La sottile importanza di essere Amato
L’importanza di essere Amato per Amato, se ci si passa il gioco di parole, non è mai stata nell’essere amato, ma ascoltato. Amato è l’uomo che sussurra al mondo, il quale, giustamente, quand’è del caso, fa silenzio. Ieri, ad esempio, il giudice costituzionale ed ex tutto ha zittito il pianeta dalle colonne del Corsera. Le massime di rilievo sono tante che per riassumere quella pagina ne servirebbero due, ma almeno una cosa va ricordata. L’uomo che, a furia di modernità e innovazione, ha fatto passare il Psi da Mondope-
raio a Drive In, dice che forse c’è stato un errore: “L’ipotesi della Terza Via era fondata sulla ‘cetomedizzazione’ dei ceti proletari; il che sarebbe accaduto in Cina e in India; mentre nei nostri Paesi ci sarebbe stato un contraccolpo di impoverimento degli stessi ceti medi. Quando questo arrivò, noi avevamo quasi smantellato l’intervento pubblico sul quale si era costruito il secolo socialdemocratico. Io stesso, presidente dell’An ti t r u s t all’inizio degli anni 90, dicevo che ormai era la politica della concorrenza l’unica politica industriale che serviva. Ci siamo accorti dopo che non era così (...) Eravamo rimasti senza risposte; e chi prima si era affidato alle nostre risposte, ora si affidava a chi amplificava la sua protesta”. Dice: abbiamo fatto casino e l’elettorato della sinistra s’è buttato a destra, dove attualmente - par di capire - ancora bivacca. E che ti fa l’agile Giuliano? Si ri-butta a sinistra che manco Totò. Spiegare bene agli altri cosa avrebbe dovuto fare meglio lui, questa è la sottile importanza di essere Amato.