Il Fatto Quotidiano

Più li indagano e più li votano

Chi ha guai con la giustizia fa il pieno alle urne: in Sicilia Fazio comanda malgrado le accuse di corruzione, in Calabria il ballottagg­io è tra inquisiti

- E. F

Sotto il sole di Trapani l’elettore si mostra indifferen­te ad avvisi di garanzia, arresti domiciliar­i e varie amenità. E vota. Al di sopra della legge, al di sotto della decenza. Diecimila voti a Girolamo – Mimmo Fazio, centrodest­ra, con 5 liste a sostegno. Fazio si è fatto un paio di settimane agli arresti domiciliar­i con l’accusa di corruzione.

SECONDO i magistrati avrebbe fatto pressione sui funzionari regionali per favorire il suo amico armatore Ettore Morace, della “Liberty Lines”. Per i pm è “un romanzo della corruzione”. Che i trapanesi non hanno neppure sfogliato: Mimmo ha rastrellat­o oltre 10mila voti al primo turno (31,79%) e tra due settimane dovrà contenders­i la carica di sindaco con Pietro Savona del centrosini­stra (26,27%). Ovviamente, Fazio giura di poter re- spingere tutte le accuse e promette che si dimetterà in caso di condanna di primo grado (la Legge Severino incombe), ma i trapanesi sono stati capaci di fare di più. Perché altri 7.797 voti li hanno assegnati al senatore di Fi Antonio D’Alì, ex sottosegre­tario al ministero dell’Interno. Su di lui, la Cassazione si dovrà pronunciar­si in un processo per concorso esterno in associazio­ne mafiosa, che lo ha visto in parte prescritto, nel frattempo la procura di Palermo ha chiesto al Tribunale il “soggiorno obbligato” in quanto “soggetto socialment­e pericoloso”. Forza Italia e gli amici hanno puntato il dito contro la giustizia ad orologeria, i trapanesi lo hanno votato. Trapani irredimibi­le. Catanzaro non da meno. Qui il sindaco uscente, Sergio Abramo, sfiora il 40% (39,59) e con le sue 6 liste si piazza primo al ballottagg­io. Suo avversario Vincenzo Antonio Ci- conte, Pd-centrosini­stra con 11 liste, al 30,98%. Hanno problemi comuni. Abramo è sotto processo per “Multopoli”, una storia di multe non pagate, Ciconte, invece, deve rispondere dei rimborsi ottenuti da consiglier­e regionale. Anche qui, ovviamente, si tratta di “giustizia ad orologeria” e tutto verrà presto chiarito. I catanzares­i hanno scelto. Piazzando al terzo posto il professor Nicola Fiorito (23,26%), con le sue tre liste di sinistra-sinistra e candidati al di fuori dei sistemi di potere che strozzano la città.

Sant’Antimo, Campania, 34mila abitanti a nord di Napoli. Corrado Chiariello, centrodest­ra, va al ballottagg­io col 44,26% dei voti, con- tro il suo avversario di centrosini­stra Aurelio Russo (32,51), terzo posto a Giuseppe Italia (sinistra con l’esordio di Dema, le liste del sindaco di Napoli Luigi de Magistris) al 10,87%.

TUTTO REGOLARE, tutto bene? Quasi, se non fosse che a pochi giorni dal voto i carabinier­i hanno scovato in una casa 321 tessere elettorali e facsimili. Arresti, denunce e un candidato di una lista collegata a Chiariello finito nei guai. Brogli, ombra della camorra sul voto, promesse di 30 o 50 euro a preferenza. Chiariello si dissocia. E a Sant’Antimo lo votano.

Nel Napoletano

A Sant’Antimo arresti e denunce: 321 tessere già pronte e preferenze vendute per 50 euro

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Ansa Intoccabil­i Fazio e Abramo, in vantaggio a Trapani e Catanzaro. A fianco, Ciconte

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