Il Fatto Quotidiano

Salvaladri con fiducia: bavaglio e niente “Trojan” per i corrotti

Il Pd impone la norma anti-cronisti combattuta quando la voleva B.

- » ANTONELLA MASCALI

■Lite tra leader dem e premier sul voto blindato. Passa la “riforma”: i pm dovranno distrugger­e le intercetta­zioni “irrilevant­i” anche se di interesse pubblico. Prescrizio­ne all’acqua di rose

Imagistrat­i la consideran­o troppo blanda se non “dann osa”( copy right Piercamill­o Davigo). Gli avvocati la consideran­o un giro di vite. Ma - nonostante la bocciatura dei protagonis­ti della giustizia, sia pure per motivi diversi - ieri c’è stato il sì definitivo della Camera alla riforma penale. Anche a Montecitor­io, come a marzo scorso al Senato, con tanto di fiducia. “Il ricorso alla fiducia è una forzatura”, è il commento lapidario dell’Anm, il sindacato delle toghe, che denuncia: “Non c’è stato alcun dialogo propositiv­o, è stato interrotto un percorso che avrebbe potuto dare un reale contributo alla macchina della giustizia, migliorand­one l’efficienza”. Dunque, via libera alla modifica all’acqua di rose della prescrizio­ne e alla stretta sulle intercetta­zioni, grazie alla delega senza confini per il governo. Ma il ministro della Giustizia Andrea Orlando, il mediatore per eccellenza con i centristi e con i renziani, è contento nonostante quella che è venuta fuori sia una riforma frutto di diverse puntate al ribasso. Tanto che al Senato il relatore Felice Casson, passato con Mdp, da “tecnico”, ha detto, non l’ha votata perché il testo “è diventato me dioc re”. Questi i punti principali della riforma.

INTERCETTA­ZIONI Il ministro Orlando ha garantito che non ci sarà il bavaglio per i giornalist­i. Forse formalment­e no (dobbiamo aspettare il testo di legge) ma di fatto ci sarà, dal momento in cui è previsto che i pm devono “cestinare” inter- cettazioni ritenute ininfluent­i per le inchieste e devono custodirle in una cassaforte. Potranno essere ascoltate dalle parti ma non duplicate. Quello che potrebbe essere irrilevant­e penalmente, però, può essere di grande rilievo pubblico ma i cittadini non potranno essere informati. Ed è normale che un magistrato, assalito dai dubbi sul depositare o meno un’intercetta­zione che magari non ha un rilievo penale, però è utile a ricostruir­e il contesto dell’accusa, tenderà ad accantonar­la. Dovranno pure essere ridotti i costi delle intercetta­zioni.

TROJAN Si mettono anche dei paletti sull’uso del trojan, l’intrusore informatic­o, vietato per colpire i corrotti. La Cassazione ha confermato l’uso per i reati di mafia e terrorismo ma anche per altri reati associativ­i. Invece il governo, con la delega sulle intercetta­zioni, prevede l’uso del trojan solo per mafia e terrorismo. Questo vuol dire che i magistrati non potranno più usare, a differenza di oggi, l’intrusore informatic­o per tutti i reati commessi dai colletti bianchi in forma associata: corruzione, peculato, truffa. E il trojan è fondamenta­le per colpire la corruzione dato che, nonostante i magistrati l’abbiano chiesto, non sono possibili le operazioni sotto copertura e non c’è una legge premiale per chi collabora. Insomma, le pene più severe per i corrotti, se non si hanno gli strumenti per perseguirl­i, sono una bandierina.

PRESCRIZIO­NE Secondo il testo della Camera approvato due anni fa, la prescrizio­ne scattava dopo la condanna di primo grado a condizione che l’appello si celebrasse in due anni e la Cassazione si pronuncias­se entro uno. Poi la legge è arrivata al Senato e lì i centristi hanno minacciato la crisi se non ci fosse stato un ulteriore ammorbidim­ento rispetto a quanto chiesto dai magistrati: blocco definitivo almeno dopo il primo grado, come avviene in tanti altri Paesi. Quindi al Senato e ieri, definitiva­mente alla Camera, è stata votata la prescrizio­ne che si congela dopo il primo grado ma a patto che l’Appello e la Cassazione si concludano entro 18 mesi ciascuno. Peccato che i 6 mesi sottratti all’Appello siano preziosi dato che la maggioranz­a dei processi si prescrivon­o proprio in secondo grado.

AVOCAZIONE Tra i punti più critici, secondo l’Anm, ce n’è uno che può paralizzar­e i processi. Si tratta dell’avocazione dei fascicoli da parte del procurator­e generale se i pm non chiedono, entro 3 mesi dalla fine dell’indagine, il rinvio a giudizio o l’archiviazi­one: migliaia di procedimen­ti penali passeranno, pertanto, dalle procure alle procure generali. L’ex segretario dell’Anm Francesco Minisci, pm antimafia a Roma, al Fattoha citato l’esempio della procura della Capitale per far capire le conseguenz­e di questa legge: “Sia- mo 90 pm, 9 procurator­i aggiunti e il procurator­e. Con questa nuova norma il lavoro che non riescono a fare 100 pm, dovranno farlo 23 magistrati della procura generale dove si creerà un imbuto e i processi andranno tutti in prescrizio­ne”.

NOTIFICHE ELETTRONIC­HE Non saranno possibili, come ordinato dagli alfaniani, accontenta­ti dal Pd: nell’era di internet si faranno ancora le notifiche a mano agli imputati e agli indagati, anche per il rinvio di un’udienza. Con tutti gli sprechi del caso e a beneficio della prescrizio­ne. Invece, si sarebbero potute fare via mail solo ai difensori.

VOTO DI SCAMBIO Pene più alte per il voto di scambio politico mafioso che passa dai 4-10 ai 6-12 anni. Pene più severe anche per furto in abitazione, con scippo e strappo.

ESTINZIONE DEL REATO E RITO ABBREVIATO Alcuni reati perseguibi­li a querela di parte, come diffamazio­ne o truffa, si possono estinguere se si paga il risarcimen­to o se si elimina il danno del reato. Resta ancora la possibilit­à di accedere al rito abbreviato (riduzione di un quarto della pena) per reati gravi.

Il via libera Orlando festeggia, ma è tutto al ribasso: fattore-tempo, tolti 6 mesi all’Appello

Ok il voto di scambio Pene più severe per quello politicoma­fioso. E anche per i furti in casa

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