Il Fatto Quotidiano

Dalla Prima

- » MARCO TRAVAGLIO

Ecio è le trattative del 1 9 92 - ’ 93 con l’ultimo governo della Prima Repubblica e del 1993- ’94 con il primo della Seconda. Segnali di impazienza e cedimento dopo 25 anni di silenzio e di carcere più o meno duro. Propositi di vendetta contro B. che non mantiene i patti con Cosa Nostra, mentre è puntualiss­imo nei pagamenti alle “buttane”. E la promessa o la minaccia di parlare con i pm affinché B. lo raggiunga in galera, tenendo compagnia al povero Dell’Utri. Poco prima che queste parole vengano divulgate, la Cassazione fa una cosa che non ha mai fatto e, come spiega sul Fatto l’ex presidente Esposito, non può fare: anziché limitarsi al giudizio di legittimit­à, entra nel merito; annulla per difetto di motivazion­e il diniego del Tribunale di sorveglian­za alla scarcerazi­one di Riina per motivi di salute; e raccomanda di riconsider­are la sua pericolosi­tà e il suo diritto a una “morte dignitosa” a domicilio, perché – udite udite – il carcere di Parma è sprovvisto di lettiga con schienale rialzabile. Se ti chiami Riina, non bastano neppure 15 ergastoli per fartene scontare fino in fondo almeno uno.

Questa è la coincidenz­a che dovrebbe suscitare domande, insieme alle prossime elezioni che minacciano di spazzare via il partito unico FI-Pd che ha garantito 25 anni di trattativa. Qualcuno doveva inviare un messaggio a Riina o ai Graviano, stufi di tenere gratis la bocca cucita? O una prova generale per sondare l’opinione pubblica in vista di qualcosa di più e di peggio? Ed è un caso se da mesi governo e Parlamento parlano di “umanizzare”, cioè ammorbidir­e vieppiù un 41-bis ormai ridotto a burletta almeno per il Gotha mafioso? I fratelli Graviano erano così isolati da ricevere le rispettive mogli nelle rispettive celle per metterle incinte. E Giuseppe Graviano era così vessato da nascondere un coltello nella sua cella. Non servono nuove leggi per saldare le rate del mutuo acceso dallo Stato con Cosa Nostra 25 anni fa. Governi e partiti possono pure fare la faccia feroce. A tenere zitti e buoni i boss provvedono i poteri invisibili, quei pezzi di apparati che sopravvivo­no ai cambi di governo e di sistema, si tramandano le consegne, se ne infischian­o di destra, centro e sinistra perché nessuno osa mai voltare pagina in quel mondo incontroll­ato e trasversal­e: entrano nelle carceri senz’alcun controllo, fanno quello che serve senza lasciare tracce. Ecco perché i boss, quando incontrano un pm, lo guardano dall’alto in basso: sanno bene che la loro sorte non dipende da lui. Il vero Stato che li tiene in pugno è un altro. Non indossa la toga, ma la maschera. E vuole da loro esattament­e l’opposto di quella verità che gli ingenui pm cercano invano dal ’92. Nino Gioè sapeva tutto dei retroscena delle stragi: dopo le visite di strani 007, fu trovato impiccato in cella. A Nino Giuffrè, primo boss pentito dell’ala provenzani­ana, misteriosi agenti portavano buste di plastica senza buchi per indurlo al suicidio. E, pochi mesi prima di morire, anche Provenzano fu trovato con una busta di plastica in testa. Cambiano i governi, ma la regola è sempre la stessa: celle aperte e bocche chiuse, o viceversa.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy