Il Fatto Quotidiano

1991-1994: gli anni della guerra contro lo Stato

- GLB E S. R.

▶N ELL’AUTUNNO-INVERNO del ’ 91 i boss della commission­e regionale si riuniscono in un casolare nelle campagne di Enna per decidere la strategia stragista. I boss decidono di rivendicar­e gli attentati con la sigla Falange Armata. Il 30 gennaio ’92 arriva la sentenza della Cassazione sul maxi-processo. Riina è furioso: “Facciamo la guerra per fare la pace”. Il 12 marzo 1992 due killer in moto uccidono l’eu- rodeputato della Dc Salvo Lima su un marciapied­e di Mondello, a pochi passi dalla sua villa. Falcone sbotta: “Questo cambia tutto”. Pochi giorni dopo, il 4 aprile ’92 un commando di killer uccide ad Agrigento il maresciall­o Giuliano Guazzelli, che è considerat­o il tramite tra l’ex ministro Calogero Mannino e il generale Antonio Subranni, capo del Ros. Nel pieno dell’ingorgo istituzion­ale per la corsa al Quirinale, il 23 mag-

gio ’92 i boss fanno saltare in aria un km di autostrada: muoiono Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e tre agenti di scorta. Due giorni dopo, il 25 maggio, sale al Colle Oscar Luigi Scalfaro. L’8 giugno lo Stato risponde ai boss varando il decreto antimafia che istituisce il 41 bis, che al momento non diviene operativo. Lo diverrà la sera del 19 luglio ’92, quando a Palermo i boss piazzano 80 kg di tritolo davanti la casa della mam- ma del giudice Paolo Borsellino, uccidendo il magistrato e i cinque agenti di scorta. Il 15 gennaio ’93 viene arrestato a Palermo Totò Riina, capo dell’ala stragista di Cosa Nostra. Il 14 maggio ’93 riprendono gli attentati con la bomba in via Fauro a Roma contro Maurizio Costanzo, illeso e nessun ferito. Cosa Nostra non si ferma e il 27 maggio ’93 piazza il tritolo in via dei Georgofili a Firenze uccidendo cinque persone, tra le quali una bimba di pochi mesi. Lo stesso numero dei morti di via Palestro aMilano, la sera del 27 luglio nella notte delle bombe che esplodono e fanno solo danni a San Giovanni in Laterano e San Giorgio a Velabro a Roma. La guerra allo Stato si interrompe il 27 gennaio 1994 con l’arresto aMilano dei fratelli Filippo e Giuseppe Graviano.

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