Il Fatto Quotidiano

“Siamo cervelloni, per questo vogliamo cambiare la politica”

ALFABETO Insieme con altri professori ha fondato “Movimenta”, il gruppo che si assocerà ai Radicali alle prossime elezioni

- » ANTONELLO CAPORALE

BNato a Rieti nel 1978, ha vissuto a Gorizia, Parigi, Ginevra, Bruges, Firenze, Roma, Bruxelles. È stato nella segreteria tecnica di Emma Bonino al ministero degli Esteri. Poi è diventato consiglier­e economico di Corrado Passera al ministero dello Sviluppo e infine capo di gabinetto del Miur. Attualment­e è consiglier­e strategico per la divisione Education di H-Farm ravi, bravissimi a scuola, parecchi master alle spalle e ottime carriere in corso. Anche i cervelloni si buttano in politica, ed è una novità preziosa perché scardina il principio che la passione per il Palazzo sia questione da spicciafac­cende o al massimo tenimento ereditario dei cosiddetti figli di...

“Non possiamo chiedere che siano solo gli altri a fare. Abbiamo ritenuto che la questione civile e insieme economica fossero così acute e gravi da non immaginare più di cavarcela con una delega. C’è bisogno di una mano, e questo è il momento. Alcuni di noi hanno preso un sabbatico, altri hanno addirittur­a lasciato il lavoro e siamo pronti all’avventura”.

Alessandro Fusacchia ha superato i trent’anni ma non ha incontrato ancora i quaranta. È funzionari­o Ue in aspettativ­a. Già grand commis , essendo stato capo di gabinetto del ministro della Pubblica istruzione, prima consiglier­e economico di Corrado Passera al ministero dello Sviluppo, prima ancora nella segreteria tecnica di Emma Bonino al ministero degli Esteri e del Commercio internazio­nale. È il leader di Movimenta, il gruppo che ha formato.

“Capovolgia­mo il ritratto della politica per soli profession­isti e combattiam­o l’idea che il tecnico sia utile solo per essere cooptato. Abbiamo buoni studi ma veniamo tutti dal mondo del lavoro. In parecchi lasciano impieghi eccellenti. Il nostro tesoriere si è appena dimesso da una poltrona piuttosto ambita all’Onu e dopo un master ad Harvard”. Non sarete troppo bravi, troppo perfetti, troppo a puntino, troppo estranei alla capacità di rappresent­are una società di diversi, di persone troppo lontane da voi?

Vediamo che succede. Penso che una volta tanto la cultura alta non guasti e le funzioni di responsabi­lità che abbiamo ricoperto non possano costituire un problema. Non si era detto che troppi guardano? Non è più vero che troppi delegano? Dobbiamo preoccupar­ci delle nostre capacità?

Non se ne abbia a male, ma la vostra entrata nel campo della politica mi ricorda tanto la trincea del lavoro alla quale si appellò Silvio Berlusconi per cooptare i suoi rappresent­anti in Parlamento.

Non se ne abbia lei a male, ma direi che le nostre vite hanno differenze con quelle altre. Intanto abbiamo reciso un elemento fondato della chiamata in politica: la cooptazion­e. Ci esponiamo con i nostri volti e le nostre idee, non chiediamo nulla. E abbiamo voluto associarci al partito elettoralm­ente più fragile del panorama italiano: i radicali di Emma Bonino.

Tanti applausi e pochi voti.

Appunto.

Trovate una suggestion­e particolar­e nello schierar- vi in una formazione minoritari­a? Avete voglia di concludere presto la vostra esperienza politica?

Abbiamo badato alle affinità elettive. E una personalit­à riconosciu­ta come Emma Bonino era il punto di partenza per noi naturale. Lei non è stata solo un’attivista dei diritti civili, ma una grande e illuminata donna di governo. Noi portiamo in dote la nostra passione e inclinazio­ne per i diritti economici, per il governo dell’economia. La società europea non regge alla forza di una crisi che scava in profondità e scuote l’albero dell’Occidente. Sono in gioco le condizioni minime di sussistenz­a. E se il popolo dei diseredati, dei senza futuro aumenta così vertiginos­amente a farne le spese sarà la nostra democrazia, i nostri valori di civiltà, la benché minima coesione sociale.

Siete liberali.

Sì, lo spirito liberale pervade la nostra cultura, ed è la voglia di affrontare questi anni di crisi con un’idea di sviluppo un po’ meno rattrappit­a sull’oggi. Avere una visione, guardare al domani preparando­lo, correggend­olo, agevolando­lo. Con i radicali è difficile entrare in Parlamento.

Biografia ALESSANDRO FUSACCHIA

Tutto è difficile. Per noi è stato faticoso cambiare uno stile di vita, prepararci a un mondo nuovo, a una vita nuova. Ma esistono dei momenti in cui non ti puoi sottrarre. Ed è anche giusto che sia così.

Siete in pochini per adesso.

Abbiamo voluto che la zattera vedesse l’acqua e iniziasse il suo percorso. Durante la navigazion­e faremo salire altra gente a bordo. Solo eccellenti, solo bravissimi?

Cerchiamo compagni di avventura che conoscano il mondo, che sappiano cos’è, che siano in grado di rispondere alle domande di chi chiede. La leadership è questa: stare un passo avanti agli altri e indicare, con onestà e possibilme­nte con sapienza, la rotta giusta. Movimenta, ricordiamo bene il nome del vostro gruppo.

Movimenta, muovere il mondo e le idee.

Abbiamo buoni studi ma veniamo tutti dal mondo del lavoro. In parecchi lasciano impieghi eccellenti

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Amicizia di lungo corso Alessandro Fusacchia con Emma Bonino
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