Il boss Vincenzo Macrì catturato a San Paolo in Brasile: preparava la fuga in Venezuela
▶STAVASALENDO sull’aereo che da San Paolo lo avrebbe portato a Caracas quando la squadra mobile di Reggio Calabria lo ha arrestato. È finita dopo due anni, in Brasile, la latitanza di Vincenzo Macrì, 52 anni ed esponente della cosca Commisso di Siderno. È uno dei più grossi narcotrafficanti della ‘ndrangheta, ma soprattutto è figlio del patriarca Antonio Macrì, il boss “dei due mondi” ucciso nel 1975, nella prima guerra di mafia.
Il figlio di “u Zi ‘Ntoni” è accusato di traffico internazionale di cocaina e nel 2015 era sfuggito al blitz dell’operazione “Acero-Crupi”, coordinata dalla Dda che nei suoi confronti aveva emesso un decreto di fermo.
Dopoun lungo periodo di detenzione (dal 1989 al 2002) negli Stati Uniti dove era stato arrestato dall’Fbi per un traffico di droga gestito assieme a esponenti di Cosa Nostra, Vincenzo Macrì si era stabilito in Olanda, ad Aalsmeer. Nei Paesi Bassi, il boss aveva iniziato a commercializzare tulipani infarciti di cocaina. Un business che Macrì gestiva per conto della cosca Commisso di Siderno assieme al coindagato Vincenzo Crupi. Dall’Olanda il figlio di “u Zzi ‘Ntoni” dettava le linee programmatiche della famiglia mafiosa nel traffico di cocaina: decideva i canali di approvvigionamento della droga, la località dove consegnarla e le modalità di ripartizione degli utili. Per capire il carisma di Vincenzo Macrì è sufficiente rileggersi le carte dell’inchiesta che ha portato al mandato di cattura internazionale. A lui dovevano dare conto anche i clan ‘ndranghetistici nell’Ontario, soprattutto dopo le frizioni che nel 2014 hanno portato all’omicidio del boss Carmine Verduci, assassinato a Woodbrige.
Italia, Olanda, Canada, Venezuela e Brasile. Se il padre era il boss “dei due mondi”, il figlio li ha sfruttati entrambi. E nel secondo, Macrì,venerdì sera ha trovato la polizia di stato all’imbarco per Caracas.