Effetto Macron: 400 seggi En marche ora va di corsa
Astensione al 50% ma dai ballottaggi uscirà una maggioranza senza precedenti
Il partito di Emmanuel Macron trionfa alle urne. A un mese dalle elezioni presidenziali, che hanno portato all’Eliseo l’ex ministro dell’Economia di 39 anni, dal primo turno delle elezioni legislative di ieri La République en marche è uscita clamorosamente in testa con circa il 32,2% dei voti, secondo i primi dati, non definitivi, di ieri sera. Una vittoria schiacciante, complice anche l’astensione record oltre il 50 per cento, che promette al neopresidente la maggioranza assoluta in Parlamento senza precedenti. Ma bisognerà attendere i ballottaggi di domenica prossima, 18 giugno.
LO TSUNAMI era stato predetto dagli ultimi sondaggi ma sembrava impossibile fino a un mese fa. Il movimento En Marche è nato poco più di un anno fa raccogliendo figure disparate tanto nella droite che nella gauche. Gli oppositori di Macron spiegavano che il neopresidente senza un vero partito alle spalle non avrebbe mai ottenuto una maggioranza e di conseguenza non avrebbe potuto governare. Era dunque una sfida importante per il giovane presidente per poter mantenere le promesse di campagna, a partire dalla leg- ge sulla moralizzazione della vita pubblica che già si sta preparando e dalla Loi Travail, che è nel calendario del governo già questa estate. La République en marche si sta affermando come prima forza politica francese.
Nella maggior parte delle 577 circoscrizioni il candidato di En Marche arriva in testa o in seconda posizione. Nella nuova Assemblée che si sta disegnando potrebbe occupare tra i 390 e i 430 seggi. Gli altri partiti dovranno accontentarsi delle briciole. Un risultato senza precedenti nella storia politica francese tanto che gli oppositori di Macron denunciano il rischio del “partito unico”, che nuoce al dibattito democratico. I francesi che sono andati alle urne hanno voluto confermare la loro fiducia al giovane presidente e sono tornati a bocciare i partiti tradizionali che già erano usciti in frantumi dalle presidenziali.
Da questo nuovo voto lo scacchiere politico degli ultimi venti-trent’anni in Francia esce completamente ridisegnato. La destra, Les Républic ai n s, ha ottenuto circa il 21,5%, che equivale ad un numero di seggi in Assemblea tra 85 e 125. Un fallimento per il partito che sperava ancora un mese fa di voltare la pagina di François Fillon, affossato nel- la corsa per l’Eliseo dallo scandalo dei falsi impieghi alla moglie e ai figli, imponendo a Macron un governo di coalizione e un primo ministro con i colori LR. Ma ancora più catastrofico è stato il voto per il Partito socialista, che registra un esile 10,2%, il peggior risultato della sua storia. In prospettiva significa tra 20 e 35 seggi nella prossima Assemblea. Una sconfitta “senza precedenti”, ha riconosciuto il segretario del Ps, Jean-Christophe Cambadelis. In cinque anni, di fronte all’impopolarità storica di François Hollande, il Ps si è sbriciolato.
ALLE LEGISLATIVE del 2012, dopo l’elezione di Hollande a ll ’ Eliseo, aveva raccolto il 35% dei voti, ora ne va della stessa sopravvivenza del partito della rue de Solferino. La République en Marche ha schiacciato anche gli estremi che si erano fatti notare alle elezioni presidenziali. Con il 14% il Front National è in netto calo. Al ballottaggio del 7 maggio scorso Marine Le Pen aveva raccolto il 33% dei voti, perdendo contro il 66% di Macron. Ora la Le Pen è in testa nel suo “feudo” del Nord, la circoscrizione di Hénin- Beaumont, col 45%, e si ritrova al ballottaggio domenica prossima, sempre di fronte ad un candidato di En Marche. Quanto alla France Insoumise, la sinistra di Jean-Luc Mélenchon che alle presidenziali aveva ottenuto il 19% al primo turno delle Presidenziali, ha raccolto ieri l’11% dei voti. A fare ombra al risultato eclatante del presidente Macron è naturalmente l’astensione record ma Macron sta vincendo la sua sfida. Il balottaggio è tra una settimana. Ma si prospetta già un’Assemblea completamente rinnovata. Una marea di volti nuovi, poiché la metà dei candidati En Marche sono debuttanti della politica che non hanno mai esercitato neanche un mandato.
Gli sconfitti
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