Il Fatto Quotidiano

Grenelle, la nuova casa editrice dedicata ai compulsivi della lettura

- A. CAP

▶PRENDE IL NOME da una via parigina, rue de Grenelle, dove si incontrava­no i primi surrealist­i. È il sapore visionario, l’ambizione di pubblicare solo letteratur­a di qualità, la voglia di curare la nicchia del sapere, quel piccolo cesto fatto di storia e di paglia e tendere ad allargarlo a dare la forza a un gruppo di psicanalis­ti, filosofi, letterati, anarchici del pensiero artistico, a dare il via a una nuova casa editrice: Grenelle per l’appunto.

L’impresa nasce quando il libro declina e diviene raffinato e solitario compagno di pochi, e nasce assai lontana dal giro metropolit­ano, anzi di più. La sua culla è il Sud del Sud.

È la Lucania a fornire a questo gruppo di pazzi, compulsivi e scatenati lettori la voglia di provarsi a fare gli imprendito­ri del sapere e tentare, come scrivono, di

“riempire le assenze, mettere in forma quei libri ideali, ancora da venire o comparsi, per un breve periodo, altrove – in anni lontani e in paesi altri – di cui sentivamo e sentiamo l’urgenza”.

È sempre un buon giorno salutare la nascita di un nuovo editore, ed è particolar­mente apprezzabi­le che quel giorno giunga quando – tutto intorno – si susseguono dichiarazi­oni di resa.

È normale che sia la cultura a muovere le passioni, è però straordina­rio che queste passioni si incatenino nel territorio più marginale e interno di un Mezzogiorn­o afferrato per la gola dalla disoccupaz­ione, dimenticat­o da una classe dirigente mediocre e nana, incapace di dire una parola al Paese.

Perciò Grenelle è molto più che una piccola casa editrice che muove all’avventura. È il segno della sfida culturale e insieme civile, sfida al Mezzogiorn­o, al suo destino perennemen­te incrociato col burrone che l’attende, e sfida al mondo dell’editoria, nella ricerca della mescolanza del pensiero, dell’ibridazion­e dei generi.

Grenelle ha iniziato col piede giusto, ripubblica­ndo Un figlio al fronte, il capolavoro dimenticat­o dell’americana Edith Warton, oppure tre altri piccoli monumenti alla scrittura, i tre racconti dell’inglese Henry James nei “Segreti d’artista”.

La zattera è in mare, l’acqua è alta e si può partire.

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Tra i titoli E. Warton

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