Il Fatto Quotidiano

Il gran rogo dei “reietti” Decine di bruciati vivi nel palazzo maledetto

Nel palazzo simbolo del melting pot il fuoco brucia per ore, nessun allarme anti incendio

- » SABRINA PROVENZANI

Dei 24 piani della Grenfell Tower resta la struttura carbonizza­ta e contorta, un dolore incontenib­ile e molte domande. Fra i dispersi del rogo anche alcuni italiani: almeno due, comunicano ufficialme­nte dall’Ambasciata. Si tratta di una giovane coppia di architetti, Marco Gottardi e Gloria Trevisan, che abitavano al 23° piano dell’edificio andato in fiamme.

Non danno notizie da martedì, quando, intorno all’una di notte, il fuoco, forse innescato da corto circuito al 4° piano, si è propagato rapidament­e all’esterno del grattaciel­o, fino a fare della torre un enorme torcia, con una colonna di fumo visibile in tutta la città. Radio 24 ha poi raccolto la testimonia­nza di Beatrice Antolini, agente immobiliar­e: “Nella torre abbiamo 5 appartamen­ti e alcuni clienti sono italiani, in particolar­e due famiglie con bambini”, Notizia non ancora confermata dalle nostre autorità.

I morti sarebbero 12, ma la polizia parla di numeri destinati a salire. Almeno 75 i feriti ricoverati in ospedale, di cui 20 in condizioni critiche.

Musulmani salvati dal Ramadan

Nel palazzo vivevano almeno 600 persone, fra cui molte famiglie. È un complesso nato nel 1974 come progetto di edilizia popolare, ancora gestito dal council di Kensington: negli anni però alcune proprietà sono diventate private. Ed ospita una comunità multietnic­a e multicultu­rale: molti musulmani si sono salvati perché ancora svegli, impegnati a celebrare la fine del digiuno tradiziona­le del Ramadan.

Una testimone, Samira Larani, ha raccontato alla Bbc di aver visto una donna lanciare il proprio bambino dal nono piano, pregando i soccorrito­ri di salvarlo: un uomo lo avrebbe preso al volo.

La zona è off-limits, ma la torre si vede ardere per ore: odore acre, con detriti fino a centinaia di metri di distanza. I vigili del fuoco, 250, lavorano in condizioni indescrivi­bili, riescono a salire fino al 20° piano, trovano dei superstiti perfino lì.

Dentro la chiesa di St Clements, uno dei luoghi di raccolta per gli evacuati dalla torre e degli edifici circostant­i, duecento persone vengono confortate, rifocillat­e, fatte riposare. C’è cibo, vestiti, giochi per i bambini.

Al cancello è appesa la foto di una donna di colore sorridente: “La mia amica Khadija Saye vive al flat 173, 20° piano della Grenfell Tower. Non riusciamo a metterci in

Seicento famiglie L’edificio di edilizia popolare costruito nel 1974 e ristruttur­ato di recente

contatto, se qualcuno l’ha vista, per favore, chiamate questo numero”.

“Abito di fronte - ricorda James, 23 anni - ho visto persone urlare e chiamare aiuto, bambini piangere. Un uomo aveva fatto una corda con le lenzuola. Ho sentito i vigili del fuoco dirgli di restare in casa… Quelle scene mi ossessiona­no. Se chiudo gli occhi rivedo quelle facce, risento le invocazion­i. Prego di no, ma forse ho visto i loro ultimi minuti di vita”.

“Li hanno ammazzati loro, i pompieri”

Passa una donna urlando, pazza di dolore: “Li hanno ammazzati loro, i vigili del fuoco! Mia cugina ci ha chiamati all’una e mezza, era dentro e voleva scappare, ma le hanno detto di non muoversi. Ha un bambino piccolo. Sono rimasti dentro!”.

È una versione confermata da molti altri: i soccorrito- ri avrebbero imposto ai residenti di restare in casa, mentre l’edificio veniva mangiato dalle fiamme. Eppure, in tanti sono scesi, si sono messi in salvo. Channel 4 ha raccolto la testimonia­nza di un ragazzo che ha avuto il tempo di scendere dal 17° piano, trascinand­o per le scale una donna anziana. Tutti parlano di fumo densissimo, di nessun allarme antincendi­o, del rivestimen­to esterno al palazzo che ha preso fuoco rapidament­e.

Un rivestimen­to che avrebbe dovuto garantire l’isolamento termico ed ha, invece, propagato le fiamme: quando ha raggiunto l’ultimo piano, hanno cominciato ad esplodere le finestre.

In serata, la tensione fra gli sfollati esplode in uno scontro con la polizia di fronte a uno dei centri di raccolta, fuori dal Rugby Portobello Trust, quando un giornalist­a tenta di filmare una donna in lacrime e la comunità di Grenfell le fa violenteme­nte scudo.

E la tragedia è entrata nell’agenda politica: sospeso l’annuncio del controvers­o accordo fra il governo May e il Democratic Unionist Party.

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LaPresse Scheletro nero La Grenfell Tower
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LaPresse/Ansa Inferno in terra L’edificio avvolto dalle fiamme. Sopra, Gloria Trevisan e Marco Gottardi

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