Quando Matteo in camicia tifava Blair anti-Jeremy
Quando Matteo diceva: “Ama la sconfitta, come gli avversari dei Globe Trotters”
Ora Matteo Renzi osserva l’Inghilterra con lenti diverse. In passato aveva ironizzato con eleganza da Bagaglino sull’ascesa di Jeremy Corbyn alla guida dei laburisti. Ieri ha scoperto all’i mprovviso il valore della prudenza.
LE INFATUAZIONI dell’ex premier (vedi alle voci Macron, o Blair) sono intense ma spesso effimere. Adesso Renzi sostiene che il dibattito su Corbyn non lo appassioni granché: “I laburisti con lui sono andati ben sopra le aspettative – riconosce – ma adesso si aprirà una discussione nella sinistra europea, tra chi dirà che il risultato è stato superiore alle aspettative perché c’era Corbyn e chi dirà che un candidato più centrista avrebbe vinto. Se ne appassioneranno gli addetti ai lavori”. Non lui. È lo stesso Renzi che un anno e mezzo fa liquidava così il collega britannico: “Il Labour è rimasto l’unico a godere nel perdere dopo il ritiro dei Washington Generals, gli sparring partnersdegli Harlem Globe Trotters. Tutto potevamo immaginare tranne la svolta a sinistra inglese. Corbyn ha reso felice Cameron, che se lo augura come il migliore avversario possibile. Uno che non canta l’inno...”. Era il 21 settembre 2015, con Renzi saldamente a Palazzo Chigi. Le ironie fecero sobbalzare i giornali inglesi. Il Financial Times le descrisse come un “attacco aspro” e “insolito”, il Guardian definì gli “insulti” di Renzi “quasi senza precedenti”. Ma all’epoca le prese per i fondelli di Jeremy “il Rosso” erano all’ordine del giorno, al Nazareno e tra gli editorialisti di riferimento. Ieri ne ha elencate al- cune il giornalista dell’Espresso Alessandro Gilioli, con un intervento diventato virale su Facebook.
IL DEPUTATO renziano Andrea Romano: “Corbyn rappresenta la certezza che i laburisti non dovranno battersi per il governo almeno fino al 2020. È autolesionismo di ritorno di un grande partito che potrà dedicarsi a coltivare in solitudine le fantasiose ricette di C or by n”. Il giornalista Gi a nn i Riotta: “Corbyn è stato eletto da chi si illude nel sogno di un Labour selvaggio e invece perderà a manetta”. L’ex direttore de l’Unità, Sergio Staino: “E così Corbyn il Rosso si è preso il Labour Party. Chi sarà più felice, Ken Loach o Cameron?”. Il direttore del Foglio, Claudio Cerasa: “La sinistra inglese ha fatto una scelta semplice e suicida: l’internazionale dei Corbyn funziona solo nei talk show”.
Ci sono poi i vaticini dei renziani minori. Lia Quartapelle twitta la raffinata analisi de l’Unità: “Corbyn e la sinistra che si fa del male”. Anna Ascani ha un dubbio amletico: “I labour con Corbyn preferiscono al progressismo la difesa a oltranza di identità del passato. È la nuova sinistra?”. L’ex spin doctor di Giachetti, Luciano Nobili: “La cosa che più mi addolora è il fatto che sulla scena inglese ci siano ora solo leader conservatori”. Il toscano Dario Parrini: “Il risultato ottenuto da Hamon e quello che otterrà Corbyn insegnano che se la guida di un partito del Pse si sposta troppo a sinistra quel partito perde a valanga le elezioni”.
Il Labour gode nel perdere, per Cameron è il miglior avversario possibile MATTEO RENZI