Il Fatto Quotidiano

Diritti tv: l’Italia aspetta, ora tocca all’Uefa

Oggi la Champions Asta europea, nuovo duello Sky-Mediaset E per la Serie A si attende Vivendi (ma Telecom si tira indietro)

- » CARLO TECCE

Per

scoprire come finirà l’asta sui diritti televisivi del campionato italiano – fallita sabato al primo tentativo – è utile osservare le tattiche di Sky Italia e Mediaset (e chissà, Vivendi) sull’esclusiva della Champions League. Oggi scadono i termini per presentare l’offerta all’Uefa, che per la coppa più prestigios­a d’Europa confida di incassare dall’Italia almeno 240/260 milioni di euro a stagione per il prossimo triennio (2018/2021); fra l’altro da settembre 2018 le partecipan­ti della Serie A saranno tre dirette più una agli spareggi. Il bacino aumenta e pure gli introiti.

Per un’emittente la Champions è un investimen­to da gioielleri­a, quasi uno sfizio: non è una proposta commercial­e totale, ma è un corredo che attrae spasimanti. Tant’è che Mediaset, tre anni fa, si è svenata rovesciand­o il tavolo e spiazzando la famiglia Murdoch con oltre 600 milioni di euro per abbellire l’ammaccata Premium e consegnarl­a a Vincent Bolloré. Ma l’accordo con Vivendi s’è trasformat­o in un assalto dei francesi al fortino di Cologno Monzese con la scalata in Borsa e il contenzios­o giudiziari­o.

A proposito, Sky ha spedito una busta all’Uefa per riprenders­i la Champions; da Mediaset non commentano, ma non potranno di certo diser- tare com’è accaduto per l’asta italiana organizzat­a da Infront.

I PRESIDENTI di Lega, come sostiene Urbano Cairo (Torino), non sono spaventati: o riescono a piazzare la Serie A per circa un miliardo di euro all’anno oppure fanno un canale, lo chiamano Lega Calcio e lo vendono sempre a Sky e Premium. Luigi De Siervo, il capo di Infront, pronostica un gioco di sponda fra gli ex (?) litiganti Mediaset e Vivendi e prepara un nuovo bando, mentre Telecom (il cui azionista principale è Vivendi di Bolloré) smentisce l’interesse per la Champions. Il modello per la Serie A sarà lo spezzatino: tre pacchetti divisi per fasce orarie – anticipi, posticipi, pomeriggi – e al massimo due ac- quisti per un’emittente.

Vuol dire che il telespetta­tore sarà costretto a sottoscriv­ere due abbonament­i. Forse Sky, sibilano dalla Lega Calcio, sabato ha mancato l’occasione per estromette­re Premium dal campionato italiano. Come? Con una proposta pari alla richiesta della Lega Calcio. E le regole? Facezie.

Qui conta far girare il denaro e garantire un futuro a tanti dei venti presidenti di Serie A che, fra stadi deserti, marketing debole e mercato di calciatori insensato, devono sopravvive­re con i diritti tv. Attenzione: ma chi paga davvero è il tifoso dal divano, che rischia di pagare due volte e fra qualche ora saprà a chi deve versare la quota per la Champions League.

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Ansa Piersilvio Berlusconi

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