Il Fatto Quotidiano

“Servono almeno 15 agenti corrotti per far entrare le mogli di nascosto”

L’ex pm di Palermo: “Non possiamo escludere sia una vanteria”

- » GIAMPIERO CALAPÀ

“Se

quanto dice Giuseppe Graviano sulla notte passata con la moglie in carcere fosse vero rimarrei devastato, erano gli anni a cui affidavo la mia vita agli agenti del Gom, il corpo che sorvegliav­a la sua detenzione al 41 bis”. Alfonso Sabella, dal 1993 al ’99 pm a Palermo, poi al Dap fino al 2002 e di nuovo al Dap dal 2011 al 2014, sospira: “Dovrei rivedere la mia storia personale”.

1996. Rosalia e Francesca entrano di nascosto nelle carceri, con la complicità del Gom, e passano le notti del concepimen­to dei loro figli con i fratelli Graviano. “Nascosta nei robi, dormivamo insieme in cella – rac- conta il boss di Brancaccio a Umberto Adinolfi, camorrista compagno di ora d’aria – cose da pazzi”.

Cose da pazzi, appunto. Non voglio escludere che si tratti della vanteria di un boss abituato a enfatizzar­e davanti ai sottoposti. Se nel 1996 forse poteva uscire lo sperma da un carcere, che potessero entrare due donne nella sezione 41 bis nascoste nella biancheria mi pare fantascien­za. In quel periodo le carceri funzionava­no. No, non può essere vero...

Poniamo che fosse vero, chi sarebbe stato coinvolto? Non un agente corrotto, si- gnifichere­bbe una corruzione diffusa, una connivenza di un gruppo nutrito. In quest’ordine: portineria all’entrata, Sorveglian­za generale, l’addetto alla rotonda che smista il traffico nelle varie sezioni, agente di turno nella sezione (almeno due turni di vigilanza consideran­do che è trascorsa una notte), e percorso inverso. Senza contare che in quegli anni c’erano le sentinelle che osservavan­o le celle dei 41 bis dal muro di cinta. Sarebbero state quindi coinvolte almeno quindici persone, in teoria tra le più preparate e qualificat­e.

Salvatore Biondino, capo del mandamento di San Lorenzo, arrestato nel 1993 insieme a Totò Riina, voleva fare lo scopino fra le sezioni. Lei bloccò quella richiesta e il tentativo di estendere la possibile “dissociazi­one” dei condannati per terrorismo ai mafiosi. Tutti capitoli della Trattativa Stato-mafia...

Qualcuno remò contro, almeno un paio di ispettori della Penitenzia­ria che mi abbandonar­ono. Ma le segnalazio­ni che mi aiutarono, invece, arrivavano proprio da uomini del Gom.

Quindi le sembrerebb­e strano se alcuni di loro a-

Se venisse accertato dovrei riscrivere la mia storia personale, ne uscirei devastato Affidavo loro la vita

vessero “agevolato” la detenzione dei Graviano? Non ci siamo capiti, io in quegli anni affidavo la mia vita ad agenti del Gom e quella di tante altre persone. Mi servivo di loro per supporto informativ­o e per mantenere riservate alcune attività di indagine, sempre nella massima trasparenz­a. Nel 1997 arrestai Pietro Aglieri anche grazie a loro. Un telescopio fissato nei pressi del covo colse il volto del boss, la fotografia fu portata in aereo da Roma a Giovanni Brusca proprio da agenti del Gom. Brusca confermò: era Aglieri e così scatto il blitz.

Un mese fa in un’intercaped­ine della cella di Giuseppe Graviano è stato trovato un coltello...

Potrebbe essere a causa della corruzione di un singolo o comunque di poche persone. Altra cosa sarebbe far entrare le mogli in carcere nella sezione 41 bis, come dicevo prima.

Insomma cosa resterebbe di quegli anni se le parole di Graviano trovassero riscontro?

Rimarrei devastato, dovrei rivedere completame­nte, riscrivere, la mia storia personale. Significhe­rebbe aver lavorato per uno Stato che non era il mio, non era quello che credevo di dover difendere. Negli anni 80 non c’era il 41 bis e avevamo il grand hotel Ucciardone a Palermo, ma nel 1996 non poteva essere così. Ditemi che non è stato così per favore.

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 ?? Ansa ?? Magistrato Alfonso Sabella, dal ’93 al ’99 sostituto procurator­e a Palermo, poi al Dap per tre anni
Ansa Magistrato Alfonso Sabella, dal ’93 al ’99 sostituto procurator­e a Palermo, poi al Dap per tre anni

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