Ma guarda che novità: chiudiamo i campi rom
Se si fosse falsamente pentito e avesse contribuito alla celebrazione di processi farlocchi in stile Trattativa Stato-mafia, calunniando alti esponenti delle istituzioni (oltre agli immancabili colletti bianchi), oggi non starebbe in carcere e sarebbe un Santo da venerare, o un latitante che si gode la sua vecchiaia in qualche bunker sotterraneo di Corleone. Ne consegue che il 41-bis, oltre che una misura incostituzionale, è perfettamente controproducente: serve solo a spingere i mafiosi a dire bugie pur di uscirne. Uno Stato, poi, che non riesce a sorvegliare un moribondo di 90 anni totalmente analfabeta, se non chiudendolo in una stanza video sorvegliata in regime di isolamento, è uno Stato inefficiente e che, soprattutto, non si fida di se stesso. Se trattandolo come una bestia non si è riusciti a fargli aprire bocca, non è da escludere che trattandolo meglio e illudendolo di non avere mille occhi su di lui, si riesca a carpirne qualche segreto, o addirittura ad acciuffare Messina Denaro.
Sui giornali si scrive caccia ma si legge bracconaggio
Leggo spesso notizie su “incidenti di caccia” in cui spesso si registrano vittime umane. Leggo le date delle notizie e resto allibito: aprile, maggio, giugno.
Ma se la caccia è chiusa da fine gennaio? Questo modo di addolcire la realtà è significativo di un momento in cui le forze politiche fanno di tutto per annoverare la caccia tra le “tradizioni” degne di essere tutelate come quelle gastronomiche o le feste tradizionali. Non si scrive che cacciare fuori i tempi previsti e spesso all’interno di aree protette si chiama “bracconaggio” e può costituire un reato dai risvolti penali. Minimizzare questi fatti non rende una corretta informazione e sorvola su elementi importanti come il fatto che si uccidono animali in fase riproduttiva, si smerciano carni senza controlli sanitari e si espongono turisti e amanti della natura a rischi mortali da parte di pallottole vaganti. E i politici fanno di tutto per accontentare i cacciatori: aperture anticipate e chiusure posticipate, “abbattimenti selettivi” di tante specie animali; tentativi di aprire alla caccia anche parchi e riserve naturali, dopo aver demolito i corpi di vigilanza, instaurando un regime di “caccia permanente ed effettiva” per tutto l’ anno. CARO FURIO COLOMBO, quando meno te l'aspetti, anche la sindaca Raggi di Roma ha qualcosa di nuovo e originale da comunicare: chiuderà i campi nomadi. Fuori tutti. Senza se e senza ma. VIRGINIA RAGGInella sua prima intervista a pagina piena con foto del Corriere della Sera (5 giugno), viene messa con le spalle al muro da una domanda senza scampo dell’intervistatore Emanuele Buzzi: “Dicono che lei preferisca aiutare i rom piuttosto che le famiglie povere”. Strano che un professionista dell’informazione formuli la frase in questo modo, secondo il credo leghista. Ovvero trasporti nella sua intervista il secolare, pesantissimo pregiudizio sui rom. Ma lo ha fatto, e la Raggi sta al gioco, e se si tratta di dare addosso ai rom come causa dei mali cittadini, non si tira indietro: “A Roma ci sono nove campi rom autorizzati. Per iniziare (si sente subito un profumo di aria nuova, ndr) ne chiuderemo due e faremo tornare alla legalità intere zone della città”. Interessante questo illuminato punto di vista della prima cittadina, che definisce senza esitazione “illegale”, e contagiosa per la legalità di un intero quartiere, una parte dei suoi cittadini, che sono (vedere Istat) quasi tutti cittadini italiani, e vivono (vedere Raggi) in luoghi autorizzati. Ma interessante è anche il modo in cui procede l’intervista. Infatti dovrebbe Violare i principi della legge sulla caccia la 157/92 a suo tempo salutata da ambientalisti e cacciatori come un punto di equilibrio tra le diverse esigenze non è un passo avanti, ma un sintomo del crescente degrado che ci circonda.
Nel dubbio il concorso dei Vigili del Fuoco è da rifare
Sono un vigile del fuoco da 14 anni, ho letto il vostro articolo sulle irregolarità concorsuali e anche un messaggio di Frattasi, capo del dipartimento, mandato tramite la segreteria Cisl ai suoi iscritti, dove ribadisce che il concorso non sarà annullato per distruggere le aspettative di tanti giovani in cerca di lavoro e di coronare il loro sogno di diventare vigile del fuoco.
Che il tentativo messo in atto è frutto di qualche sindacato che tende a demolire il concorso per sponsorizzare una stabilizzazione scellerata e clientelare, per guadagnare tessere e non per risolvere i problemi del corpo. Allora mi chiedo: questi ragazzi che aspirano a un seguire la domanda: “Quanto le costa spostare i rom? E come identificherà le famiglie povere da aiutare invece dei rom? E se le famiglie povere sono anche rom? Mala Raggi, che è una giovane avvocatessa, è all’altezza della prova. Dice: “È l’inizio della fine dei campi rom. I campi sono costati finora 24-30 milioni ogni anno. I risparmi potremo destinarli alle fasce più deboli”.
