Il Fatto Quotidiano

Dalla Prima

- » MARCO TRAVAGLIO

Mossa

n. 2. Genova è la città del fondatore, segnata dai disastri del Pd e poi della sinistra. Il luogo ideale per tentare il colpaccio. Che fare? Una bella rissa fra il capogruppo in Comune, Paolo Putti, e la capogruppo in Regione, Alice Salvatore. Il primo se ne va con tutti i consiglier­i pentastell­ati e si associa alla sinistra. La seconda tenta di imporre il direttore d’orchestra Luca Pirondini. Che però alle Comunarie perde con tal Marika Cassimatis. Onde annientare le residue possibilit­à che questa ce la faccia, si annullano le Comunarie (spiegazion­e di Grillo: “Fidatevi di me”) per rifarle con un solo candidato: Pirondini. Che stavolta riesce a vincerle. Il Tribunale dà ragione alla Cassimatis e i 3 candidati di area si dividono i voti. Risultato: ballottagg­io tra centrodest­ra e centrosini­stra.

Mossa n. 3. Palermo è il capoluogo della prima Regione che potrebbe andare ai 5Stelle, ma il sindaco Leoluca Orlando pesca anche nel territorio di caccia grillino. I locali deputati pentastell­ati si mettono subito d’impegno e si fan beccare nello scandalo delle firme false: migliaia di nomi veri ricopiati in una notte per sanarne uno con la residenza sbagliata, il tutto nel 2012, quando il M5S non piazzò nemmeno un consiglier­e. I geni vengono indagati e interrogat­i dai pm, ma pensano bene di non rispondere. Grillo li sospende, quelli polemizzan­o pure. Le Comunarie le vince l’avvocato Ugo Forello, ex Addiopizzo, che si porta dietro una scia di sospetti sulle cause dei commercian­ti antiracket. Segue immancabil­e faida interna, con denunce in Procura e diffusione di un audio che spiega perché Forello non va bene. Risultato: Orlando sindaco per la quinta volta davanti a un suo ex fedelissim­o passato a destra con la benedizion­e di Cuffaro.

Mossa n. 4. Taranto è l’ideale per i 5Stelle: il governo annuncia il “salvataggi­o” dell’Ilva che avvelena la città, con 6 mila esuberi. Difficile mancare il ballottagg­io. Ma si trova il modo: il vertice cittadino sostiene un candidato, ma altri Meetup si mettono di traverso con altri nomi (esattament­e come a L’Aquila, a Piacenza, a Padova ecc.). Da Roma si pensa di non presentare il simbolo, magari appoggiand­o l’ex procurator­e anti-Ilva Sebastio, sostenuto da liste civiche. Idea troppo brillante: si rischiereb­be di vincere. Infatti subito accantonat­a. Le Comunarie last minute le vince con ben 107 voti l’a vv o ca t o Francesco Nevoli. Che inizia la campagna elettorale alla vigilia del voto. Risultato: solito ballottagg­io destra-sinistra.

Mossa n. 5. Incassata la débâcle, si dà la colpa alle liste civiche coi partiti dietro; si vanta la “crescita lenta, ma inesorabil­e”; si esulta per i trionfi di Sarego e Parzanica; si fanno sparate anonime sui giornaloni contro i pochi volti noti e vincenti (Di Maio, Raggi, Appendino), in vista della grande, spettacola­re, definitiva disfatta nazionale.

Prossima mossa. Vista la strepitosa riuscita del sistema di selezione a caso o a cazzo, si completa l’opera passando direttamen­te dall’“uno vale uno” al “l’uno vale l’altro”. Al posto delle Comunarie, sorteggio dei candidati dagli elenchi telefonici.

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