Il “tesoretto” di Renzi che finisce alla Difesa
Dei 47 miliardi previsti oltre 10 andranno a militari e armi. Ma il governo non lo dice
Il “te s o r e tt o ” annunciato da Matteo Renzi per le opere pubbliche nasconde uno stanziamento di 10 miliardi di euro alla Difesa, per metà destinato all’acquisto di nuovi armamenti. Il “Fondo Renzi” nella legge di Bilancio 2017 era stato presentato come un intervento destinato a infrastrutture stradali e ferroviarie, ricerca, edilizia scolastica e popolare, riqualificazione delle periferie, prevenzione del rischio sismico e del dissesto idrogeologico, innovazione tecnologica, informatizzazione dell’amministrazione giudiziaria e penitenziaria. “Il mio governo ha lasciato un tesoretto da 47 miliardi”, si vantava due mesi fa Renzi a Porta a Porta, mentre la Boschi twittava: “Si tratta della più alta cifra mai destinata al sostegno degli investimenti pubblici: è entusiasmante avere un’idea coraggiosa e bella di Italia e lavorare tutti insieme per realizzarla. Impegni con- creti, soldi stanziati, non chiacchiere”. Nessun cenno al fatto che buona parte dei fondi sarebbe stato destinato ad aumentare di circa 800 milioni l’anno le spese militari e in armamenti, nemmeno da parte del premier Gentiloni che all’atto della firma del decreto di ripartizione del fondo, lo scorso 29 maggio, spiega: “Purtroppo negli ultimi anni gli investimenti pubblici non hanno avuto il ritmo che avremmo voluto, per restrizioni di bilancio e difficoltà procedurali, ma con la iniezione di risorse data oggi e con il completamento della revisione del Codice appalti, possiamo ripartire”.
Nemmeno il comma della legge che istituiva il fondo, faceva alcun riferimento alla Difesa, limitandosi a specificare tra le varie voci di destinazione anche “attività industriali ad alta tecnologia e sostegno alle esportazioni”. Ma la tabella allegata al testo del decreto, in questi giorni all’esame delle commissioni Bilancio di Senato e Camera, parla chiaro: dei 46 miliardi (non 47) del fondo, quasi metà è destinato ai trasporti (21 miliardi), il 22% alla Difesa, il 10% al ministero delle Finanze, l’8% allo Sviluppo economico, il 6% all’Istruzione, il 3% all’Interno e poco meno alla giustizia, circa l’1% ai beni culturali e altrettanto all’ambiente, le briciole a salute e agricoltura.
DEI 10 MILIARDI di fondi quindicinali destinati alla Difesa, 5,4 miliardi sono destinati ai programmi di armamento finanziati dal ministero dello Sviluppo Economico. Secondo l’Osservatorio Milx sulle spese militari italiane, tra i programmi beneficiari ci sono i carri da combattimento Freccia e Centauro2 di Iveco (Fiat) e Oto Melara (Leonardo), gli elicotteri da attacco Mangusta2 di Leonardo e le ultime fregate missilistiche Fremm di Fincantieri, ma anche nuovi programmi come gli elicotteri Chinook della Boeing per le forze speciali e missili contraerei Camm-er di Mbda (25% Leonardo) e Avio. I restanti 4,62 miliardi sono destinati a nuove infrastrutture militari, in particolare al nuovo “Pentagono italiano” di Centocelle a Roma.