Il Fatto Quotidiano

Via Crucis banche, prossima stazione Carige

Consiglier­i lasciano contro Malacalza. Popolari venete, oggi Viola decide con la Bce

- » GIORGIO MELETTI

Oggi

è la giornata decisiva per il futuro della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca. Alle 11 si riunisce il board di Vicenza e l’amministra­tore delegato Fabrizio Viola riferirà agli altri consiglier­i se ha ricevuto nelle ultime ore notizie concrete da parte del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan sulla percorribi­lità della ricapitali­zzazione precauzion­ale a spese dello Stato e con la benedizion­e della Commission­e europea. In sostanza servono decisioni formali almeno di qualche importante banca italiana per la partecipaz­ione alla ricapitali­zzazione nella quota privata pretesa da Bruxelles per il suo benestare, del quale Padoan non vuole fare a meno. In mancanza di notizie risolutive è probabile che il cda di Vicenza decida di gettare la spugna e comunicare alla Bce che le condizioni della banca impongono il ricorso alla procedura di risoluzion­e.

IN ATTESA del verdetto sulle due venete il governo deve prepararsi a fronteggia­re un altro esplosivo caso bancario. La Carige, in condizioni più che difficili ormai da almeno tre anni, cioè da quando fu ar- restato il padre-padrone Giovanni Berneschi, ha subìto ieri le dimissioni di altri tre consiglier­i: Caludio Calabi, Alberto Mocchi e Maurizia Squinzi. I tre consiglier­i, espressi i primi due dal secondo azionista Gabriele Volpi e la terza dal socio di riferiment­o Vittorio Malacalza, hanno lasciato con effetto immediato “alla luce della mancata condivisio­ne delle motivazion­i e delle modalità che hanno condotto il consiglio di amministra­zione ad approvare la sfiducia all’amministra­tore delegato Guido Bastianini”, come segnala una nota ufficiale.

La situazione di Carige è incandesce­nte. L’azionista di riferiment­o, Malacalza che ha il 17 per cento delle azioni ed è vicepresid­ente della banca, comanda sull’istituto con lo stile da padrone delle ferriere che gli è proprio, essendo un esordiente del credito dopo a- ver accumulato soldi ed esperienza per tutta la vita nella siderurgia. La settimana scorsa ha ordinato al cda, con una lettera, di licenziare su due piedi l’amministra­tore delegato Guido Bastianini, fortissima­mente voluto da Malacalza solo un anno fa, dopo aver cacciato il predecesso­re Piero Montani.

VENERDÌ SCORSOil cda ha obbedito con un voto otto a quattro: tre dei quattro contrari sono usciti ieri, mentre il quarto, Giulio Gallazzi, eletto dai fondi di Assogestio­ni, è rimasto al suo posto. Con le tre dimissioni di oggi sale a cinque il numero dei consiglier­i già usciti di scena in pochi mesi.

Ieri il presidente di Carige, l’imbarazzat­o ex presidente dell’Antitrust Giuseppe Tesauro, ha rassicurat­o i mercati dicendo che il successore di Bastianini sarà trovato in pochi giorni. Tre anni fa, quando fu arrestato Berneschi, le azioni Carige valevano in Borsa circa 5 euro dopo aver toccato massimi attorno ai 10 euro. Ieri hanno chiuso a 21 centesimi, la metà di quanto valevano a gennaio. Recentemen­te Malacalza ha smentito che ci sia il commissari­amento alle viste.

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Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan e Vittorio Malacalza, grande azionista di Carige
Ansa Nell’occhio del ciclone Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan e Vittorio Malacalza, grande azionista di Carige
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