CORBYN INDICA LA RETTA VIA ALLA SINISTRA DI TUTT’EUROPA
L’appello di Tomaso Monatanari e Anna Falcone per “Un’alleanza popolare per la democrazia e l’uguaglianza” pubblicato martedì dal Fatto ha il merito di proporre un terreno di gioco senza barriere d’accesso: assume, correttamente, il risultato del referendum costituzionale del 4 dicembre come discrimine di fase, ma il No al quesito non è la password per entrare in gioco. L’ingresso in campo è “filtrato” soltanto dalla griglia programmatica a maglie larghe e dalla disponibilità a praticare un metodo partecipativo per le scelte fondamentali di programma e protagonisti.
INOLTRE, LIBERA il percorso unitario potenziale da astratti richiami a formule politiche e da vincoli a leadership predefinite. Segnala un asse distintivo – un neo-umanesimo fondato su lavoro e conversione ambientale – non i “vicini di casa” da escludere. Ancora la difficile navigazione ai territori, in particolare alle esperienze in corso delle liste unitarie e di alternativa nate in tante città nelle tornata amministrativa dello scorso anno e per il voto dell’11 giugno.
La rete de “Le città in comune”, comunità aperta e in progr ess di centinaia di amministratrici e amministratori co- munali e regionali, eletti in tutta Italia in liste unitarie e composite, partecipate dai partiti della sinistra storica extra Pd e da tante energie fresche di movimenti per i beni comuni, comitati tematici, associazioni di cittadinanza attiva, personalità della cultura e della rappresentanza economica e sociale, c’è.
NOI, AMMINISTRATORI e amministratici da Torino a Trento, da Milano a Bologna, da Firenze a Roma, da Napoli a Mes- sina e in uno sciame di medie e piccole città, riconosciamo la nostra prospettiva nell'orizzonte dell’appello di Montanari e Falcone.
Le liste unitarie e di alternativa delle città sono ancora parziali. Ma sono la prima proxy reale della virtuale “Lista Unica” a sinistra sulla quale ha registrato un alto potenziale di consenso la rilevazione di Antonio Noto illustrata dal Fatto. Al crepuscolo della famiglia socialista continentale, spenta o snaturata dal virus neoliberista blairiano, sono determinanti per la rinascita della sinistra di popolo, già cresciuta in Spagna con Podemos, in Francia con La France Insoumise, in Portogallo in forme articolate e in Uk grazie al Labour trainato dal neo-keynesismo di Corbyn.
La rete delle città in comune parteciperà con entusiasmo all’assemblea del 18 giugno. Sarebbe un segnale di responsabilità e di credibilità generale la presenza all’assemblea proposta da Montanari e Falcone anche di chi è impegnato in Mdp e in Campo Progressista.
A TALE FINE, le parole di Enrico Rossi e Roberto Speranza, tra gli altri, sono incoraggianti. Altrettanto incoraggiante sarebbe riconoscere la possibilità di partecipare anche all’iniziativa del primo luglio di Campo Progressista e Mdp.
Le differenze tra di noi esistono: sulla declinazione del nesso Italia-eurozona-Unione europea; sullo statuto economico e politico del lavoro; sulla regolazione dei mercati interni e internazionali; sui limiti ai diritti individuali. Attraverso meccanismi partecipativi estesi possono, però, convergere su un programma ambizioso e classi dirigenti adeguate. La sfida non è superare la soglia del 5% per sistemare uno spicchietto di ceto politico.
La sfida è ridare voce e presenza politica a chi, spiaggiato da regressione economica e sociale, è stato abbandonato. Proviamo a camminare insieme.
MONTANARI E FALCONE Esistono alcune differenze tra noi, ma si può partire dagli amministratori locali per ridare voce a chi è stato abbandonato