Il Fatto Quotidiano

Il listone, l’offerta fuori tempo di Renzi a Pisapia

Timing sballato Al “Corriere” dice che con l’ex sindaco di Milano potrebbe arrivare al 40% alla Camera. Ma l’interessat­o gli ha già detto no più volte

- » WANDA MARRA

Cambio di strategia repentina e improvviso riapparire del “40%”: Matteo Renzi ha fatto passare sì e no 24 ore dalla fine dell’accordo a 4 sulla legge elettorale simil-tedesca e ha ricomincia­to a inseguire Giuliano Pisapia. Sono mesi che corteggia l’ex sindaco di Milano, ma aveva un po’ lasciato perdere, impegnato a stringere accordi con Berlusconi.

ECCO CHE ORA, invece, comincia a ragionare sui modelli elettorali presenti (e per lui gli unici possibili, ovvero quelli usciti dalle sentenze della Consulta). E allora, in Senato, dove ci sono le coalizioni, Renzi potrebbe consentire a Pisapia di presentare il suo simbolo. Alla Camera, dove c’è il premio di maggioranz­a, il modo per stare insieme potrebbe essere un listone. L’ex premier dice al Corriere della Sera: “Alla Camera il premio al 40% consente di tentare l’operazione maggiorita­ria. Con le forze alla sinistra del Pd siamo alleati in molti Comuni dove ora si vota. Pisapia ha fatto per cinque anni il sindaco di Milano con il contributo fondamenta­le del Pd. Noi ci siamo; vediamo che farà lui”. Un po’ presto e un po’ tardi, per questo appello.

Citando il 40%, Renzi pensa – per la Camera – a un listone unico. Peccato che Pisapia – al quale la proposta di candidare lui e un altro paio di persone a lui vicine, come capilista bloc- cati è già stata fatta – ha già detto di no. Anzi ha rilanciato, chiedendo le primarie di coalizione, cosa che il segretario non sembra voler concedere.

Per ora, Renzi non dice di no apertament­e, ma lo fa dire agli amici. Francesco Bonifazi, su Twitter venerdì sera, in maniera implicita: “Facciamo le primarie e vediamo chi vince? Bene. Chi perde che fa, caro Pisapia: resta o scappa?”. E ieri Matteo Orfini, in un’intervista a Repubblica, esplicitam­ente: “C'è una legge proporzion­ale che non prevede le coalizioni e quindi le primarie non avrebbero senso”. Ci sarebbe da ricordare che Pier Luigi Bersani concesse a Renzi le primarie, nonostante lo Statuto del Pd le escludesse. Arriva pure Maurizio Martina: “Le abbiamo nel sangue, però adesso dobbiamo concentrar­ci tutti sul progetto e sui suoi contenuti”. Comunque, è presto. Lo dicono gli uomini di Renzi, come quelli di Pisapia. Un certo scetticism­o gira al Nazareno anche su quest’ultima carta dell’ex premier: Pisapia al listone ha già detto di no a non dire delle primarie. Però, si nota, per l’elettore del Pd l’alleanza più naturale è proprio il centrosini­stra. E dunque, Renzi ci proverà fino alla fine.

Il problema, il dubbio in- confessabi­le ce l’ha anche qualcuno dei renziani, è che sia proprio “il capo” il problema: poco credibile, mal sopportato proprio da quella sinistra che guarda a Pisapia. D’altra parte, Renzi ha vinto le primarie del Pd poco più di un mese fa e la sua presa sui gruppi parlamenta­ri è molto relativa. Come il radicament­o nei territori. Oggi si vota e i candidati in città-simbolo come Genova (ovvero Crivello) non hanno nulla a che vedere col Pd “alla Renzi”, il quale – non a caso – non ha fatto neanche un comizio elettorale: da una parte, meglio evitare di metterci la faccia, dato l’esito incerto; dall’altra il Pd in corsa è molto poco suo. E qui torna Pisapia, che invece a Genova in campagna elettorale c’è andato.

PER RENZI ora sarebbe un valore aggiunto. Ma lui parla a tutt’altro mondo di riferiment­o: Bersani e D’Alema, Fratoianni, ma anche Prodi. L’idea di un centrosini­stra di governo e non di opposizion­e gli interessa. Ma non ha fretta. Chiede, ad esempio, che vengano approvate alcune leggi che diano la direzione (reato di tortura, la nuova legge sulla cittadinan­za, il codice antimafia). La strada sembra in salita, tanto più che l’ex sindaco di Milano è candidato a guidare l’operazione alternativ­a a Renzi. A La StampaBers­ani dice: “Noi con Pisapia stiamo lavorando a un centrosini­stra in netta discontinu­ità col Pd degli ultimi anni”. Si vedrà. Sempre che non ci sia un’altra giravolta dietro l’angolo.

Centrosini­stra?

Il leader di Campo progressis­ta ha posto la condizione di fare le primarie. Difficile

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Ansa Camera incartata L’aula di Montecitor­io durante la discussion­e sulla legge elettorale

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