“Rassegnatevi, i governi li fa il Parlamento”
“Il voto inglese conferma: i consensi non bastano, vanno costruiti accordi con gli altri”
Il risultato in Gran Bretagna conferma che le maggioranze di governo le formano i parlamenti, non il voto. Avviene così in tutte le democrazie parlamentari occidentali. Dovrebbero saperlo, quelli che volevano l’Italicum...”. Gianfranco Pasquino, professore emerito di Scienza politica a Bologna, risponde da un aeroporto estero. E infila la battuta: “Certo che da voi in Italia non succede nulla...”. Partiamo da Oltremanica: neanche con il loro sistema maggioritario si hanno maggioranze certe.
Ma non è certo una sorpresa, lì funziona così da oltre cento anni. Quello britannico è un sistema maggioritario a turno unico con collegi uninominali, il cosiddetto first past the post: ossia, quello che prende un voto in più ottiene il seggio. Poi però per la maggioranza spesso servono accordi. D’altronde la stessa Theresa May ha sostituito Cameron come premier in base a intese in Parlamento.
La traduzione è che la legge elettorale perfetta non esiste? Non può esistere. Ma il bello della politica è questo, la capacità di fare coalizioni.
Il maggioritario è comunque meglio del proporzionale?
Le più antiche democrazie del mondo usano il maggioritario, dalla Gran Bretagna agli Stati Uniti. E 900 milioni di indiani votano così.
Tutti Paesi dove sono passati sono gli inglesi: che ora dovranno tenersi una May fra-
gile...
Prima delle elezioni il suo bicchiere era piuttosto pieno: ora invece è vuoto per più di metà.
Anche per colpa del sistema elettorale, lo ammetta: con un premio di maggioranza sarebbe più forte.
Per vincere bisogna prendere i voti. E poi bisogna costruire maggioranze. In Italia le Camere non riescono neanche a varare una legge elettorale. Perché? Semplice, non ne sono capaci. Ma dovrebbero ricordarsi che i collegi uninominali sono previsti in tutti i maggiori Paesi, comprese Germania e Francia. E servirebbero an- che a noi: per tornare a partecipare, i cittadini chiedono un volto e un corpo da votare, una persona che spieghi cosa fa e perché.
Nel tedeschellum erano previsti, seppure in misura minoritaria rispetto alla quota proporzionale.
Se volessero davvero riprovare ad adottare il sistema tedesco, dovrebbero prenderlo così com’è: ovvero con il voto disgiunto.
Difficile, non crede? Anche secondo me.
E allora che si fa?
La soluzione può essere quella di leggere bene le sentenze della Consulta e di capirle, per ricavarne una legge elettorale.
Attualmente di leggi ce ne sono due, il Legalicum, frutto della sentenza che ha demolito l’Italicum, e il Consultellum, che riscrisse il Porcellum.
Vanno armonizzate, innanzitutto uniformando le soglie di sbarramento. Non vedo altre alternative, ad oggi.
E il voto anticipato?
Sono assolutamente contrario. Del resto il grande errore di Matteo Renzi è stato proprio quello di legarlo all’approvazione della legge elettorale.
Perché ha stimolato i franchi tiratori nel Pd?
È evidente. Anche se il grande franco tiratore è stato Giorgio Napolitano. Quattro giorni fa li aveva avvisati con quell’attacco alle urne anticipate e alla legge (“patto abnorme”) ?
Diciamo che la sua cultura politica è molto superiore a quella di Renzi e di Rosato.
In Italia bisogna ripartire dal Legalicum. Ma Renzi si scordi le urne: Napolitano lo aveva avvisato...