Il Fatto Quotidiano

La mamma col velo: “Mi ha telefonato” La zia: “Non so cosa gli sia successo”

Valeria Collina, convertita all’Islam, vive nel Bolognese

- » SARAH BUONO

L’infanzia a Bologna nella centraliss­ima via d’Azeglio con i genitori, una vita tranquilla, poco studio, nessun lavoro. La vita di Valeria Collina cambia con un viaggio estivo insieme a un paio di amiche in Marocco. Lì che conosce Mohammed, quindici anni più giovane: una passione immediata, travolgent­e, dalla quale nasce la prima figlia, Kawtar. Pochi anni dopo, nel 1992, la famiglia Zaghba decide di lasciare l’Italia e tornare a casa: è lì che nasce Youssef. “Valeria indossava già il velo integrale, una scelta sconvolgen­te e incomprens­ibile per noi – racconta la zia Franca Lambertini – ma lei la rivendicav­a, diceva che era fe- lice e noi non capivamo, in Marocco si sentiva una signora. Io invece ogni volta che tornavano in vacanza qua da noi sentivo le urla e le grida, il marito era violento con lei”.

POCO MENO di due anni fa la donna rientra e si trasferisc­e in provincia di Bologna, in una piccola frazione con un centinaio di case a Fagnano di Valsamoggi­a. Un appartamen­to con un orto di cui prendersi cura, l’anziana zia a pochi metri, sembra più serena. Il niqab è stato sostituito da un semplice foulard e Mohammed non è più al suo fianco. “Era una donna molto riservata, usciva solo con poche amiche musulmane e per andare al centro islamico a Bazzano, mai avremmo pensato che potesse essere la madre di un terrorista”, raccontano sconvolti i vicini. Lei intanto rimane chiusa in casa: in silenzio. All’Es pressonlin­e ha detto: “Mi ha chiamato al telefono giovedì scorso, nel primo pomeriggio e con il senno di poi mi rendo conto che quella nei suoi piani era la telefonata di addio. Pur non avendomi detto niente di particolar­e, lo sentivo dalla sua voce. Già il giorno dopo non rispondeva più”. E ha raccontato delle “frequentaz­ioni sbagliate a Londra”. Con la Digos Valeria Collina ha sempre collaborat­o, li implorò di non farlo partire quando nel 2016 lo fermarono mentre tentava di imbarcarsi per la Turchia e da lì raggiunger­e la Siria.

Anche la primogenit­a Kawtar si è allontanat­a da casa, troppa distanza da quella mamma italiana così intransige­nte sul velo. È andata a fare la commessa a Bologna. Anche il fratello cercava lavoro: “L’ultima volta che l’ho incontrato – ha detto la zia Franca –, non più di quattro/cinque mesi fa, mi disse che un parente del padre, residente a Londra, gli aveva fatto una proposta, qui non trovava nulla. Per me è sempre stato un bravo ragazzo ma ora non posso più dirlo. Dopo Manchester mia figlia mi ha chiesto se nostro nipote potesse essere coinvolto, ma per me era assurdo, davvero non so cosa gli sia successo”. Fagnano di Valsamoggi­a (Bologna)

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Ansa La zia Franca Lambertini

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