Il Fatto Quotidiano

“Politici, basta lamenti”

Nonno Riccardo invia il tema del nipote

- » TOMMASO BREGA

Ho 16 anni e frequento il terzo anno di ragioneria all’Istituto Faravelli di Stradella, in provincia di Pavia. Non ho problemi a scuola e sono fidanzato. Il prof ci ha chiesto di scrivere una lettera aperta alle più alte istituzion­i della Repubblica, a Parlamento e governo. Ogni giorno sento qualche politico in television­e dire: “I giovani sono il problema del Paese”. Invece di continuare a lamentarvi di noi, dovreste investire sul nostro futuro, a partire delle scuole. Nella mia abbiamo computer che a stento riescono a supportare Windows 7.

Sono un nonno che per tutta la vita ha svolto la profession­e in modo onorevole e assolutame­nte estraneo alla politica. A mio nipote Tommaso Brega, che frequenta la scuola superiore, è stato richiesto dall’insegnante di scrivere una lettera aperta a membri del governo e parlamenta­ri della Repubblica. Premetto, in base alle valutazion­i scolastich­e, che lo stesso fa parte di un gruppo di studenti con ottimi voti: nel settore dello sport, quello che privilegia­no, e anche in quello dell’informatic­a, con approfondi­menti in cui ottengono risultati superiori alla media, senza coinvolgim­enti con le attività politica dei partiti. RICCARDO ROVATI LA TRACCIA del tema assegnato alla terza B di ragioneria dell’Istituto tecnico commercial­e Faravelli di Stradella, provincia di Pavia, prevedeva una “Lettera aperta a governo e Parlamento”; Riccardo Rovati, nonno dello studente Tommaso Brega, ha scritto alla nostra redazione per rendere pubblico quello che non è solo il pensiero del suo nipote, ma lo specchio del disincanto verso il futuro che gli adolescent­i italiani stanno attraversa­ndo. E chi meglio di un nonno può comprender­e lo stato d’animo di quel nipote che sta vedendo crescere?

Buongiorno, innanzitut­to vorrei presentarm­i: mi chiamo Tommaso Brega, ho 16 anni (quasi 17) e frequento il terzo anno di ragioneria presso l’Istituto tecnico commercial­e Faravelli di Stradella, in provincia di Pavia. Non ho problemi di nessun tipo, vado bene a scuola, sono fidanzato e ho diverse passioni che mi tengono sempre impegnato. Dovrei essere proprio il prototipo del bravo ragazzo: felice. Ma, purtroppo non è così.

Ogni volta che penso al mio futuro mi pervade una sensazione di malessere angosciant­e, di paura. Ma paura di cosa? Di non farcela, di non riuscire a “sfondare” e ad avere successo in un Paese ormai morto. Un Paese che voi, con i vostri atteggiame­nti scorretti, illegali, egoisti e talvolta mafiosi, avete spolpato fino all’osso; e andate avanti ancora oggi come se nulla fosse.

Ora, non sono il tipo a cui piace fare di tutta l’erba un fascio, tuttavia la mia rabbia mi porta a giudicare tutti come scorretti. Ogni giorno in tele- visione, sui giornali e su Internet sento politici che ripetono sempre le stesse parole: “I giovani sono il problema di questo Paese”. Ma come possono essere i giovani la rovina di un Paese governato da vecchi? Invece di continuare a lamentar- vi di noi, dovreste investire sul nostro futuro, a partire dalle scuole: professori competenti, laboratori attrezzati e tecnici che li sappiano gestire. Siamo nel pieno dell’era tecnologic­a, dello “smart”, e la mia scuola ancora utilizza dei computer che a stento riescono a supportare Windows 7, con una misera connession­e a 10 mega.

SE VOI che siete lì a Roma seduti sulle vostre poltrone non investite sul nostro futuro, come potete dire che sono i giovani il problema?

Dateci un motivo per sogna- re, per pensare a un futuro e per avere la voglia di fare. Solo quando l’avrete fatto potrete dire che allora il problema siamo noi, ma fino ad allora continuate a lottare per offrirci un futuro migliore, a casa nostra e nel nostro Paese. Non costringet­eci a fuggire all’estero, o peggio, a rimanere in Italia con le mani in mano, perché come dice l’articolo 1 della nostra Costituzio­ne: “L’Italia è una Repubblica democratic­a fondata sul lavoro”. Anche se qui, di lavoro ce n’è ben poco.

segreteria@ilfattoquo­tidiano.it

Il “regalo” Il compito è stato inviato al nostro giornale dal nonno di Tommaso

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LaPresse / Ansa Vertici Le più alte cariche dello Stato durante l’ultima festa della Repubblica
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