) confessa pensa anche di rovesciare il tavolo? Improbabile. E di fatto lo dice proprio Grillo su Facebook: “Sulla legge elettorale stiamo facendo un lavoro certosino. Ci abbiamo messo la faccia perché non potevamo lasciare che Pd e Forza Italia scrivessero le regole del gioco a loro uso e consumo. Vogliamo dare al Paese una legge e- lettorale costituzionale e lo stiamo facendo”. Parole che servono soprattutto per non lasciare solo Danilo Toninelli, lo sherpa del M5s sulla legge elettorale, che lunedì ha assistito ai nuovi malumori di alcuni colleghi in assemblea: “Se non avesse precisato Beppe avrebbe delegittimato Toninelli anche nelle trattative con i partiti”, ragionano nel Movimento. Tanto che al Tg2 aggiunge: “Sulla legge elettorale stiamo lavorando benissimo”. Ovvero, Toninelli e gli altri della commissione Affari costituzionali hanno la mia piena fiducia e il mio pieno mandato. Ma qualcosa in più dovranno tentare di ottenerlo per rendere la legge “meno complicata”.
Uscita tattica
Il fondatore del M5s sa che per convincere la base servono voto disgiunto o preferenze