Il Fatto Quotidiano

Arabia Saudita e Qatar, la posta in gioco più che il Califfo è il gas

L’incubo di Ryad: Doha ha un progetto di condotto per l’Europa attraverso la Siria

- » ROBERTA ZUNINI

Se si gratta la narrazione offerta dai promotori dell’isolamento del Qatar, ovvero Stati Uniti e Arabia Saudita, appare evidente che il piccolissi­mo ma ricchissim­o stato del Golfo non è stato punito perché sponsor di alcuni gruppi di estremisti islamici che combattono in Siria, come l’ex Al Nusra (ma non l’Isis che invece si ispira alla dottrina waahabita fondata dai sauditi). Piuttosto è vero il contrario. E cioè che il Qatar sunnita è riuscito a mantenere un canale di comunicazi­one con il regime siriano tramite il confinante Iran sciita, sponsor di Assad assieme alla Russia.

NEGLI ULTIMIdue mesi i buoni rapporti tra Qatar e Iran - dovuti soprattutt­o alla condivisio­ne di un enorme giacimento di gas offshore e poiché il Qatar è la culla della Fratellanz­a musulmana contrastat­a dai sauditi titolari della rivale corrente waahabita - hanno prodotto frutti che non sono andati a genio né alla nuova amministra­zione Usa né a Riyad. Ciò che più inquieta l'Arabia Saudita è il fatto che, grazie anche al giacimento di gas qataro-iraniano nelle acque del Golfo Persico, il piccolo stato governato dall’emiro Tamim al Thani, è diven- tato in questi ultimi anni il primo esportator­e di gas liquido del pianeta, soffiando il record proprio all'Arabia Saudita che da allora guarda con ancora maggior sospetto le ambizioni di Doha, rese più accettabil­i all'Occidente grazie ai servizi della rete Al Jazeera di proprietà dell'emiro del Qatar.

Ancora più delle velleità di Doha di gestire la ricostruzi­one della Siria dopo la guerra, lo spauracchi­o dei sauditi sarebbe però la costruzion­e di un gasdotto che dal Qatar, attraverso la Siria e la Turchia (che si è immediatam­ente schiera- ta con Doha) possa portare energia all'Europa. Se questa cogestione del vasto territorio siriano da parte del Qatar, dell'Iran e della Russia dovesse portare alla costruzion­e del gasdotto, i sauditi e il loro alleati nel Vicino Oriente, non dormirebbe­ro più sonni tranquilli: l'abbassamen­to drastico del prezzo del petrolio che ha intaccato le risorse di Riyad non verrebbe più compensato, almeno in parte, dalla vendita del gas, surclassat­o appunto da Doha. Il gasdotto qatarino peraltro verrebbe presumibil­mente accettato dalla Russia, che pur di non perdere la base navale di Tartus, nei pressi di Latakia nell'ovest della Siria - roccaforte del clan Assad - digerirebb­e il boccone cucinato dal Qatar e dall'Iran, dove la tensione contro la Casa Bianca e l'Arabia Saudita, si è ulteriorme­nte accentuata per opera degli ayatollah più conservato­ri che hanno tentato di sfruttare pro domo loro il recente attacco kamikaze nella capitale iraniana.

C'È DI PIÙ: molte compagnie energetich­e pagherebbe­ro cifre ingenti pur di usare la pipeline qatarina dal Golfo all'Europa o per esportare il gas liquefatto via nave dal porto di Latakia, evitando così il passaggio dallo stretto di Hormuz. A temere la costruzion­e

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del gasdotto c'è anche l'Egitto, alleato dei sauditi, che possiede Zohr, il giacimento di gas più grande finora scoperto nei fondali del Mediterran­eo. L’Eni ha il permesso per il suo sfruttamen­to attraverso la controllat­a Ieoc Production.

 ?? LaPresse ?? L’alleanza Ingegneri iraniani al lavoro nel giacimento che si trova nelle acque del Golfo Persico e che Teheran condivide con il Qatar dell’emiro al Thani
LaPresse L’alleanza Ingegneri iraniani al lavoro nel giacimento che si trova nelle acque del Golfo Persico e che Teheran condivide con il Qatar dell’emiro al Thani

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