Il Fatto Quotidiano

Dagli ex terroristi rossi ai “comuni”: non solo i boss muoiono in carcere

Decine di decessi ogni anno, suicidi esclusi

- » DAVIDE MILOSA

Morti

in carcere per cause naturali. La storia penitenzia­ria italiana è zeppa di nomi eccellenti e di criminali, mafiosi o meno, che in libertà hanno commesso reati anche gravissimi. Ma anche di persone comuni che nei nostri penitenzia­ri sono morte senza che per loro si attivasse addirittur­a la Cassazione come nel caso di Totò Riina. Si tratta di storie senza nomi che in molti casi incrociano il disagio sociale di chi fuori dal carcere non ha nessuno.

AD OGGI , ad esempio, sono circa 15mila i detenuti che, pur dovendo scontare pene minime, restano ancora reclusi. Persone senza nome, ma anche criminali illustri. Nessuno, ad oggi, aveva avuto il via libera da parte della Cassazione. Il primo esempio è quello di Bernar- do Provenzano. Eminenza grigia dei corleonesi, lo zu Binnu è morto all’età di 83 anni nel carcere milanese di Opera il 13 luglio 2016. Un altro vecchio boss, questa volta in quota camorra, è morto il 3 dicembre 2015. Anche questo decesso si è registrato a Opera. Si tratta di Luigi Vollaro detto il Califfo. La storia, si è detto, è lunga. E non c'è solo la mafia. A morire in carcere sono stati molti ex brigatisti. Tra loro certamente il caso più noto è quello di Germano Maccari, il quarto uomo del sequestro Moro, nonché uno dei carcerieri dell'ex presi- dente della Dc. Maccari è deceduto di morte naturale ( infarto recita il referto medico) nel carcere romano di Rebibbia il 26 agosto del 2001. Altro infarto per Luigi Fallico, altro ex brigatista.

MORTO nel carcere di Viterbo il 23 maggio 2011. Prima della morte era sotto processo a Roma assieme ad altre persone ritenute eredi delle vecchie Brigate Rosse. Era stato arrestato nel 2009. Fu esponente della prima ora del Movimento comunista rivoluzion­ario Nucleo Tiburtino, nome di battaglia “il gatto” o “il cor- niciaio”. Muore in galera anche l'ex di Prima linea Roberto Sandalo. Decesso registrato nel 2014. In quell'anno, Sandalo non si trova certo in carcere per la sua attività eversiva. Lui, arrestato nel 1980, inizierà subito a collaborar­e con l’autorità giudiziari­a. Scarcerato, negli anni si avvicina alle idee della Lega nord. Poi nel 2007 si rende responsabi­le di alcuni attentati anti-islamici, in particolar­e attentati dinamitard­i contro moschee a Milano. Da qui l’ultimo arresto nel 2009. La condanna a 9 anni e il decesso per cause naturali nel 2014 nel carcere di Parma. E poi ci sono gli ultimi. Nei primi sei mesi di quest’anno sono state 39 le morti. Di queste ben 19 i suicidi

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Ex Prima linea Roberto Sandalo, morto nel 2014

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