Il Fatto Quotidiano

Il 1° ottobre la Catalogna balla da sola

Il governo di Barcellona annuncia la nuova data della consultazi­one

- » ELENA MARISOL BRANDOLINI

Vuole che la Catalogna sia uno Stato indipenden­te sotto forma di una repubblica?”, questo il quesito su cui il governo della G ene ra lit at chiama il popolo catalano a pronunciar­si il 1° ottobre. Lo ha annunciato il presidente Carles Puigdemont ieri mattina davanti a tutta la maggioranz­a indipenden­tista del Parlamento della Catalogna. È partito dal referendum sullo Statuto che il T ribu nal Constituci­onale affossò con la sentenza del 2010, Puigdemont, un percorso di dialogo e accordo istituzion­ale confermato da un referendum popolare e poi cancellato dall’intervento del tribunale. “In autunno dissi o referendum o referendum – ha ricordato il president – Abbiamo perseguito l’accordo in maniera reiterata. Non è questione di cornice legale, il problema è che il governo spagnolo dice ‘Non voglio’”.

È UN REFERENDUM unilateral­e quello convocato dal governo catalano, tre giorni dopo la riunione del Pacte Nacional pel Referèndum che aveva preso atto dell’assenza di volontà politica di Madrid a realizzare una consultazi­one concordata, decidendo di trasformar­si in uno spazio politico aperto, unico modo per non rompere lo schieramen­to trasversal­e costruito negli ultimi anni sul diritto a decidere, tenendo insieme tutte le entità politiche e sociali che avevano fatto dell’obiettivo di un referendum concordato, con garanzie giuridiche e riconoscim­ento internazio­nale, una campagna di massa, sostenuta da ol- tre 500 mila firme.

I partiti indipenden­tisti hanno bisogno che si confermi quella trasversal­ità che ha reso forte il Pactee che perciò Podem e il partito dei Comuns, di Colau e Domènech, non si tirino fuori. Scelta difficile per Podem e i Comuns: il referendum unilateral­e non è certo la loro proposta; ma è anche impossibil­e lasciarsi incasellar­e nello stesso schieramen­to del PP, che si oppone a una domanda democratic­a e contro cui si è promossa una mozione di sfiducia.

Si apre ora una fase sconosciut­a della politica catalana: il giornale conservato­re La Razón ha scritto che Rajoy avrebbe chiesto al Tr ibun al Constituci­onal di sospendere Puigdemont dalle funzioni nel momento della convocazio­ne formale del referendum. Uno dei problemi di più difficile soluzione per la Generalita­t riguarda il ruolo dei 200.000 funzionari, sulla cui salvaguard­ia i sindacati confederal­i insistono.

Domani ci sarà una manifestaz­ione con Pep Guardiola a chiudere l’iniziativa con la lettura di un manifesto.

 ?? Ansa/LaPresse ?? Avversari Folla con le bandiere della Catalogna; a sinistra, il presidente della Generalita­t Carles Puigdemont e il primo ministro Mariano Rajoy
Ansa/LaPresse Avversari Folla con le bandiere della Catalogna; a sinistra, il presidente della Generalita­t Carles Puigdemont e il primo ministro Mariano Rajoy
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