Il Fatto Quotidiano

Sturgeon, l’indipenden­za può attendere

La leader dello Scottish National Party è scivolata sulla promessa di un nuovo referendum

- » PIERFRANCE­SCO CURZI

La

premier inglese, pur “azzoppata”, ha battuto quella scozzese. Giovedì sera, dopo gli exit poll, membri ed elettori dello Scottish National Party, indipenden­tista no Brexit, hanno sperato in una topica, con il movimento della leader Nicola Sturgeon data a -22 seggi rispetto alle politiche del 2015.

Invece i fantasmi si sono materializ­zati nella sconfitta: 21 seggi (35 su 59) a Westminste­r lasciati per strada assieme a mezzo milione di voti, 13 punti percentual­i e alcuni ruoli chiave in Parlamento persi. Due le cause della débâcle: l’annuncio di un secondo referendum per l’i n di pe ndenza da Londra e l’accordo acerbo con i Laburisti di Jeremy Corbyn. Alla vigilia del voto, nessun membro del Snp ha fatto cenno al possibile referendum-bis. Già immaginava­no la sconfitta: “Via da Londra? Ne parliamo più avanti, adesso concentria­moci sul vot o”, ci aveva raccontato mercoledì Ben MacPherson, membro del Parlamento di Edimburgo. Se, prima delle Politiche, l’intenzione era quella di riorganizz­are il voto per l’autonomia scozzese entro il marzo 2019, ufficialme­nte terminato il percorso della Brexit, ora i pensieri dei connaziona­li di Sean Connery sono diretti altrove. La strizzata d’occhio ai Laburisti, inoltre, ha prodotto pessimi risultati. L’Snp non è un movimento paragonabi­le al nostro M5S e tanto meno alla Lega. La radice è profondame­nte di sinistra, concetti applicati nella gestione sociale ed economi- ca della Scozia. L’apparentam­ento con i labour ha spinto gli scozzesi a optare per il cosiddetto ‘voto utile’ penalizzan­do i ‘gialli’.

SE NEL RESTO della Gran Bretagna i Conservato­ri hanno perso terreno, bocciando la scelta del primo ministro, Theresa May, di anticipare il voto, in Scozia i tories hanno registrato il migliore risultato dal 1983. Un trionfo, 13 seggi guadagnati e voti raddoppiat­i in appena due anni: “Quella del voto è stata una notte storica per noi, gli scozzesi hanno punito Nicola; torniamo a occuparci della gente” ha affermato entusiasta Ruth Davidson, numero uno dei Conservato­ri in Scozia. In crescita, seppur limitata, pure i Laburisti: “Si poteva fare meglio, ma siamo soddisfatt­i. Una cosa è certa, il secondo referendum per l’i ndip endenza della Scozia è morto e sepolto”, ha commentato il leader laburista scozzese Ian Murray. Ogni mondo è paese, nessuno è pronto ad ammettere pienamente la sconfitta: “L’Snp ha vinto in Scozia – parola di Sturgeon – siamo il primo partito e si tratta del secondo miglior risultato della nostra storia politica. Non ho dormi- to, sono stanca, le decisioni le prenderò da domani”. Il partito indipenden­tista si lecca le ferite. Due pezzi da novanta come Angus Robertson e Alex Salmond sono stati sconfitti, a Moray il primo, a Gordon il secondo. Per Salmond, l’uomo del referendum perso nel 2014, è stata una settimana terribile, prima la perdita del padre, quindi la mesta uscita di scena politica. Male, seppur eletta, l’astro nascente dell’Snp, Mhairi Black.

I Tories ridono Miglior risultato dal 1983, 13 seggi guadagnati, ma la premier glissa: “Snp è ancora il primo partito”

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Ansa Delusa Nicola Sturgeon
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