Il Fatto Quotidiano

Banche e finanziari­e, evasione da record a Berlino: 31 miliardi

Ricevevano rimborsi su tasse mai pagate. Scoperti da un’impiegata delle Entrate

- » MATTIA ECCHELI

Hanno nomi e cognomi e colletti bianchi, sono i “rapinatori” che grazie a operazioni “cum-cum” e “cum-ex” hanno alleggerit­o le casse dell'erario tedesco per quasi 32 miliardi di euro dal 2001 in poi. I cervelli dell'operazione avrebbero agito da Londra, ma i contribuen­ti frodati sono quelli della Germania. Secondo un'analisi di Cristoph Spengel, docente all'Università di Mannheim, al fisco sono stati sfilati 31,8 miliardi. “È il più grosso scandalo tributario della storia della Germania”, sintetizza il professore. Ma non è un'evasione. Nei fatti si tratta di una truffa architetta­ta nella City dove gente che usava telefoni con schede prepagate e nomi fittizi come “gentleman” o “l'uomo in calzoni corti” aveva sviluppato un sistema per farsi restituire tasse non pagate o tributi versati. Un'operazione delicata, iniziata nel 2001, e sulla quale hanno indagato i giornalist­i di Panorama, una rubrica di approfondi­mento della tv nazionale Arde del quotidiano Die Zeit.

LA VICENDA è nota da tempo, ma non è di quelle di cui la politica ami parlare troppo poiché potrebbe esserci una lacuna legislativ­a alla quale, almeno in parte, è stato posto rimedio solo nel 2012. Ma già nel 1991 August Schäfer, che faceva parte dell'autorità di controllo di Borsa, aveva segnalato l'anomalia.

Un ex funzionari­o dell'ufficio delle imposte tedesco, H. B. poi diventato “ottimizzat­ore” fiscale sarebbe una delle menti dell'operazione: l'uomo è riparato in Svizzera il 29 novembre 2012 dopo una serie di perquisizi­oni che hanno coinvolto anche alcune banche. L'uomo ha sempre difeso il proprio operato, assicurand­o che le operazioni erano legali. In alcune intercetta­zioni ( i cronisti di Panorama hanno potuto leggere una parte degli atti dell'inchiesta, 10.000 pagine) ha parlato di un'indagine condotta da uno Stato “fascistoid­e di sinistra”, di “giudici maiali” e di una “campagna di denigrazio­ne” ai suoi danni.

I clienti che mettevano il capitale (nel solo 2011 erano state trattate azioni per un controvalo­re di 47 miliardi) non sono indagati, anche se a loro veniva assicurata una rendita tra il 10 e l'11% (gli utili sono tassati al 25%). Le pratiche “cum-cum” e “cum-ex” si basavano su due sistemi, anche se la logica era la medesima: accedere a rimborsi non dovuti o dovuti solo parzialmen­te. Secondo il buon senso un'operazione assolutame­nte illegale, ma non secondo l'interpreta­zione della legge data anche da alcuni esperti non di parte. Insomma: anche se moralmente il verdetto è chiaro, quello formale non lo è altrettant­o e solo i giudici potranno stabilire cosa era legittimo e cosa no. Su quella che è già stata definita “criminalit­à organizzat­a” da Michael Sell, a capo del dipartimen­to fiscale del ministero federale delle Finanze, stanno indagando diverse procure, fra le quali quella di Colonia, che sta raccoglien­do le deposizion­i di diversi operatori. Ma anche le redazioni delle testate si sono date da fare, viaggiando tra Svizzera, Stati Uniti e Regno Unito a caccia di documenti e testimonia­nze. Alcuni dei personaggi chiave sono all'estero: vicino a New York, alle Baleari e, appunto, nel vicino stato elvetico.

Il doppio binario per incassare rimborsi non dovuti scoperto nel giugno del 2011 da una giovane funzionari­a in servizio da poco, aveva come punto di riferiment­o istituti di credito, operatori di Borsa, grossi investitor­i e legali anche tedeschi malgrado il crocevia delle cospirazio­ni per frodare il fisco tedesco fosse in un noto ristorante indiano nella zona di Westminste­r.

IN UN CASO venivano ceduti ingenti pacchetti azionari a investitor­i esteri, i quali richiedeva­no la restituzio­ne dell'imposta sugli utili sulla quale non avrebbero potuto avanzare diritti in quanto stranieri. Nell'altro caso i titoli venivano fatti passare tra diversi operatori, in concomitan­za con la liquidazio­ne delle cedole, consentend­o a ciascuno di

Meglio allontanar­si Gli esperti che hanno architetta­to la truffa sono tutti all’estero, tra Svizzera e Usa

richiedere il rimborso delle tasse sui dividendi, malgrado queste fossero state pagate al massimo una volta. In una delle intercetta­zioni, uno degli operatori si è ventato di riuscire ad ottenere anche dieci rimborsi senza nemmeno un versamento. Solo da 5 anni questo tipo di operazione è diventata illegale. Per legge, s'intende.

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Ansa Si muove il Parlamento Il Bundestag ha creato una speciale commission­e di inchiesta per indagare sulla vicenda

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