Il Fatto Quotidiano

“B. dovrebbe essere di nuovo indagato: concorso in strage”

- GLB E S. R.

1994, al momento della sua nomina come presidente del Consiglio. Se fosse stato addirittur­a complice delle stragi che furono strumento della Trattativa, Berlusconi dovrebbe essere considerat­o complice anche della Trattativa. Ovviamente stiamo parlando di elementi sufficient­i per un’iscrizione nel registro notizie di reato, ma tutto andrebbe verificato ed approfondi­to. Gianfranco Micciché ha definito le esternazio­ni di Graviano “minchiate” e si è rammaricat­o del fatto che alcuni pm (“pochi per la verità”, ha aggiunto) attribuisc­ano credibilit­à ad un mafioso pluriergas­tolano. Lei che ne pensa?

Chi, davanti a esternazio­ni così gravi, chiare ed eloquenti, risponde in questo modo o non capisce nulla o ha paura di quelle rivelazion­i. Il capomafia di Brancaccio, che non si è mai pentito ed è considerat­o un irriducibi­le, fa riferiment­o ad incontri, pranzi, cene, accordi e, alla fine, ad un tradimento. Nessuno, meglio di lui, poteva confermare, e potrebbe farlo in modo più completo se decidesse di rispondere alle domande dei pm, tutta la ricostruzi­one dell’i ndagine trattativa Stato- mafia ipotizzata dalla procura di Palermo.

Il 41 bis si conferma l’incubo del boss detenuto. Graviano appare combattuto tra la rabbia maturata in 24 anni di reclusione e la speranza che prima o poi qualcosa possa ancora accedere. Il boss sembra tuttora in attesa di un “segnale”. Ma cosa potrebbe accadere?

Alcuni segnali che Graviano da anni invia, così come altri boss in carcere, Riina compreso, mi sembrano inequivoci. L’esercito dei boss mafiosi al 41 bis è impaziente. La cambiale è scaduta e vogliono portare all’incasso il loro silenzio prima che sia troppo tardi. È una pentola in ebollizion­e da tempo e potrebbe scoppiare da un momento all’altro. Con esiti imprevedib­ili.

Eppure lo stesso Graviano dice che il processo sulla Trattativa “è in corso e non ne parla nessuno”...

Questo processo non piace a nessuno. Ed è questa la ragione per cui io prima, e Nino Di Matteo poi, siamo stati tanto duramente attaccati e tanto ferocement­e osteggiati.

Pensa che le intercetta­zioni di Graviano provochera­nno ripercussi­oni politiche?

In un Paese normale le Procure di Palermo, Firenze e Caltanisse­tta all’unisono avrebbero iniziato a indagare Berlusconi, la politica lo avrebbe messo in un angolo e si sarebbe aperta una commission­e d’inchiesta. Per molto meno Donald Trump rischia l’im peachment. Qui il segretario del Pd Matteo Renzi, un altro ex premier, considera il suo predecesso­re Silvio Berlusconi un ‘padre della Patria’, tanto da voler stringere accordi con lui. Questa è l’Italia di oggi.

La politica dovrebbe metterlo in un angolo e aprire una commission­e d’inchiesta invece di farne un padre della Patria

SUI PATTI CON RENZI

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