Asti, grillini al ballottaggio per 6 voti
Sfida tra l’ingegnere del Movimento e il banchiere di Forza Italia
nicazione dei dati. Lunedì, per cominciare, Cerruti risultava terzo tra i candidati sindaco a tredici voti di distacco dalla candidata Pd Angela Motta. Poi ieri mattina si è scoperto che mancavano al conteggio 63 voti e il risultato è stato capovolto, con Cerruti che passava al secondo posto con 50 voti di più. Neanche il tempo di rilassarsi che la commissione elettorale circoscrizionale scopriva altri errori nei verbali, correggeva i dati e la situazione si ribaltava ancora: Motta in vantaggio di undici preferenze. Stamattina, visti alcuni dubbi insormontabili, sono state riaperte le buste con le schede di tre seggi e dopo il riconteggio Cerutti ha superato Motta per sei schede. Alla fine il risultato del primo turno è questo: Rasero è in testa con 15.868 voti, pari al 47,66 per cento, seguito da Cerruti con 5.099 voti, rincorso da Motta con 5.093 preferenze. Il candidato grillino, ingegnere civile di 45 anni, sposato e padre di due figli, è esausto: “Le energie in questi giorni si sono consumate abbastanza, ma il risultato di oggi ce ne dà di nuove”. Per questa ragione ieri sera i sostenitori del Movimento 5 Stelle si sono incontrati per pianificare i prossimi eventi della campagna: “C om inciamo con un po’ di ritardo, ma è una sfida nuova e partiamo tutti da zero”. Cerruti vuole conquistare il voto degli astenuti, che ad Asti sono 25.598, mentre lo scarto tra lui e l’avversario è di circa 10.800 voti. “Cercheremo di convincere i cittadini che hanno votato per gli altri schieramenti - spiega Cerruti -. Possiamo scrivere una nuova pagina”. La sfida, però, sarà molto dura. Dall’altra parte c’è Rasero con i suoi 15mila e passa voti, l’esperienza politica che a fine anni Novanta, il sostegno dell’ex sindaco Giorgio Galvagno e quello di dieci liste ( tra cui Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia), e soprattutto con i suoi tanti incarichi: è vicepresidente della Cassa di risparmio di Asti e dell’Ascom. Una rete di potere che rendono questa sfida pari a quella di Davide contro Golia, anche per i budget disponibili per la campagna elettorale (quella del M5s sarebbe costata tra i tremila e i quattromila euro). In questo duello, però, potrebbe tornare a inserirsi la dem Angela Motta: dopo l’insediamento del vincitore del ballottaggio potrebbe fare ricorso al Tar e chiedere un riconteggio dei voti: “Non dovrebbero esserci sorprese – spiega il deputato M5s Paolo Romano -, abbiamo verificato tutti i seggi coi dati anomali”.