Nessuna precisazione detta o richiesta.
Forse la Raggi e il suo intervistatore vogliono comunicare l’idea che se chiudi i campi, quei ladri e perdigiorno dei rom spariscono? Spariscono come? “Chi ha risorse proprie verrà mandato via (manca qualsiasi indicazione del livello di “risorse proprie” richiesto per essere mandati via, ndr). Per gli altri un accordo prevede requisiti e obblighi precisi per chi partecipa. Chi non lo rispetta è fuori”. Sappiamo niente di questi “requisiti e obblighi” (per esempio se siano costituzionali) e a quale autorità risponde un rom in castigo, e chi decide che è “fuori”, cioè in strada con bambini e peluche, collega Buzzi? “Come sindaca rappresento tutti i romani”, conclude Raggi nel suo editto al Corriere, fedelmente trascritto. Non sembra proprio.
00184 Roma, via di Sant’Erasmo n°2 lettere@ilfattoquotidiano.it posto di lavoro, sono quelli che hanno avuto l’aiutino, prendendo voti da 37 a 40, oppure quelli che davvero hanno studiato e si sono ben preparati? Nel dubbio credo che il concorso andrebbe ripetuto e chi ha preso il massimo dei voti, se davvero lo meritava, sicuramente passerà senza problemi.
Non spegnete i riflettori, che si vergognino quelle sigle che, appoggiate anche dai politici creano il solito clientelismo.
Il trio manderà in porto la legge elettorale?
Renzi, Grillo e Berlusconi sono il trio per una nuova legge elettorale. Siamo sicuri che andrà in porto questa riforma così importante per il Paese?
Sul proporzionale tedesco all’italiana ci sono tanti dubbi, non vorrei ritrovarmi come il “porcellum” e “l’italicum” bocciati dalla Cunsulta. È troppo importate, in particolare per noi cittadini, avere una riforma fatta bene. Due giorni fa in Italia sono morti tre operai sul lavoro. Nessun commento istituzionale e nessuna luce spenta in segno di lutto. Fanno solo testo i morti dell'Isis, mentre i morti del capitalismo selvaggio made in Italy passano e continueranno a passare inosservati.
Raccogliamo quello che abbiamo seminato
Dicono che per merito di quattro gioiosi avventurieri e la complicità di un Parlamento a loro asservito, presto andremo alle elezioni anticipate. Dicono che avremo una legge elettorale da sogno, un’ottima legge che accontenterà tutti (loro). Dicono anche che sarà apprezzata moltissimo da coloro che da sempre sono disposti a ingoiare qualsiasi cosa pur di mangiare e sopravvivere. Però, dicono che l’entusiasmo ben presto lascerà il posto alla rassegnazione: esiste il vago sospetto che ci venga rifilato l’ennesimo “pacco nazionale”. "La mafia non è affatto invincibile. È un fatto umano e, come tutti i fatti umani, ha un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto, bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave. E si può vincere, non pretendendo eroismo da inermi cittadini, ma impegnando, in questa battaglia, tutte le forze migliori delle istituzioni". Approfondire questa analisi, di Giovanni Falcone è molto più utile che dar vita a uno sterile e confuso referendum sulla concessione, o meno, degli “arresti ospedalieri” a Totò Riina. Sarebbe un errore dimenticare che il regime di carcere duro è considerato, da sempre, intollerabile dai mafiosi. E i delitti di Falcone e Borsellino furono eseguiti per indurre lo Stato a mitigare il proprio rigore.
La morte dei due magistrati, gli arresti, i “pentimenti” di spietati capi e i “processoni”, non hanno chiuso definitivamente lo scontro tra le istituzioni e i poteri illegali. La guerra continua. Molti insegnamenti e metodi del giudice di Palermo sono stati colpevolmente disattesi. E non sono stati realizzati gli strumenti organizzativi, progettati da Falcone. Certo, le mafie non vinceranno e il progetto del clan stragista di Riina è fallito. Ma, oltre al dolore dei familiari delle vittime, non va sottovalutato il segnale, che potrebbe dare la liberazione dello spietato “zu Totò”, per i picciotti reclusi e per quelli liberi.
Furio Colombo - il Fatto Quotidiano
Tanta magnanimità non era richiesta
Ma chi l’ha detto che chi ha dedicato tutta la propria vita al crimine, debba potersi aspettare la benevolenza di essere trasferito dalla galera, con tanto di assistenza sanitaria a casa per morire con dignità? Quando uno sta male, succede il contrario: da casa va in ospedale. È enormemente deplorevole e ipocrita che la Corte abbia potuto manifestare tanta magnanimità sulla pelle degli altri, a cominciare da quella del pm Nino Di Matteo e da quella dello Stato.