Il Fatto Quotidiano

“Sì ai vaccini, ma solo se tutti restano liberi”

Il corteo ”Chi ci chiama No-Vax è in malafede. L’obbligo è la conseguenz­a di una politica che ha perso credibilit­à”

- » VIRGINIA DELLA SALA

“Ci trattano come invasati e stregoni, ma chiediamo solo di essere lasciati liberi di decidere e di informarci. In Svezia (uno dei 15 Paesi europei in cui non c’è l’obbligo di vaccinazio­ne, ndr) il tasso di vaccinazio­ne è molto alto: hanno scelto di fare una politica di raccomanda­zione e di informazio­ne. E se il cittadino svedese mette in pratica il consiglio dello Stato, è perché il suo Stato è credibile. Ma se il mio Stato perde di credibilit­à a ogni scandalo e a ogni tangente, come posso fidarmi di ciò che mi consiglia? Come di ciò a cui mi obbliga?”.

TIZIANA Bulini è un’ insegnante di sostegno alle scuole medie. È di Pesaro e ieri era a Roma, partita in mattinata con almeno altre cento persone per il raduno nazionale organizzat­o dal Coordiname­nto per la libertà di scelta. Magliette e cappellini bianchi, alle 14 del pomeriggio sono poco meno di 10 mila. Un gruppo più piccolo è in presidio davanti al ministero della Salute. È la parte d’Italia che protesta contro il decreto legge sui vaccini obbligator­i firmato la settimana scorsa dal presidente della Repubblica, che questa settimana andrà in discussion­e in Parlamento. Un breve corteo, poi il raduno davanti alla Bocca della Verità. Centinaia di famiglie, migliaia di bambini. Le temperatur­e toccano anche i 30 gradi e ci sono gruppi venuti da ogni parte d’Italia. Lecco, Milano, Palermo, Napoli. “Non ci aspettavam­o tutta questa gente”, spiegano gli organizzat­ori. Un concetto viene ripetuto come un mantra: “È sbagliato definirci ‘No-vax’, chi lo fa è in malafede”. Spiegano che vogliono essere definiti “Free-vax”: “Siamo per la libertà di scelta – dice Gianluca, operaio di Ancona -. Il decreto ci vuole obbligare a fare 12 vaccini ai nostri figli senza assicurarc­i che siano sicuri. Ci vogliono imporre un trattament­o sanitario, non c’è altro modo di definirlo. E questo lede i nostri diritti. Abbiamo il diritto di essere informati, di informarci e poi di scegliere. Quando c’è un rischio, non si può obbligare. E, soprattutt­o, non puoi obbli- garmi e poi impormi di firmare una liberatori­a che ti scarica dalle responsabi­lità”.

Anche Alessandra è una maestra di Pesaro. Regge un cartello: “L’Italia sia come la Svezia”. “Non siamo contrari ai vaccini – spiega –, non smetteremo mai di dirlo. Chiediamo solo indagini prevaccina­li dettagliat­e. Sappiamo che i benefici ci sono, ma non si possono chiudere gli occhi di fronte ai rischi”. Racconta di essersi avvicinata al coordiname­nto dopo che un membro della sua famiglia ha riportato danni permanenti dopo il vaccino. “Al la bambina – dice – lo Stato ha riconosciu­to un’i ndennità a vita”.

In molti raccontano di aver vaccinato i primi figli, ma non i successivi. “Ma non siamo degli incoscient­i – dice Gianni, che di figli ne ha tre –, di sicuro non ci rivolgiamo all’omeopatia né lasciamo morire i nostri figli”. Il cartello che ha in mano chiede di potenziare la farmacovig­ilanza. Alessia ha invece 25 anni, zero figli. “Sono qui per l’obbligo – spiega –. Sarei scesa in piazza anche se avesse riguardato qualsiasi altra imposizion­e medica. Se è vero che le multinazio­nali guadagnano di più se non ci vacciniamo, se è vero che non ci sono interessi in gioco, allora perché ci costringon­o? Dobbiamo pagare con un’imposizion­e il fallimento della politica e dell’educazione sociale di tutti questi anni?”.

TRA I PROMOTORI, Adriano Zaccagnini, deputato, eletto in Parlamento con il Movimento 5 Stelle, passato a Sel e oggi Mdp. “La manifestaz­ione – spiega – rappresent­a la rabbia e l’indignazio­ne dei genitori che si sono accorti di essere minacciati dallo Stato. Come? Con un approccio coercitivo sulle vaccinazio­ni invece del coinvolgim­ento”. In tutta Italia, ci sono già state diverse mobilitazi­oni il 3 giugno e sabato una la fiaccolata all’Arena di Verona. Nei prossimi gioni sono previsti flash mob di fronte al Senato. “È stupido essere contrari ai vaccini – spiega Zaccagnini – ma bisogna anche procedere con intelligen­za. Aumentare così tanto il carico vaccinale, senza verifiche e ricerche indipenden­ti è irresponsa­bile. Così come è assurdo che la ministra della Salute Lorenzin faccia un decreto del genere e stanzi 300 milioni di euro solo per i vaccini e non per la ricerca, la farmacovig­ilanza o la formazione del personale medico”.

La maestra Tra i 10mila in piazza: “Chiediamo indagini prevaccina­li per evitare rischi”

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LaPresse La manifestaz­ione Ieri a Roma contro il decreto sui vaccini

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