Il Fatto Quotidiano

Un team per “aiutare” il candidato premier Intanto gli ortodossi protestano sulle chat

Si pensa a una squadra per blindare il prescelto per Palazzo Chigi

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cabina di regia per affiancare il candidato premier. E per affrontare i problemi politici del Movimento anche sui territori. Il giorno dopo la disfatta, ai piani alti del M5S ragionano del futuro e ostentano tranquilli­tà. “Sapevamo che non sarebbe andata bene”, ripetono. E in effetti, la campagna elettorale è stata senza proclami.

I BIG COME Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista e Roberto Fico sono andati sui palchi. E perfino Beppe Grillo si è mosso negli ultimi giorni tra Taranto, la Sicilia e la sua Genova, dove ha chiuso in una piazza semivuota. Ma nessuno aveva seminato ottimismo. La prospettiv­a del “cappotto”, ossia di non andare al ballottag- gio in nessuno dei 25 capoluoghi in ballo, era ben presente a vertici ed eletti. E alla fine si è concretizz­ata. Ieri dal blog Grillo ha inveito contro “le ammucchiat­e di liste civiche, fatte per accaparrar­si voti sul territorio nascondend­o il volto dei partiti”.

E ha provato a pensare positivo: “Rispetto al 2012 abbiamo triplicato i ballottagg­i (furono solo tre al l’epoca) e siamo cresciuti in tutte le città in cui ci siamo presentati. Una crescita lenta, ma inesorabil­e”. Ed è la linea ufficiale: il Movimento rimane forte, mentre i partiti si nascondono.

Ma i numeri raccontano la più dura sconfitta dai tempi delle Europee del 2014. E allora trabocca l’ira dei parlamenta­ri “or todo ssi”, gli stessi che la scorsa settimana avevano esultato per il naufragio dell’accordo sulla legge elettorale, fortemente vo- luto da Luigi Di Maio e dall’ala governista. Così nelle chat interne scagliano accuse contro il candidato premier in pectore e i vertici.

“Quando offri aiuto ti mandano a quel paese”, sibila un deputato. Tanti tornano sul cronico tasto delle presenze in tv: “Ci vanno sempre gli stessi, poi sui territori non li vedi mai”. Ma dentro e fuori le chat riaffiora anche il nodo del divieto del terzo mandato per gli eletti, di cui Beppe Grillo parlò con i senatori a febbraio. Gli chiesero una terza corsa almeno per gli eletti locali, così da consolidar­e una classe dirigente sui territori e placare i malumori, e lui aprì con cautela: “Valuteremo per consiglier­i comunali e municipali”.

POCHE SETTIMANE dopo, il suo blog smentì ogni ipotesi di modifica di una regola cardine del Movimento. Però il tema resiste. E ieri lo ha ribadito Max Bugani, consiglier­e comunale a Bologna ma soprattutt­o uno dei tre membri d el l’associazio­ne Rousseau assieme a Davide Casaleggio, parlando a Radio Città del Capo: “Si avvicinano le Politiche e dobbiamo riflettere sulla regola del doppio mandato, che ha fatto da freno a molti. C’è chi non si è ricandidat­o, come il

Due giri e poi via Bugani: “Il divieto di terza elezione ci frena: c’è chi non ha corso per provarci alle Politiche”

sindaco uscente di Mira Alvise Maniero, rimasto fuori per giocarsi una chance in Parlamento”. E colpisce, che a parlarne sia uno degli uomini di fiducia di Casaleggio.

Ma i vertici ora pensano soprattutt­o ad altro. Per esempio, a come blindare il candidato a Palazzo Chigi, cioè Di Maio. E la strada può essere u- na cabina di regia con cui “sgravarlo” di alcune decisioni e impegni dentro il Movimento, dandogli un supporto politico e sui temi. Magari, in grado di mettere il naso nell’oceano sempre agitato dei meet up .È un progetto già in cantiere, ma le amministra­tive potrebbero velocizzar­e i tempi. “D’altronde, servirebbe anche un luogo dove discutere di sconfitte come questa e valutarle” ragionava ieri un parlamenta­re.

MA LE COMUNALI rafforzano anche il partito di chi pensa a criteri più stringenti per le candidatur­e in Parlamento, con spazio solo a persone con un’esperienza lavorativa e attitudini comunicati­ve. Però le norme per le Politiche sono ancora da definire. Come gran parte della squadra di governo. Ma i Cinque Stelle sono convinti di avere tutto il tempo per lavorarci, “perché ormai si voterà nel 2018”. Ossia dopo le Regionali di novembre in Sicilia, su cui ora il M5s punterà tutto, “come il moltiplica­tore per le Politiche”.

@lucadecaro­lis

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LaPresse Star catodica Alessandro Di Battista è tra i più assidui in tv (e in molti si lamentano)

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