Il Fatto Quotidiano

Verona, quasi finita l’èra di Tosi & famiglia

Sboarina (destra) avanti, la fidanzata del sindaco uscente testa a testa con Salemi (Pd)

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Dopo

dieci anni di “era Tosi” Verona è andata al voto in un clima da fine impero. L’unico punto fermo, nella città dell’Arena, è che con le elezioni di ieri è finita la storia d’amore e potere tra Flavio Tosi e la città: non potendosi ricandidar­e dopo due mandati, il sindaco uscente ha incoronato come successore la fidanzata, Patrizia Bisinella, senatrice del movimento tosiano “Fare!”, ma solo dopo un lungo, e deludente, flirt dell’ex leghista con il Pd di Renzi, da cui sperava di ottenere una legge che gli aprisse la strada a un terzo mandato. Secondo le prime proiezioni, Bisinella al 22 % si giocherebb­e il ballottagg­io con un serrato testa a testa con la candidata del Pd, Orietta Salemi, al 23,7 %, mentre in vantaggio sarebbe il candidato del centrodest­ra, Federico Sboarina, accreditat­o del 28%.

MENTRE IL PD, una volta cacciato il capogruppo dell’opposizion­e Michele Bertucco (ora aspirante sindaco per Sinistra in Comune) per il suo contrasto troppo duro al primo cittadino, ha candidato l’insegnante e consiglier­e regionale del Veneto Salemi e non esclude un accordo con i tosiani in caso di ballottagg­io, il centrodest­ra veronese contro l’ex leghista Tosi si è presentato unito come non accadeva dai tempi di Berlusconi (Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia) schierando l’avvocato Sboarina. Il M5s, dopo le comunarie celebrate tra le polemiche per il “voto lampo” sfuggito anche a diversi iscritti, si è presentato alle urne con il candidato Alessandro Gennari, ex rugbista e consiglier­e di circoscriz­ione, che aveva detto di “puntare al ballottagg­io” ma si fermerebbe tra il 9 e il 13%.

Altra spina nel fianco per Tosi è l’ex presidente dell’Agec (l’agenzia per gli edifici comunali) Michele Croce, che nel 2012 denunciò la Parentopol­i e la gestione opaca degli appalti. Defenestra­to, si è presentato con il movimento “Verona Pulita”. Ci sono poi Filippo Grigolini del Popolo della Famiglia e Roberto Bussinello di CasaPound. Infine Marco Giorlo, ex assessore allo Sport di Tosi, dimessosi tra le polemiche nel 2014 dopo un’intervista a Report in cui si parlava di presunti rapporti con famiglie ritenute vicine alla criminalit­à organizzat­a calabrese. Proprio una visita di Tosi a casa di Giorlo, accompagna­to dal suo ex vicesindac­o Vito Giacino (condannato in via definitiva per concussion­e), la campagna elettorale si è scaldata con tanto di “scatti rubati”: il primo cittadino gli avrebbe chiesto di correre con lui.

A PADOVAcon il 37 % è di nuovo in testa il leghista Massimo Bitonci, decaduto nel novembre scorso in seguito alle dimissioni di 17 consiglier­i: andrà al ballottagg­io con il vincitore del testa a testa tra il candidato di centrosini­stra, Sergio Giordani, dato al 27 % al pari di Arturo Lorenzoni della lista di sinistra Coalizione civica.

A Padova

Il leghista Bitonci è al 37% mentre Giordani (Pd) al 27 è tallonato da Lorenzoni (sinistra)

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Il sindaco uscente di Verona Flavio Tosi e la sua fidanzata Patrizia Bisinella, candidata a succedergl­i: non ce l’ha fatta
LaPresse Sconfitti Il sindaco uscente di Verona Flavio Tosi e la sua fidanzata Patrizia Bisinella, candidata a succedergl­i: non ce l’ha fatta

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