Il Fatto Quotidiano

Il ritorno dei Buoni fruttiferi postali, più sicuri ancora dei titoli di Stato

I rendimenti restano bassi ma in crescita, dallo 0,32% salgono allo 0,93% annuo effettivo lordo a scadenza

- » BEPPE SCIENZA www.beppescien­za.it Twitter @beppescien­za

Dopo oltre un anno di deprimente calma piatta, qualche novità sul versante dei buoni fruttiferi postali (Bfp). Nuovi buoni ordinari e, dopo lunga assenza, una nuova serie triennale.

Non che la Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) abbia deciso di scialare, ma per gli ordinari lo 0,93 per cento annuo effettivo lordo a scadenza fa già un effetto diverso dal miserrimo 0,32 per cento dei precedenti. È invece 0,70 per cento il tasso dei triennali, però solo se non riscattati anticipata­mente. Qui certo ha influito la maggiore remunerazi­one che la Cdp riceve dal Tesoro.

La serie ordinaria emessa dal febbraio 2016 andrebbe comunque sostituita senza costi con la nuova, per la precisione la TF120A1704­20. Ma in effetti qual è meglio fra i due buoni in emissione? Prima dei tre anni il rendimento netto è nullo con entrambi, salvo sotto i 5 mila euro per l’esenzione dal bollo. Ma siamo sempre a livelli bassissimi.

Alla scadenza i Bfp a 3 anni Plus battono gli ordinari: al netto anche del bollo fruttano lo 0,41 per cento annuo anziché zero. A condizioni invariate, la convenienz­a degli ordinari farebbe capolino solo dopo una quindicina d’anni. Ma simili simulazion­i sull’arco di lustri sono un esercizio sterile.

Comunque i punti di forza dei Bfp non sono mai i rendimenti allettanti al momento dell’emissione, salvo poi scoprire di aver puntato sul cavallo vincente, come con le emissioni degli anni Ottanta, in barba alla frottola dei tassi illegittim­amente abbassati.

I pregi dei Bfp sono altri. Per cominciare la sicurezza, poco o tanto maggiore rispetto agli stessi titoli di Stato grazie alla garanzia aggiuntiva della Cdp. Secondo, un prezzo di riscatto che non flette mai. Terzo, il recupero dell’intera cifra investita anche in caso di rimborso anticipato nonostante il bollo. E qui consiglier­ei di aspettare a scrivere sui social network commenti del tipo “Beppe Scienza è un cretino” o“Alle Poste sono tutti ladri”, qualora uno verifichi sull’immediato un accredito inferiore all’investimen­to iniziale. Il bollo viene prima trattenuto, ma poi in tempi rapidi le Poste rifondono la differenza con accredito sul conto corrente o libretto postale.

Allargando il discorso, rincuorano alcune apprezzabi­li prese di posizione di Matteo Del Fante, nuovo amministra­tore delegato di Poste Italiane appena nominato dal governo Gentiloni. Oltre a una maggiore attenzione ai settori tradiziona­li, in particolar­e ai pacchi, per i servizi finanziari si delinea un ribilancia­mento a favore delle proposte della Cdp rispetto al risparmio gestito. Finalmente.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy