Il Fatto Quotidiano

L’ex Cav. e Dell’Utri: dal bar Doney alla società di Lima

Gli incroci negli anni 90 tra i fondatori di Forza Italia e i capiclan: viaggi e vacanze tra convention e attentati

- » ANTONIO MASSARI

Spesso le traiettori­e di Giuseppe Graviano hanno incrociato quelle di Marcello Dell'Utri e Silvio Berlusconi. Nessuna prova di un incontro, solo coincidenz­e. Come quella del gennaio 1994, a Roma, quando all'Hotel Majestic Forza Italia organizza una convention per le elezioni ormai imminenti. Negli stessi giorni, Cosa Nostra organizza l'attentato allo stadio Olimpico che, a detta di Gaspare Spatuzza, inaugura la seconda trattativa Stato-mafia. La scena è nota: Graviano incontra Spatuzza al bar Doney di via Veneto. E, racconta Spatuzza, gli fa i nomi di Berlusconi e Dell'Utri dicendo che “grazie a loro” si erano “messi il Paese nelle mani”. Il bar Doney dista d al l’hotel Majestic appena 400 metri.

AL PROCESSO sulla Trattativa Stato-mafia, gli ufficiali della Dia di Firenze Massimo Cappottell­a e Sandro Micheli spiegano ai pm Nino Di Matteo, Francesco Del Bene e Roberto Tartaglia: “...analizzand­o un altro procedimen­to emergeva come a Roma vi fossero stati degli incontri all'hotel Majestic, dove si ricevevano persone per formare le liste elettorali di quella nuova forza politica (Forza Italia, ndr) che si presentava”. Dell'Utri, si scopre, è lì il 18 gennaio. Spatuzza data l'incontro con Graviano intorno a metà gennaio: “Ci recammo presso il bar Doney. Già fuori c’er a Giuseppe Graviano ad attenderci. Aveva un’aria gioiosa e mi disse che avevamo ottenuto tutto quel che cercavamo grazie a delle persone serie che avevano portato avanti la cosa. Aggiunse che quelle persone non erano come quei quattro crasti (cornuti, ndr) dei socialisti che prima ci avevano chiesto i voti e poi ci avevano fatto la guerra. Mi fece il nome di Berlusconi. Io gli chiesi se fosse quello di Canale 5 e lui rispose in maniera affermativ­a. Aggiunse che in mezzo c’era anche il nostro compaesano Dell’Utri e che grazie a loro c’eravamo messi il Paese nelle mani. E per Paese intendo l'Italia”. Durante questo incontro, sostiene Spatuzza, Graviano dà l’ok per l'attentato allo stadio Olimpico, previsto per il 23 gennaio, poi fortunatam­ente vanificato da un problema tecnico al telecomand­o.

NELLA STAGIONE in cui organizzan­o gli attentati fuori dalla Sicilia, i fratelli Graviano viaggiano parecchio, e a raccontarl­o sono i loro tabulati telefonici e le testimonia­nze raccolte dalla Dia. Viaggiano in inverno e in estate, dal Carnevale di Venezia ad Abano Terme, passando in primavera per Riccione, nei mesi in cui avvengono il fallito attentato a Maurizio Costanzo e la strage fiorentina dei Georgofili. In estate sono in Versilia e poi, dopo la bomba in via Palestro a Milano, eccoli in Sardegna. Un’altra traiettori­a li porta vicini, vicinissim­i a Berlusconi, ed è la seconda coincidenz­a. I fratelli Graviano sono in Costa Smeralda, in una villa di Porto Rotondo, a poche centinaia di metri, in linea d’aria, dalla residenza estiva dell’ex Cavaliere. Nessun incontro è stato mai verificato. Soltanto una coincidenz­a. Però, in quegli anni, i Graviano, Dell’Utri e Berlusconi orbitano in una sfera che li trova spesso vicini, a un passo l’uno dall’altro, anche sotto il profilo finanziari­o. E così la distanza tra Brancaccio e Milano è molto più corta di quanto si possa immaginare.

La New Trade System (Nts), a metà degli anni Novanta, è un partner privilegia­to per la raccolta pubblicita­ria della società “Pagine utili”, guidata da Dell’Utri. Il padrone della Nts è Fulvio Lima – parente dell’onorevole Salvo Lima – processato nel 1999 per aver riciclato 3 miliardi di lire per conto dei Graviano. E un’informativ­a della Dia del 1996 descrive Fulvio Lima (mai indagato per questo) come il canale attraverso il quale fluivano i capitali dei Graviano a Dell’Utri.

APPARTIENE ormai alla storia un altro episodio della biografia di Berlusconi: nel novembre ’93 Vittorio Mangano arriva a Milano dove, secondo le agende sequestrat­e a Dell’Utri, chiede un incontro con l’ex numero uno di Publitalia, che in quei giorni sta ultimando i preparativ­i per la nascita di Forza Italia. L’incontro fissato in agenda sarà rimandato. Dell’Utri dirà di averlo incontrato in altre occasioni perché Mangano, che diventerà il fattore di Arcore, voleva parlargli dei suoi problemi di salute. E Spatuzza racconta che proprio in quei mesi, per conto di Graviano, si presenta nel mandamento di Porta Nuova a Palermo, all’epoca diretto da Mangano, per regolare i conti con un gruppo di ladri che non avevano rispettato le regole di Cosa Nostra. Spatuzza non avrebbe mai potuto farlo senza il permesso di Mangano, segno che i suoi rapporti con Graviano, a capo del mandamento di Brancaccio, erano ottimi. E quando durante le stragi Spatuzza contesta a Graviano l’alto numero di “vittime innocenti”, inclusa una bambina, il boss quasi urla: “Ma voi ne capite qualcosa di politica?”. E aggiunge: “No, noi non ci fermiamo. Perché c’è una cosa in piedi. Se va in porto sarà un bene per tutti. Dobbiamo continuare con le bombe, dobbiamo far saltare anche lo Stadio Olimpico”. Ecco, lo stadio Olimpico. L’ok all’operazione che Graviano, a metà gennaio 1994, dà nel bar Doney. A pochi passi dall’ hot el Majestic. Negli stessi giorni Dell’Utri è lì. E per i fratelli Graviano sono gli ultimi giorni da latitanti. Saranno arrestati il 28 gennaio. Non in Sicilia. Non a Brancaccio. Ma a Milano. Dove, secondo Spatuzza, avevano coltivato “i loro contatti politici”.

Via Veneto Il summit sulle bombe raccontato da Spatuzza. FI si riuniva a 400 metri da lì

In Sicilia La pubblicità per le Pagine Utili dellutrian­e gestita da un parente dell’uomo di Andreotti

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