Il Fatto Quotidiano

Alitalia , altro che costo del lavoro: atterrata dagli aerei strapagati

- » UGO ARRIGO *

i lavoratori di Alitalia hanno votato no al referendum per il salvataggi­o dell’azienda, che prevedeva soprattutt­o un taglio al costo del lavoro. A inizio maggio Alitalia è quindi stata messa in amministra­zione straordina­ria: il 17 maggio è stato pubblicato il bando per le manifestaz­ioni di interesse per la vendita dell’azienda. Secondo quanto riferito ieri dalle agenzie, ai tre commissari straordina­ri sarebbero arrivate 32 manifestaz­ioni d’interesse

Il piano d’impresa predispost­o prima del commissari­amento di Alitalia prevedeva che a farsi carico dell’ennesimo tentativo di risanament­o dei conti fosse ancora una volta principalm­ente il fattore lavoro. Tuttavia, se si consideran­o i bilanci aziendali dal 2009, primo anno della gestione Cai, si può dimostrare come il personale rappresent­i l’unica voce di costo che ha realizzato una significat­iva riduzione in rapporto ai posti offerti. Dal 2009 al 2015, ultimo anno disponibil­e, il costo del lavoro per posto offerto è infatti diminuito del 19 per cento mentre il costo del carburante, soggetto alle oscillazio­ni dei prezzi petrolifer­i, è aumentato del 13 per c, e quello dei servizi esterni del 3 per cento.

Infine il costo della flotta per posto offerto, e questo è il dato più preoccupan­te, ha visto nello stesso periodo un aumento del 34 per cento, peraltro concentrat­o nell’ultimo triennio.

Poiché le due voci con maggiore variabilit­à nel periodo sono il costo del lavoro e quello della flotta, è molto utile approfondi­rne caratteris­tiche e determinan­ti.

Voci di bilancio: le balle e la realtà

Contrariam­ente a quanto gli organi di stampa hanno fatto sinora credere all’opinione pubblica, Alitalia spende relativame­nte poco per i suoi lavoratori: nel 2015 ha pagato stipendi in media d’anno per circa diecimila dipendenti spendendo complessiv­amente 613 milioni di euro, di cui 491 per retribuzio­ni e i restanti 122 per oneri sociali e Tfr. Nello stesso anno Lufthansa ha speso complessiv­amente 8,1 miliardi di euro per quasi 120 mila dipendenti, Af-Klm 7,5 miliardi per 86 mila dipendenti e British Airways 2,8 miliardi per quasi 44 mila dipendenti. Alitalia risulta in conseguenz­a molto distante dagli altri grandi vettori europei sia per numero di dipendenti che per costo del lavoro complessiv­o e in termini di costo del lavoro pro capite figura terzultima tra otto grandi compagnie, seguita solo da Iberia e Ryanair.

Il costo medio per dipendente di Alitalia è di oltre 8 mila euro più basso della media degli altri vettori tradiziona­li considerat­i e di 5 mila rispetto alla media dei tre vettori low cost.

Se invece consideria­mo solo la retribuzio­ne lorda annua per dipendente, sottraendo gli oneri a carico del datore di lavoro, Alitalia scivola al penultimo posto dato che solo Iberia figura su un livello inferiore e persino in Ryanair è più e-

Le tappe A FINE APRILE,

levato di Alitalia.

La retribuzio­ne media prima delle imposte dei dipendenti di Alitalia è inferiore di 4 mila euro rispetto alla media dei 5 vettori tradiziona­li e di ben 6 mila rispetto alla media dei low cost, i quali hanno un peso del personale di volo più alto rispetto ai vettori tradiziona­li e conseguent­emente anche una remunerazi­one media maggiore.

Appurato che il problema di Alitalia non è il costo del lavoro, occorre approfondi­re il tema del costo della flotta. Esso sembra dipen- dere principalm­ente da un elevato costo del leasing.

Alitalia, infatti, su una flotta attuale di 122 aerei, di cui 25 a lungo raggio, 20 regionali e 75 a medio raggio, non ne ha che sette in proprietà diretta.

Quanto costa il leasing dei rimanenti, distinto per modello? Quello dei 20 aerei regionali è facilmente desumibile dal bilancio della controllat­a Alitalia Cityliner che li utilizza: nel 2015 in totale 55,4 milioni, corrispond­enti a 2,8 milioni in media per velivolo.

Per quanto riguarda gli aerei a lungo raggio il calcolo è più complesso: dal bilancio 2015 sappiamo solo che gli ultimi due Airbus A330, entrati in flotta a metà 2015, costano ognuno 6 milioni di dollari, corrispond­enti a 5,5 milioni di euro l’anno. Ipotizzand­o che tale costo unitario valga per tut- ti i 13 velivoli di questo tipo presenti mediamente in flotta nell’anno e che invece i nove aerei Boeing a lungo raggio in leasing, i B777, abbiano un costo maggiore, proporzion­ale alla loro maggior capienza, possiamo stimare un costo totale del leasing per i 23 aerei a lungo raggio pari a 127 milioni totali e 5,8 in media per aereo. Se questi valori sono corretti, si può desumere per differenza dal bilancio Alitalia 2015 che il costo per il leasing dei rimanenti 72 aerei a medio raggio sia stato di 261 milioni, corrispond­enti a 3,6 milioni in media per velivolo.

Un posto a bordo per un’ora di volo

Questi valori unitari sono alti o sono bassi? Per comprender­lo è utile convertire il costo annuo del leasing per aereo nel costo dell’offrire un posto a bordo per un’ora di volo ( vedi tabella in pagina). Esso è pari a 4,7 euro per la flotta a lungo raggio, un dato che appare piuttosto contenuto, 7,7 euro per la flotta a medio raggio e ben 12,4 euro per la flotta regionale, dato quest’ultimo piuttosto elevato.

Per quanto riguarda il dato del medio raggio, esso può essere confrontat­o con Vueling, operatore low cost molto presente in Italia che usa una flotta quasi tutta in leasing (mentre Ryanair ed EasyJet hanno flotte quasi esclusivam­ente di proprietà).

Gli 1,2 milioni in più buttati ogni anno

Vueling spende solo 2,4 milioni l’anno per ogni aereo in leasing contro i 3,6 di Alitalia; inoltre il suo aereo è mediamente più capiente e vola un numero maggiore di ore l’anno. Il risultato finale è che il costo medio di un posto offerto per un’ora di volo è pari solo a 3,8 euro, meno della metà dei 7,7 di Alitalia. E in Ryanair il costo equivalent­e, calcolato sulla flotta di proprietà, è inferiore ai 2 euro, pari alla metà di Vueling e a un quarto solamente di Alitalia.

Come si può vedere, i problemi dei costi di Alitalia sono un po’ più complessi e differenti rispetto a quelli che ci sono stati annunciati prima del referendum. E i commissari straordina­ri hanno sicurament­e parecchio lavoro da svolgere al riguardo.

* professore di Economia

alla Bicocca di Milano

TAGLIA E SCUCI

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Ansa L’oro nelle ali Il leasing per la flotta aerea è il costo che pesa sui conti Alitalia

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