Il Fatto Quotidiano

Il “tesoretto” di Renzi che finisce alla Difesa

Dei 47 miliardi previsti oltre 10 andranno a militari e armi. Ma il governo non lo dice

- » ENRICO PIOVESANA

Il “te s o r e tt o ” annunciato da Matteo Renzi per le opere pubbliche nasconde uno stanziamen­to di 10 miliardi di euro alla Difesa, per metà destinato all’acquisto di nuovi armamenti. Il “Fondo Renzi” nella legge di Bilancio 2017 era stato presentato come un intervento destinato a infrastrut­ture stradali e ferroviari­e, ricerca, edilizia scolastica e popolare, riqualific­azione delle periferie, prevenzion­e del rischio sismico e del dissesto idrogeolog­ico, innovazion­e tecnologic­a, informatiz­zazione dell’amministra­zione giudiziari­a e penitenzia­ria. “Il mio governo ha lasciato un tesoretto da 47 miliardi”, si vantava due mesi fa Renzi a Porta a Porta, mentre la Boschi twittava: “Si tratta della più alta cifra mai destinata al sostegno degli investimen­ti pubblici: è entusiasma­nte avere un’idea coraggiosa e bella di Italia e lavorare tutti insieme per realizzarl­a. Impegni con- creti, soldi stanziati, non chiacchier­e”. Nessun cenno al fatto che buona parte dei fondi sarebbe stato destinato ad aumentare di circa 800 milioni l’anno le spese militari e in armamenti, nemmeno da parte del premier Gentiloni che all’atto della firma del decreto di ripartizio­ne del fondo, lo scorso 29 maggio, spiega: “Purtroppo negli ultimi anni gli investimen­ti pubblici non hanno avuto il ritmo che avremmo voluto, per restrizion­i di bilancio e difficoltà procedural­i, ma con la iniezione di risorse data oggi e con il completame­nto della revisione del Codice appalti, possiamo ripartire”.

Nemmeno il comma della legge che istituiva il fondo, faceva alcun riferiment­o alla Difesa, limitandos­i a specificar­e tra le varie voci di destinazio­ne anche “attività industrial­i ad alta tecnologia e sostegno alle esportazio­ni”. Ma la tabella allegata al testo del decreto, in questi giorni all’esame delle commission­i Bilancio di Senato e Camera, parla chiaro: dei 46 miliardi (non 47) del fondo, quasi metà è destinato ai trasporti (21 miliardi), il 22% alla Difesa, il 10% al ministero delle Finanze, l’8% allo Sviluppo economico, il 6% all’Istruzione, il 3% all’Interno e poco meno alla giustizia, circa l’1% ai beni culturali e altrettant­o all’ambiente, le briciole a salute e agricoltur­a.

DEI 10 MILIARDI di fondi quindicina­li destinati alla Difesa, 5,4 miliardi sono destinati ai programmi di armamento finanziati dal ministero dello Sviluppo Economico. Secondo l’Osservator­io Milx sulle spese militari italiane, tra i programmi beneficiar­i ci sono i carri da combattime­nto Freccia e Centauro2 di Iveco (Fiat) e Oto Melara (Leonardo), gli elicotteri da attacco Mangusta2 di Leonardo e le ultime fregate missilisti­che Fremm di Fincantier­i, ma anche nuovi programmi come gli elicotteri Chinook della Boeing per le forze speciali e missili contraerei Camm-er di Mbda (25% Leonardo) e Avio. I restanti 4,62 miliardi sono destinati a nuove infrastrut­ture militari, in particolar­e al nuovo “Pentagono italiano” di Centocelle a Roma.

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LaPresse Burro o cannoni Le alte cariche dello Stato schierate per la parata del 2 giugno

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