Raggi: “Moratoria sui migranti” Rom, senti chi parla Grillo-Renzi
La sindaca scrive al prefetto: troppi nuovi arrivi, no a nuovi centri di accoglienza Il leader M5S: “Basta mendicanti sul metrò”. Il segretario dem attacca, ma a Firenze disse lo stesso
Dopo mesi passati a lanciare segnali al governo, la sindaca di Roma, Virginia Raggi, scrive al prefetto della Capitale, Paola Basilone, per chiederle una “moratoria sui nuovi arrivi” di migranti in città. Un concetto non nuovo per la sindaca, che appena un mese fa aveva sottolineato come i richiedenti asilo nelle strutture sul territorio comunale fossero “troppi”.
Ma la tempistica della sua missiva, appena due giorni dopo il cattivo risultato del M5S al primo turno delle Amministrative, suona come un tentativo di ‘virata securitaria’ del Movimento in vista dei ballottaggi. Anche perché, subito dopo le sue parole, arriva anche la benedizione dal blog di Beppe Grillo che parla di Rom nella Capitale: “Chi chiede soldi in metropolitana, magari con minorenni al seguito, è fuori. In più sarà aumentata la vigilanza nelle metro contro i borseggiatori”.
DUE TEMI BEN DISTINTI, che richiedono soluzioni differenti, ma adatti per ‘attrarre’ consensi nell’elettorato che viene da destra. Anche il candidato in pectorea Palazzo Chigi, Luigi Di Maio si accoda velocemente: “Non è possibile continuare a costruire centri di accoglienza nelle nostre città per far fare affari alle solite poche cooperative che fanno business sull’immigrazione”.
Nella sua lettera al prefetto la Raggi usa toni decisi: “Trovo impossibile, oltre che rischioso, ipotizzare ulteriori strutture di accoglienza, peraltro di rilevante impatto e consistenza numerica sul territorio comunale”. Parla addirittura di “possibili devastanti conseguenze in termini di costi sociali e di protezione degli stessi beneficiari”.
I problemi di integrazione non sono mancati, anche perché buona parte dei centri sono in periferia. Ma i freddi numeri parlano comunque di un fenomeno circoscritto rispetto ai 123.600 richiedenti asilo censiti lo scorso anno in tutta Italia. Stando alle ultime rilevazioni del Viminale, a marzo 2017 a Roma erano presenti poco meno di 7 mila persone nelle strutture di accoglienza cittadine tra richiedenti asilo e centri Sprar: lo 0,25% della popolazione. Una cifra di poco superiore ai 4.500 Rom censiti a gennaio nei nove campi attrezzati della Capitale prima di annunciare il percorso di chiusura dei primi due insediamenti entro i prossimi due anni.
MA IL SETTORE del l’ac coglienza dei migranti è stato uno di quelli più attenzionati da Mafia Capitale e la giunta Raggi da un anno cerca di delegarne la gestione soprattutto alle forze dell’ordine e al governo. Anche perché i fondi per gestire quel dossier arrivano dagli stanziamenti statali. Basti pensare al caso dell’ex centro Baobab, chiuso la scorsa estate senza che tutti gli ospiti trovassero ricollocazione in altre strutture e da un anno accampati a fasi alterne in un piazzale dietro la stazione Tiburtina.
Chi non perso tempo per commentare l’uscita della sindaca è Matteo Renzi: “Sono le classiche dichiarazioni di Grillo a presa in giro degli italiani”. E ancora: “Io a Firenze l’ho smontato un campo Rom, bisogna saper distinguere tra chi delinque e chi vuole andare a scuola”. L’ex premier però deve es-
Chi chiede soldi in metrò magari con minorenni al seguito, è fuori
BEPPE GRILLO Fenomeno limitato Nelle strutture per migranti 7 mila persone, lo 0,25% della popolazione
sersi dimenticato di quando, a fine 2009, proprio da sindaco di Firenze, anche lui ha intrapreso una crociata non molto differente, nei toni e nei contenuti. Scriveva allora Renzi nella sua e- news: “La cultura dello sceriffismo non ci appartiene ma non possiamo accettare che le famiglie debbano essere importunate né che il travestimento divenga un comodo alibi per agire impuniti”. E via con le sanzioni fino a 480 euro contro “gli abusivi che molestano le persone nei parcheggi degli ospedali” e “i finti mimi che si avvicinano ai passanti con abbracci e baci e spesso rubano”.
Insomma, cambiano le città, i sindaci e le maggioranze di riferimento, ma l’approccio alla questioni migranti e Rom sembra simile: altrove è meglio.