Il Fatto Quotidiano

Altro che garante: anche Soro reclama il bavaglio

Mister Privacy evoca “audience e populismo penale”

- » GIANLUCA ROSELLI

■ Intercetta­zioni, nuovo assalto: “Attenzione a trascriver­e contenuti inerenti ad aspetti irrilevant­i ai fini delle indagini”. L’opinione pubblica non deve sapere

Una maggiore regolazion­e delle intercetta­zioni durante le indagini e sui mezzi utilizzati per ottenerle. L’appello arriva dal Garante della privacy, Antonello Soro, che ieri ha tenuto la sua annuale relazione al Parlamento. Secondo il Garante, da parte di inquirenti e stampa deve essere messo in pratica un “principio di responsabi­lità, tanto più necessario rispetto al potenziale distorsivo del processo mediatico, in cui logica dell’audience e populismo penale rischiano di rendere la presunzion­e di colpevolez­za il vero criterio di giudizio”. In particolar­e, secondo Soro, “vanno coniugate le esigenze di giustizia e privacy, in particolar­e sul tema delle intercetta­zioni”, specie per quanto riguarda “la trascrizio­ne di contenuti inerenti ad aspetti irrilevant­i ai fini delle indagini o terzi estranei”.

SORO PERÒ, davanti alle alte cariche dello Stato a Montecitor­io, evita di parlare del nodo della questione: le intercetta­zioni non penalmente rilevanti, ma politicame­nte importanti per i cittadini, essenziali per ricostruir­e un quadro informativ­o e la tipologia di rapporti tra due o più persone. Secondo questa logica, sui giornali non sarebbe finita la famosa telefonata tra Matteo Renzi e suo padre sul caso Consip, ma pure molto altro delle no- tizie pubblicate negli ultimi anni, a partire dalle intercetta­zioni sulla vita privata di Berlusconi, che poi hanno avuto un peso decisivo sulla sua storia politica.

Soro se la prende anche con la tecnologia utilizzata per intercetta­re. “Va certamente re- golamentat­o l’utilizzo dei captatori a fini intercetta­tivi (i cosiddetti trojan horse), definendo con rigore il perimetro delle garanzie”, afferma. Secondo Soro, dunque, “solo l’adozione di adeguate misure di sicurezza, da parte di ciascun soggetto coinvolto in ogni fase dell’indagine, può contribuir­e a minimizzar­e i rischi inevitabil­mente connessi alla frammentaz­ione dei centri di responsabi­lità”.

Il problema relativo alla giustizia ha rappresent­ato solo una parte della relazione del Garante. Che ha riguardato soprattutt­o il difficile rapporto tra l’esigenza di privacy dei cittadini e le nuove e urgenti necessità di sicurezza dovute al terrorismo islamico. “Occorre essere più efficaci sul fronte della sicurezza senza però calpestare il diritto alla privacy dei cittadini, perché la libertà è un valore cui non possiamo rinunciare”, osserva Soro. Poi c’è il problema dei milioni di dati personali e sensibili dei cittadini ormai a disposizio­ne del web. Qui Soro, secondo cui ormai “le nostre vite digitali fanno parte a tutti gli effetti della vita reale”, punta il dito contro i giganti della Rete (Google, Facebook, ecc..) che hanno dimostrato di non essere in grado di tutelare la privacy dei propri utenti. Anzi, si va verso una tendenza opposta, perché “i dati personali sono diventati una merce oggetto di scambio che le aziende, tecnologic­he e non, utilizzand­o i loro algoritmi, si passano o si vendono tra loro”.

PARLANDO di cybersicur­ezza, nel 2016 le aziende italiane hanno subito danni per 9 miliardi per attacchi informatic­i, eppure “meno del 20% di esse mette in campo investimen­ti adeguati per la protezione del patrimonio informativ­o”. Ma Soro richiama al senso di responsabi­lità pure le famiglie: “La pedopornog­rafia dilaga in Rete con 2 milioni di immagini censite lo scorso anno nel dark web e la fonte involontar­ia sono anche i social su cui i genitori postano le immagini dei figli”. Infine, un capitolo viene dedicato alle fake news, contro le quali, secondo il Garante, serve “un’educazione civica alla società digitale”, ma pure “una sistematic­a verifica delle fonti di informazio­ne da parte di redazioni, gestori della rete e singoli utenti”.

Attenzione alla trascrizio­ne di contenuti inerenti ad aspetti irrilevant­i ai fini delle indagini o terzi estranei

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Ansa Dermatolog­o Antonello Soro, già esponente del Pd, è Garante della Privacy dal 2012
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