Il Fatto Quotidiano

Asti, Pd e M5S esultano a turno: errori nei conti

Il candidato del centrodest­ra, Maurizio Rasera, non sa ancora chi lo sfiderà al ballottagg­io

- » ANDREA GIAMBARTOL­OMEI

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giorni dal voto, forse oggi si saprà il nome del secondo candidato sindaco che andrà al ballottagg­io contro Maurizio Rasero, l’esponente del centrodest­ra e vicepresid­ente della Cassa di risparmio. La confusione domina, il destino del Pd e del M5S è appeso a una manciata di voti che separano i rispettivi candidati, Angela Motta e Massimo Cerruti, e nei seggi gli scrutatori hanno commesso molti errori nel compilare i registri.

LUNEDÌ i primi dati dello spoglio davano la prima, consiglier­e regionale e sostenitri­ce di Matteo Renzi, al ballottagg­io grazie ai tredici voti di vantaggio sull’esponente pentastell­ato: 5.080 le preferenze per lui, 5.093 per lei. I Cinque stelle temono errori nei seggi, che hanno lavorato tutta la notte e terminato molto tardi, e annunciano subito l’intenzione di verificare i verbali. Ieri mattina si presentano in tribunale e, con la commission­e elettorale, avviano i loro controlli che portano al ribaltone. Si scopre che, per un errore tra i dati comunicati all’ufficio elettorale del comune e quelli inseriti nei registri, al candidato M5S non sono stati asse- gnati 63 voti che capovolgon­o il risultato: Cerruti sorpassa Motta di cinquanta voti e il M5S accede al ballottagg­io. “Arriva un’altra buona notizia - scriveva il vicepresid­ente del Senato Luigi Di Maio su Facebook - anche ad Asti - capoluogo di provincia - il Movimento 5 Stelle va al ballottagg­io. Dal riconteggi­o, 50 voti in più. Sono 10 i comuni del Movimento 5 Stelle che vanno al ballottagg­io. Forza”. L’entusiasmo dura poco. Nel pomeriggio Cerruti, seduto a un tavolino del centro, riceve la telefonata del deputato, Paolo Romano. In tribunale hanno scoperto altre irregolari­tà, il risultato è incerto. Ammutolito, attraversa a piedi il centro cittadino, arriva nell’aula 1 e scopre che in un seggio, il numero 28, il presidente ha fatto dei pasticci scrivendo in un ordine casuale i nomi dei candidati sindaci e segnando lì accanto i voti ottenuti da altri candidati. Ad Angela Motta, ad esempio, erano stati attribuiti tre voti soltanto, quelli andati al rappresent­ante di una piccola lista civica, Biagio Riccio, che si era visto assegnare 83 schede, quelle dell’esponente del Pd.

NON ERAl’unico errore. Fatto sta che alla fine, dopo questo controllo, la candidata dem torna in vantaggio per undici preferenze. Ma non è finita. I commissari continuano a verificare i verbali, altre anomalie emergono. La Motta telefona, annulla l’appuntamen­to con l’avvocato, un appuntamen­to preso la mattina per capire cosa fare dopo il primo ribaltone, forse per preparare il ricorso al Tar. È ancora troppo presto per decidere, ci sono tre seggi dubbi, con questo scarto tutto può accadere. Una funzionari­a del Comune dice di non aver mai visto una cosa simile, che non si possono chiudere i seggi alle 23 e fare gli spogli di notte. Si attacca al telefono, chiama i presidenti di quelle sezioni e cerca di capire in che diavolo di modo hanno compilato i verbali. Su due sezioni i dubbi si dirimono, Cerruti guadagna qualche voto, lo scarto si riduce a due preferenze di vantaggio per la sfidante, ma resta ancora un seggio che la presidente della commission­e definisce “terrifican­te” al punto da volersi concentrar­e con calma e serenità. “La notte porterà consiglio”, dice. Chiude i lavori con l’incertezza e riconvoca i colleghi alla mattina di oggi. Né Cerruti, né Motta vogliono commentare la situazione. Troppa confusione. Se ne vanno con un peso. Nel bar fuori dal tribunale, invece, il candidato del centrodest­ra, forte del suo 47,7 per cento e dei suoi 15mila e passa voti, si concede un aperitivo in compagnia di amici e sostenitor­i.

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Ansa I tre in corsa Nella foto grande, Massimo Cerruti. Sopra, Maurizio Rasero e Angela Motta
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