Babbo Renzi sbaragliato in casa dal superteste
Sono
le cinque del mattino quando Daniele Lorenzini è proclamato sindaco di Rignano sull’Arno. Solo al termine della festa, iniziata a mezzanotte, appena i sette seggi del piccolo Comune hanno finito il rapido spoglio.
Come previsto e prevedibile, nonostante la sfilata dei big del Pd – per ultimo Luca Lotti, venerdì – a Rignano, feudo della famiglia Renzi, ha vinto il sindaco uscente, il dissidente che ha sbattuto la porta in faccia ai dem, dicendosi stanco di un partito che pensava solo alla family e non ai cittadini, decidendo di presentarsi da solo con una lista civica. Gli ex amici le hanno tentate tutte. Tra ministri, sottosegretari, dirigenti sono arrivati qui in sedici. “Ci mancava giusto Obama”, ha scherzato Lorenzini. Pure lui si aspettava di vincere ma non con “un risultato così eclatante”: 48,96%.
UNA SCONFITTA pesante per il Pd e in particolare per Renzi. Babbo Tiziano è stato segretario cittadino del partito e ha dovuto lasciarne la guida quando è finito indagato nell’inchiesta Consip. Con lui nelle carte della Procura di Napoli prima e di Roma poi, è finito pure un assessore uscente, Roberto Bargilli. Tutti per una braciolata organizzata a casa di Tiziano Renzi durante la quale il generale dei Carabinieri Emanuele Saltalamacchia avrebbe comunicato a Renzi senior di non frequentare più alcuni soggetti riferendosi, secondo i magistrati, all’imprenditore Carlo Russo. A quella braciolata c’era anche Lorenzini, amico di vecchia data nonché medico di base di Tiziano. E proprio Lorenzini ai pm ha confermato di aver sentito le parole di Saltalamacchia. Per il Pd è diventato un traditore, seppure il partito volesse ricandidarlo con il proprio simbolo. Lui non ha sentito ragioni: lista civica e semmai il sostegno come in tutti i Paesi della zona. Renzi senior si è opposto e in un mese i Dem hanno scelto una propria candidata: la vice di Lorenzini, Eva Uccella, che già nel 2012 aveva partecipato alle primarie per diventare sindaco conquistando solo il terzo posto con una manciata di voti. Domenica le è andata un po’ meglio, ha sfiorato il 30%. Comunque dietro Lorenzini. “Hanno promesso di tutto ma i cittadini hanno premiato i miei cinque anni di lavoro”.
PER IL PD, Rignano è una sconfitta pesante. E c’è già chi chiede la testa del segretario regionale Dario Parrini. Le dimissioni però sembrano rimandate almeno al dopo ballottaggio: se i dem perdono pure Pistoia sarà difficile per Parrini resistere alla guida.
Il sindaco “traditore” Per fargli cambiare idea sono venuti ministri e big di partito:
“Ci mancava Obama...”