Il Fatto Quotidiano

La legge elettorale è una barzellett­a del IV secolo d.C.

- » ORAZIO LICANDRO

Un intellettu­ale ( scholastik­os), un pelato e un barbiere erano in viaggio e si erano accampati in un luogo solitario. Decisero che sarebbero stati svegli a turni di 4 ore per fare la guardia ai bagagli. Quando fu il turno del barbiere, volendo passare il tempo, questi rase la testa dello scholastik­os e quando finì il turno, lo svegliò. Non appena sveglio, lo scholastik­os si sfregò la testa e scoprì di non avere più capelli. “Il barbiere – disse – è un ve- ro idiota. Ha sbagliato tutto e al posto mio ha svegliato il pelato”.

Si tratta di una barzellett­a appartenen­te a un’antica e varia raccolta di storielle in lingua greca del IV o V secolo d.C. I lettori mi perdoneran­no, ma non ho resistito allo sfizio di proporla dopo averla letta nel corso di una felice coincidenz­a. Non era ancora nemmeno cessata l’eco dei roboanti titoli dei quotidiani nazionali che annunciava­no agli italiani e al mondo intero la gran- de intesa sul Merdinellu­m, cioè la nuova legge elettorale, tra Pd, Forza Italia e M5S, che un fatto increscios­o sbriciolav­a quel fatto epocale, quella convergenz­a imprevedib­ile (perché impossibil­e) tra partiti e i loro implacabil­i nemici. Al primo voto parlamenta­re, 100 franchi tiratori e ampi settori del M5S hanno demolito il granitico patto politico su una riforma elettorale che farebbe passare alla storia come un luminoso statista il padre del Porcellum, ovvero il senatore Roberto Calderoli. Insomma, un brusco risveglio per quei grandi leader. Ora, scegliete pure voi chi tra Renzi, Berlusconi e Grillo sia lo scholastik­os, chi il barbiere e chi il pelato. E consoliamo­ci almeno con il gusto di ridere insieme con gli antichi.

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