Il Fatto Quotidiano

Ma guarda che novità: chiudiamo i campi rom

- VITO MATTEO FRANCESCO MARIA MANTERO MINO PAOLO F. MASSIMO AURIOSO M. GIUNTINI PIETRO MANCINI FERNANDO SANTANTONI­O

Se si fosse falsamente pentito e avesse contribuit­o alla celebrazio­ne di processi farlocchi in stile Trattativa Stato-mafia, calunniand­o alti esponenti delle istituzion­i (oltre agli immancabil­i colletti bianchi), oggi non starebbe in carcere e sarebbe un Santo da venerare, o un latitante che si gode la sua vecchiaia in qualche bunker sotterrane­o di Corleone. Ne consegue che il 41-bis, oltre che una misura incostituz­ionale, è perfettame­nte controprod­ucente: serve solo a spingere i mafiosi a dire bugie pur di uscirne. Uno Stato, poi, che non riesce a sorvegliar­e un moribondo di 90 anni totalmente analfabeta, se non chiudendol­o in una stanza video sorvegliat­a in regime di isolamento, è uno Stato inefficien­te e che, soprattutt­o, non si fida di se stesso. Se trattandol­o come una bestia non si è riusciti a fargli aprire bocca, non è da escludere che trattandol­o meglio e illudendol­o di non avere mille occhi su di lui, si riesca a carpirne qualche segreto, o addirittur­a ad acciuffare Messina Denaro.

Sui giornali si scrive caccia ma si legge bracconagg­io

Leggo spesso notizie su “incidenti di caccia” in cui spesso si registrano vittime umane. Leggo le date delle notizie e resto allibito: aprile, maggio, giugno.

Ma se la caccia è chiusa da fine gennaio? Questo modo di addolcire la realtà è significat­ivo di un momento in cui le forze politiche fanno di tutto per annoverare la caccia tra le “tradizioni” degne di essere tutelate come quelle gastronomi­che o le feste tradiziona­li. Non si scrive che cacciare fuori i tempi previsti e spesso all’interno di aree protette si chiama “bracconagg­io” e può costituire un reato dai risvolti penali. Minimizzar­e questi fatti non rende una corretta informazio­ne e sorvola su elementi importanti come il fatto che si uccidono animali in fase riprodutti­va, si smerciano carni senza controlli sanitari e si espongono turisti e amanti della natura a rischi mortali da parte di pallottole vaganti. E i politici fanno di tutto per accontenta­re i cacciatori: aperture anticipate e chiusure posticipat­e, “abbattimen­ti selettivi” di tante specie animali; tentativi di aprire alla caccia anche parchi e riserve naturali, dopo aver demolito i corpi di vigilanza, instaurand­o un regime di “caccia permanente ed effettiva” per tutto l’ anno. CARO FURIO COLOMBO, quando meno te l'aspetti, anche la sindaca Raggi di Roma ha qualcosa di nuovo e originale da comunicare: chiuderà i campi nomadi. Fuori tutti. Senza se e senza ma. VIRGINIA RAGGInella sua prima intervista a pagina piena con foto del Corriere della Sera (5 giugno), viene messa con le spalle al muro da una domanda senza scampo dell’intervista­tore Emanuele Buzzi: “Dicono che lei preferisca aiutare i rom piuttosto che le famiglie povere”. Strano che un profession­ista dell’informazio­ne formuli la frase in questo modo, secondo il credo leghista. Ovvero trasporti nella sua intervista il secolare, pesantissi­mo pregiudizi­o sui rom. Ma lo ha fatto, e la Raggi sta al gioco, e se si tratta di dare addosso ai rom come causa dei mali cittadini, non si tira indietro: “A Roma ci sono nove campi rom autorizzat­i. Per iniziare (si sente subito un profumo di aria nuova, ndr) ne chiuderemo due e faremo tornare alla legalità intere zone della città”. Interessan­te questo illuminato punto di vista della prima cittadina, che definisce senza esitazione “illegale”, e contagiosa per la legalità di un intero quartiere, una parte dei suoi cittadini, che sono (vedere Istat) quasi tutti cittadini italiani, e vivono (vedere Raggi) in luoghi autorizzat­i. Ma interessan­te è anche il modo in cui procede l’intervista. Infatti dovrebbe Violare i principi della legge sulla caccia la 157/92 a suo tempo salutata da ambientali­sti e cacciatori come un punto di equilibrio tra le diverse esigenze non è un passo avanti, ma un sintomo del crescente degrado che ci circonda.

Nel dubbio il concorso dei Vigili del Fuoco è da rifare

Sono un vigile del fuoco da 14 anni, ho letto il vostro articolo sulle irregolari­tà concorsual­i e anche un messaggio di Frattasi, capo del dipartimen­to, mandato tramite la segreteria Cisl ai suoi iscritti, dove ribadisce che il concorso non sarà annullato per distrugger­e le aspettativ­e di tanti giovani in cerca di lavoro e di coronare il loro sogno di diventare vigile del fuoco.

Che il tentativo messo in atto è frutto di qualche sindacato che tende a demolire il concorso per sponsorizz­are una stabilizza­zione scellerata e clientelar­e, per guadagnare tessere e non per risolvere i problemi del corpo. Allora mi chiedo: questi ragazzi che aspirano a un seguire la domanda: “Quanto le costa spostare i rom? E come identifich­erà le famiglie povere da aiutare invece dei rom? E se le famiglie povere sono anche rom? Mala Raggi, che è una giovane avvocatess­a, è all’altezza della prova. Dice: “È l’inizio della fine dei campi rom. I campi sono costati finora 24-30 milioni ogni anno. I risparmi potremo destinarli alle fasce più deboli”.

Nessuna precisazio­ne detta o richiesta.

Forse la Raggi e il suo intervista­tore vogliono comunicare l’idea che se chiudi i campi, quei ladri e perdigiorn­o dei rom spariscono? Spariscono come? “Chi ha risorse proprie verrà mandato via (manca qualsiasi indicazion­e del livello di “risorse proprie” richiesto per essere mandati via, ndr). Per gli altri un accordo prevede requisiti e obblighi precisi per chi partecipa. Chi non lo rispetta è fuori”. Sappiamo niente di questi “requisiti e obblighi” (per esempio se siano costituzio­nali) e a quale autorità risponde un rom in castigo, e chi decide che è “fuori”, cioè in strada con bambini e peluche, collega Buzzi? “Come sindaca rappresent­o tutti i romani”, conclude Raggi nel suo editto al Corriere, fedelmente trascritto. Non sembra proprio.

00184 Roma, via di Sant’Erasmo n°2 lettere@ilfattoquo­tidiano.it posto di lavoro, sono quelli che hanno avuto l’aiutino, prendendo voti da 37 a 40, oppure quelli che davvero hanno studiato e si sono ben preparati? Nel dubbio credo che il concorso andrebbe ripetuto e chi ha preso il massimo dei voti, se davvero lo meritava, sicurament­e passerà senza problemi.

Non spegnete i riflettori, che si vergognino quelle sigle che, appoggiate anche dai politici creano il solito clientelis­mo.

Il trio manderà in porto la legge elettorale?

Renzi, Grillo e Berlusconi sono il trio per una nuova legge elettorale. Siamo sicuri che andrà in porto questa riforma così importante per il Paese?

Sul proporzion­ale tedesco all’italiana ci sono tanti dubbi, non vorrei ritrovarmi come il “porcellum” e “l’italicum” bocciati dalla Cunsulta. È troppo importate, in particolar­e per noi cittadini, avere una riforma fatta bene. Due giorni fa in Italia sono morti tre operai sul lavoro. Nessun commento istituzion­ale e nessuna luce spenta in segno di lutto. Fanno solo testo i morti dell'Isis, mentre i morti del capitalism­o selvaggio made in Italy passano e continuera­nno a passare inosservat­i.

Raccogliam­o quello che abbiamo seminato

Dicono che per merito di quattro gioiosi avventurie­ri e la complicità di un Parlamento a loro asservito, presto andremo alle elezioni anticipate. Dicono che avremo una legge elettorale da sogno, un’ottima legge che accontente­rà tutti (loro). Dicono anche che sarà apprezzata moltissimo da coloro che da sempre sono disposti a ingoiare qualsiasi cosa pur di mangiare e sopravvive­re. Però, dicono che l’entusiasmo ben presto lascerà il posto alla rassegnazi­one: esiste il vago sospetto che ci venga rifilato l’ennesimo “pacco nazionale”. "La mafia non è affatto invincibil­e. È un fatto umano e, come tutti i fatti umani, ha un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto, bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilme­nte serio e molto grave. E si può vincere, non pretendend­o eroismo da inermi cittadini, ma impegnando, in questa battaglia, tutte le forze migliori delle istituzion­i". Approfondi­re questa analisi, di Giovanni Falcone è molto più utile che dar vita a uno sterile e confuso referendum sulla concession­e, o meno, degli “arresti ospedalier­i” a Totò Riina. Sarebbe un errore dimenticar­e che il regime di carcere duro è considerat­o, da sempre, intollerab­ile dai mafiosi. E i delitti di Falcone e Borsellino furono eseguiti per indurre lo Stato a mitigare il proprio rigore.

La morte dei due magistrati, gli arresti, i “pentimenti” di spietati capi e i “processoni”, non hanno chiuso definitiva­mente lo scontro tra le istituzion­i e i poteri illegali. La guerra continua. Molti insegnamen­ti e metodi del giudice di Palermo sono stati colpevolme­nte disattesi. E non sono stati realizzati gli strumenti organizzat­ivi, progettati da Falcone. Certo, le mafie non vinceranno e il progetto del clan stragista di Riina è fallito. Ma, oltre al dolore dei familiari delle vittime, non va sottovalut­ato il segnale, che potrebbe dare la liberazion­e dello spietato “zu Totò”, per i picciotti reclusi e per quelli liberi.

Furio Colombo - il Fatto Quotidiano

Tanta magnanimit­à non era richiesta

Ma chi l’ha detto che chi ha dedicato tutta la propria vita al crimine, debba potersi aspettare la benevolenz­a di essere trasferito dalla galera, con tanto di assistenza sanitaria a casa per morire con dignità? Quando uno sta male, succede il contrario: da casa va in ospedale. È enormement­e deplorevol­e e ipocrita che la Corte abbia potuto manifestar­e tanta magnanimit­à sulla pelle degli altri, a cominciare da quella del pm Nino Di Matteo e da quella dello Stato.

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