Contro la May anche il silenzio della regina
Gran Bretagna Elisabetta, niente discorso e Tories in panne: unionisti impresentabili ma senza di loro addio maggioranza
Il discorso della regina, che segna l’insediamento ufficiale del nuovo Parlamento, potrebbe venire rimandato dal 19 giugno a data da definirsi. Secondo la tradizione, la sovrana legge il programma del governo per la legislatura appena inaugurata. Nota grottesca: il testo va trascritto su pergamena di capra, con un inchiostro che richiede sette giorni per asciugare.
MA NON SI FA in tempo: il discorso non è pronto, visto che, ha annunciato il ministro per la Brexit, David Davis, il programma di governo sta per essere “potato”. E il governo May 2 è ancora un’ipotesi: gli unionisti scozzesi del Democratic Unionist partycon cui il primo ministro aveva annunciato l’accordo venerdì l’h an no smentita, dichiarando che le trattative sono ancora in corso.
Senza i 10 parlamentari del Dup, il Partito Conservatore ha solo 318 seggi, 7 meno della soglia minima di maggioranza. Niente maggioranza, niente fiducia e rischio di nuove elezioni. Secondo un sondaggio Survation, le vincerebbe il Labour di Corbyn, ora in vantaggio di almeno 5 punti. Il 19 giugno è anche l’ inizio ufficiale dei negoziati per la Brexit, a cui il governo arriverà per niente strong and stable, solido e forte.
Ieri sera Theresa May ha dovuto affrontare, per più di un’ora, la furia dei suoi parlamentari. Incontro a porte chiuse, punteggiato da grida, colpi sui banchi parlamentari e qualche applauso.
La premier avrebbe chiesto scusa per gli errori nel programma, per la gestione autoritaria del potere e per la conduzione della campagna. “Vi ho messo io in questo casino e io vi tirerò fuori”.
AL CENTROdell’incontro una serie di dilemmi insolubili. Gli unionisti, i soli alleati possibili, sono però impresentabili. Sono anti-gay e anti-aborto; sono per una soft- Brexit e contro l’uscita dall’unione doganale; infine, un’alleanza con loro potrebbe compromettere il processo di pace in Nord-Irlanda, visto che il governo perderebbe la “rigorosa imparzialità” fra le parti in causa prescritta nell'articolo 1 degli Accordi di
Pace di G ood Friday.
E poi c’è Brexit: la linea dura sembra ora molto meno probabile e il pendolo politico sembra orientato verso una Open Brexit, pragmatica, che met- ta l’economia in testa alle priorità: ma non c’è più alcuna linea ufficiale da cui partire. Secondo i giornalisti fuori dal meeting, il primo ministro sarebbe comunque uscita visibilmente meno tesa di come era entrata. Per ora, è il ve r d e t t o , s opravviverà politicamente. È un “cadavere ambulante” ancora necessario - almeno per i conservatori - perché i possibili candidati alla successione non intendono bruciarsi prendendo il suo posto proprio ora.
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