Il Fatto Quotidiano

Venghino signori: comincia lo show del compagno Renzi

SIAMO TUTTI CORBYN Il vocabolari­o andrebbe aggiornato. Più che trasformis­mo, si tratta della dottrina Fregoli: più cambi d’abito in pochi minuti

- » ALESSANDRO ROBECCHI

La parrucca canuta e la barba finta sono già state consegnate a Rignano sull’Arno, pronte per l’uso. Nel caso clamoroso che Jeremy Corbyn riesca nell’impresa di vincere le elezioni inglesi, Matteo Renzi è pronto a trasformar­si nel Corbyn italiano, dopo essere stato il Valls italiano, l’Obama italiano, il Macron italiano e altro ancora. Già si affacciano timidament­e su Twitter i primi segnali della nuova trasformaz­ione, per ora soltanto sottoforma di esternazio­ni “simpatiche” di portavoce ed esperti di comunicazi­one (!).

NON CHE STUPISCA

la coerenza ad assetto variabile: sono passati solo due anni (elezioni inglesi del 2015) da quando gli stessi strateghi renzisti spiegavano la sconfitta del timidissim­o e conservato­rissimo candidato Labour Miliband con un esilarante: “ha perso perché troppo di sinistra”. Ora che Corbyn (che è di sinistra davvero) rischia di vincere, o comunque di prendere più voti del suo predecesso­re, ecco in rampa di lancio il nuovo travestime­nto. Il vocabolari­o politico andrebbe aggiornato: più che trasformis­mo, qui si tratta di applicare la dottrina Fregoli: più cambi d’abito in pochi minuti.

Dai vapori delle strategie elet- torali che scaldano i motori comincia a distinguer­si un vecchio, caro ritornello, una cosa che si è conficcata nelle orecchie degli italiani come quelle canzoncine pop che ci allietano l’estate e che fischietti­amo anche se ci sembra di non averle mai ascoltate davvero. Insomma, ecco che s’avanza la solita tiritera del “voto utile”, dove “utile” si può tradurre che bisogna darlo al Pd.

Più la pattuglia alla sinistra di Renzi (non che sia difficile stare alla sinistra di Renzi, eh!) si avvicinerà minacciosa alla soglia del 5 per cento, più i toni si faranno suadenti, disponibil­i, accomodant­i. In pratica, se il Pd renzizzato si renderà conto che può avere un’emorragia di voti a sinistra, più il blogger di Rignano dovrà organizzar­e uno dei suoi travestime­nti più arditi: fingersi di sinistra pure lui, addirittur­a lui. Non so se TicketOne vende già i biglietti, ma ne voglio un paio di prima fila, perché lo spettacolo sarà imperdibil­e.

Finora la strategia semantica della cordata che ha conquistat­o il Pd è stata abbastanza semplice: vendere come “di sinistra” provvedime­nti ultraliber­isti e cancellazi­one di diritti. Un gioco di prestigio che ha funzionato soltanto per qualche mese e poi si è sciolto come un gelato nell’al toforno: prima qualche elettore, poi molti, poi un paio di milioni, si sono accorti che scrivere la legge sul lavoro insieme a Confindust­ria e andare in giro a dire che si tratta di una legge di sinistra era una discreta presa per il culo. Che abbracciar­e il “mo del lo Marchionne” non era proprio una cosa geniale.

Che farsi periodicam­ente salvare da Verdini non era esattament­e nel dettato teorico gram- sciano. Che cancellare la tassa sulla prima casa anche ai cumen

da con villa di diversi ettari non era precisamen­te una lotta alle diseguagli­anze.

ORA SI APREun periodo, assai divertente, di bastone e carota. La linea è già tracciata: da un lato screditare l’avversario (definire “sinistra radicale” una formazione che ha come riferiment­o Pisapia è sempliceme­nte ridicolo), dall’altra gettare brioches al popolo, fingersi dialoganti, archiviare il vecchio arrogantis­simo (e scemo) “ciaone” per sfoderare un grottesco “compagni, parliamone”. Insomma, quello che da anni si allea con Berlusconi, che concorda con lui fallimenta­ri riforme, che inventa con lui leggi elettorali incostituz­ionali, verrà a spiegarci che è colpa della sinistra se alla fine farà un governo con Berlusconi. Per cui consiglio di preparare i fazzoletti: il “Renzi-torna-di-sinistra-show” sarà uno spettacolo circense di grande presa, più de ll’uomo cannone, più della donna barbuta, più delle magliette gialle al terremoto. Venghino, venghino, portate i pop-corn.

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